Don Sciortino

di Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

 
16
ago

«Mia moglie si è presa tutto»

Ero un ventenne libero e felice. Avevo la mia indipendenza, un lavoro, una famiglia. Poi, un giorno, mia moglie mi ha tradito ed è andata via. Neppure il tempo di lenire le ferite, e un giudice ha deciso che lei avesse tutto. Così, non ho avuto più i miei soldi, la casa, i figli, la mia libertà. Il più grande shock della mia vita. Sono dieci anni che vivo così. Corpo e mente portano i segni di una persona che non ha smesso di lottare. Ma, da allora, la mia vita non è stata più la stessa. Ho conosciuto tanti uomini come me, rovinati dalla persona che amavano. Ora i figli crescono in un ambiente di odio e ingiustizia. Ma io vivrò per vedere la fine di questa piaga. E per assistere ai processi di donne e giudici che hanno prodotto simili orrori. Crimini contro la dignità e la libertà dell’uomo. Contro l’umanità.

Lorenzo B.

Quando si spezza un legame, le conseguenze spesso sono dure da accettare e digerire. A maggior ragione se la rottura avviene in situazioni di grave conflittualità. E in presenza di figli. Usati, talora, come arma di ricatto e di rivendicazioni. Non bisognerebbe mai arrivare a questo punto. Una seria preparazione al matrimonio dovrebbe scongiurare esiti devastanti per la vita di tutti. Ma quando si giunge a scelte dolorose e irreversibili, ci sia almeno la maturità di “lasciarsi” bene.

Pubblicato il 16 agosto 2012 - Commenti (12)
28
nov

Alla ricerca dell'uomo giusto

Su Famiglia Cristiana avete parlato di donne che diventano mamme a quarant’anni. Fenomeno diffuso, anche se un parto da giovani è meglio. Ho trentacinque anni e non sono né sposata né fidanzata. Non per mia scelta. Ma solo perché non ho trovato la persona giusta. La mia educazione religiosa cozza con l’attuale concezione del matrimonio e del sesso. Mi accingo a far parte di quelle mamme quarantenni, ammesso che trovi qualcuno dai sani princìpi. I ragazzi mi propongono solo convivenze. Hanno voglia di divertirsi in discoteca, fino a notte fonda. Ma anche le donne che ricorrono alla fecondazione artificiale, non potendo avere figli, sono egoiste. Soprattutto se hanno una certa età. Non mi piace il fenomeno delle mamme anziane.

Una quarantenne

Oggi, il matrimonio pare in ribasso. Se ne sminuisce l’importanza. La società lo banalizza, spesso lo irride. Si dice che i legami duraturi non fanno parte della mentalità corrente. Tutto ha una scadenza. Anche l’amore. Qualcuno è arrivato persino a ipotizzare i matrimoni “a tempo”. Come se i figli si potessero progettare “a tempo”. E poi, che se ne fa? C’è tanta irrazionalità. Ma anche il bisogno di ridare dignità a scelte fondamentali nella vita, che richiedono preparazione e impegno. Non improvvisazione e leggerezza. Il “colpo di fulmine” può anche accecare, se cade su basi fragili e inconsistenti. Un figlio, infine, al di là dei casi specifici cui ti riferisci, lo si fa sempre per amore. Per il suo bene. Non per colmare un vuoto o appagare un desiderio.

Pubblicato il 28 novembre 2011 - Commenti (2)
07
nov

La sfida dei valori

Sono una ragazza ventitreenne cresciuta con Famiglia Cristiana come punto di riferimento della mia informazione. Le scrivo per manifestare il mio sdegno per un dibattito televisivo su matrimonio e tradimenti. Mentre due ragazzi spiegavano la bellezza del sacramento, due “stelle” del piccolo schermo, ormai decadute, sostenevamo che il tradimento ha una funzione terapeutica. Ma che esempio diamo ai nostri giovani? Io credo nell’amore, quello vero. E ho trovato chi condivide con me questi pensieri. Mi sconcerta la mentalità corrente, per cui “tradire” è normale, lo fanno tutti. Spesso gli adulti si lamentano perché i giovani di oggi pensano solo a divertirsi. E dicono che, ormai, non si sposa più nessuno. Ma si sono chiesti che esempio ci danno?

Annalisa

Quanto agli esempi di vita, i giovani hanno poco da imparare da certi adulti e dai loro stili di vita. Soprattutto quegli adulti diventati la rappresentazione vivente di una società senza valori. Tutto ormai è relativo. Non c’è distinzione tra bene e male. Quel che conta è apparire, avere successo e soldi. Ognuno pensa ai propri interessi. Cresce l’egoismo e il disinteresse per le persone bisognose. Non c’è, addirittura, alcuna remora a definire interventi terapeutici comportamenti immorali, come il tradimento. Stiamo rovinando un’intera generazione di giovani. Nel totale disinteresse di tutti. Per questo, l’educazione ai valori è la grande sfida dei nostri tempi.

Pubblicato il 07 novembre 2011 - Commenti (1)
23
ago

Immaturi a 43 anni e con figli grandi

Ho quarantatré anni e sono una mamma divorziata. I miei figli sono grandi, uno ha quasi vent’anni e l’altro diciassette. Le scrivo perché sono delusa dalle persone con cui sono a contatto, sia nella vita privata sia al lavoro. Prima mi fidavo ciecamente di tutti, ora non più. Per tre anni e mezzo ho frequentato un uomo della mia età, e mi sono illusa. Accettavo le sue condizioni, pur di non perderlo. Lui voleva sempre avere ragione, io ero sempre quella che sbagliava. Per mia fortuna, a fine giugno, mi ha lasciata e non si è più fatto sentire. Adesso c’è un ragazzo, più giovane, che vorrebbe conoscermi meglio. Ma ho paura e continuo a rimandare. Lui ha qualche problema: due anni fa, è stato vittima di un brutto incidente in macchina. Nel mondo del lavoro sono circondata da gente falsa e invidiosa. Le colleghe sono sempre pronte a giudicarti e a farti del male. Nonostante i miei anni, non so che fare. Vorrei chiedere consiglio ai miei genitori. E, naturalmente, anche a lei.

Maria Teresa F.

In questo caso, cara Maria Teresa, più che gli altri, il vero problema sei tu. È il tuo modo di tessere relazioni, nel privato e nel mondo del lavoro, a essere immaturo. Senza personalità. Sei succube degli eventi, senza mai prendere la tua vita in mano. Ti lasci vivere e non decidi nulla, non assumi alcuna responsabilità. Accusi e scarichi tutto sugli altri. Rinunci anche alle tue idee, pur di elemosinare briciole di amore da un uomo che, all’improvviso, scompare dalla tua vita. E non sai neppure perché. Se a quarantatré anni devi ricorrere ai genitori, come una ragazzina ai primi passi e amori, è tempo per te di un serio esame di coscienza. E di darti una scossa. Per non passare da una delusione all’altra. Abbi il coraggio delle tue scelte, anche a rischio di sbagliare. Nessuno può sostituirsi a te. Soprattutto all’età che ti ritrovi. Cercare una balia non aiuta a crescere.

Pubblicato il 23 agosto 2011 - Commenti (4)
25
mag

L'amore a ogni stagione della vita

Ho quarantacinque anni. Di recente, ho conosciuto una collega trentenne e abbiamo cominciato a frequentarci. All’età in cui molti uomini hanno già alle spalle un’esperienza matrimoniale fallita, e dopo aver vissuto alcune relazioni con donne già divorziate, ora la vita mi offre la possibilità di iniziare un nuovo percorso verso una famiglia unita in Cristo, non essendosi neanche lei mai sposata. Mi chiedo solo se sono troppo vecchio per avere una famiglia. E se la differenza d’età possa essere un ostacolo. Anche se la fede in Cristo, seppure da me dimenticata per pigrizia, mi aiuterà ad abbattere ogni ostacolo. Ho sempre desiderato un’unione definitiva con una donna, sancita dal sacramento, secondo la dottrina della Chiesa.


Luciano G.

Meglio tardi che mai, soprattutto se le intenzioni sono rette. E se non corrispondono a una semplice infatuazione, viste le tante avventure percorse finora. Per questo, una più attenta ponderazione non guasta, facendosi aiutare (con tutto il tempo necessario e, quindi, senza pigrizia) da chi dovrà poi benedire la vostra unione. La fiducia nel Signore non rimuove automaticamente gli ostacoli. Che, nel tuo caso, sono evidenti ma non insormontabili. Soprattutto se c’è piena collaborazione.

Pubblicato il 25 maggio 2011 - Commenti (3)
04
nov

L'ipocrisia di tanti papà e mariti perbenisti

Come donna mi sono sentita offesa nel leggere la lettera “A prostitute come sfogo”!
Anzi, dovrebbero esserlo pure gli uomini, perché il signor Carlo li considera animali, che “sfogano” le loro energie e i loro legittimi desideri. Sono una mamma trentacinquenne, con tre bambini piccoli, che cerca di fare i salti mortali tra famiglia, casa e lavoro. Mio marito comprende la fatica che faccio (anzi, facciamo) tutti i giorni. Vorrei invitare quel lettore a mettersi al posto di sua moglie (sempre che ne abbia una). E occuparsi, almeno per una settimana, delle incombenze familiari. Penso che ridimensionerebbe i suoi “legittimi desideri”. Che tristezza, come siamo caduti in basso! Dov’è finito il vero amore tra coniugi, alla base del matrimonio?
Un’affezionata lettrice

Ho trentaquattro anni e due figli. Le scrivo dopo che mia moglie mi ha fatto leggere la lettera “A prostitute come sfogo” (FC n. 26/2010). A caldo, avrei voluto rispondere per le rime al lettore. Poi ci ho ripensato. Nella vita di coppia se non c’è vero amore, il puro atto sessuale è davvero uno “sfogo”. Ma noi uomini non siamo bestie, siamo chiamati a controllare (non reprimere) le pulsioni. Se i mariti fossero più dolci con le mogli, con qualche bacio e una carezza in più, sono sicuro che tra loro ci sarebbe più armonia.
Un marito


Le due lettere vanno controcorrente rispetto a una mentalità che, oggi, banalizza l’amore, il sesso e il matrimonio. E che propone modelli e stili di vita opposti all’unione tra un uomo e una donna, fondata su un impegno duraturo e fedele, benedetto davanti al Signore. Oggi, ci si sposa già con una riserva mentale, si va avanti finché sta bene a entrambi, ma alle prime difficoltà il ricorso alla separazione è quasi immediato. Anche quando ci sono di mezzo dei figli, che ne pagheranno le conseguenze dolorose per tutta la vita. Quanto alle campagne contro la prostituzione e le professioniste del sesso, poco si dice, invece, di tanti mariti e papà “perbenisti”, che alimentano il mercato del sesso, pronti poi a chiedere provvedimenti duri per ripulire le strade dalle “sozzure” che si vedono. Bella ipocrisia!

Pubblicato il 04 novembre 2010 - Commenti (2)
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