Don Sciortino

di Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

 
09
mag

Future mamme: troppo garantismo

Vorrei rispondere alla mamma che le ha scritto sulla sua situazione di donna incinta con un contratto non a tempo indeterminato (FC n. 16/2013). Come donna condivido il sentimento di rabbia e frustrazione per l’abuso di potere esercitato dai datori di lavoro. Come dipendente di una grande azienda dove, invece, sono le future mamme ad abusare dello stato di “donne incinte” e “puerpere” per i benefici che lo Stato riconosce loro, sono dalla parte dei datori di lavoro. Spesso si guarda solo ai diritti delle donne e non a quelli delle aziende che, in questo periodo di crisi, devono sopportare i costi della scelta affrettata di una dipendente ad avere un nuovo figlio. Viviamo in un Paese troppo garantista verso le donne, che pretendono, tra l’altro, la “parità” con l’uomo. Non ho mai provato la gioia d’essere madre, ma mi chiedo se sia giusto abusare della maternità “per farla pagare ai maschi”.

Laura

Cara Laura, faccio fatica a ritrovarmi nel tuo linguaggio. Anzi, non mi pare vero che una donna possa avere un concetto di maternità così poco rispettoso. Il lavoro è per l’uomo, non è l’uomo servo del lavoro. La vita è il bene più prezioso che abbiamo, e tutto deve ruotare, con armonia, attorno a essa. Il risentimento è cattivo consigliere.

Pubblicato il 09 maggio 2013 - Commenti (9)
18
ott

Rispetto per le donne incinte

Sono un suo affezionato lettore trentenne. Sposato da due anni, con infinita gioia aspettiamo il nostro primo figlio. Sia io che mia moglie siamo stati educati al rispetto del prossimo. Voglio raccontarle un episodio che ci ha tanto feriti, legato alla gravidanza di mia moglie. Lei, libera professionista, lavora a Venezia e si sposta con i mezzi pubblici. È al settimo mese di gravidanza e continua a lavorare, non potendo usufruire del permesso di maternità. Una mattina, sul vaporetto che la portava a Venezia, era seduta nei posti riservati ai disabili, alle donne in gravidanza e agli anziani. Poco dopo, sale una signora anziana, ma in perfetta forma fisica, che in modo arrogante le ordina di alzarsi e lasciarle il posto. Tre ragazze sedute accanto avrebbero potuto alzarsi, ma fanno “orecchie da mercante”. Anzi, insultano mia moglie. Nell’indifferenza generale. Solo una signora interviene allibita. E fa notare la gravidanza avanzata di mia moglie. A quel punto, lei si era già alzata. L’episodio mi ha fatto sorgere tanti interrogativi. Ma in che mondo viviamo? Perché prevalgono solo i furbi e gli arroganti? Che rispetto c’è per la vita? L’inciviltà ha davvero preso il sopravvento su tutto il resto?

Un futuro papà

Non c’è nulla di peggio dell’indifferenza. Se ciascuno bada solo a sé stesso e chiude gli occhi (e il cuore) sui bisogni degli altri, siamo al trionfo dell’egoismo. Mauna società che non rispetta nemmeno una donna incinta al settimo mese, è davvero poco umana. Più che le invettive dell’anziana signora e la strafottenza delle tre ragazze, colpisce il silenzio dei presenti. Nessuno ha avuto il coraggio di intervenire, eccetto una donna. Quando di fronte al sopruso si gira lo sguardo altrove, è un gran brutto segno.

Pubblicato il 18 ottobre 2012 - Commenti (2)
28
nov

Alla ricerca dell'uomo giusto

Su Famiglia Cristiana avete parlato di donne che diventano mamme a quarant’anni. Fenomeno diffuso, anche se un parto da giovani è meglio. Ho trentacinque anni e non sono né sposata né fidanzata. Non per mia scelta. Ma solo perché non ho trovato la persona giusta. La mia educazione religiosa cozza con l’attuale concezione del matrimonio e del sesso. Mi accingo a far parte di quelle mamme quarantenni, ammesso che trovi qualcuno dai sani princìpi. I ragazzi mi propongono solo convivenze. Hanno voglia di divertirsi in discoteca, fino a notte fonda. Ma anche le donne che ricorrono alla fecondazione artificiale, non potendo avere figli, sono egoiste. Soprattutto se hanno una certa età. Non mi piace il fenomeno delle mamme anziane.

Una quarantenne

Oggi, il matrimonio pare in ribasso. Se ne sminuisce l’importanza. La società lo banalizza, spesso lo irride. Si dice che i legami duraturi non fanno parte della mentalità corrente. Tutto ha una scadenza. Anche l’amore. Qualcuno è arrivato persino a ipotizzare i matrimoni “a tempo”. Come se i figli si potessero progettare “a tempo”. E poi, che se ne fa? C’è tanta irrazionalità. Ma anche il bisogno di ridare dignità a scelte fondamentali nella vita, che richiedono preparazione e impegno. Non improvvisazione e leggerezza. Il “colpo di fulmine” può anche accecare, se cade su basi fragili e inconsistenti. Un figlio, infine, al di là dei casi specifici cui ti riferisci, lo si fa sempre per amore. Per il suo bene. Non per colmare un vuoto o appagare un desiderio.

Pubblicato il 28 novembre 2011 - Commenti (2)
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