31/03/2013
Roma, 31 marzo 2013: piazza San Pietro la Domenica di Pasqua.
È un inno alla pace e alla speranza il primo Messaggio pasquale Urbi et orbi di papa Francesco. «Gesù è risorto, c’è speranza per te, non sei più sotto il dominio del peccato, del male! Ha vinto l’amore, ha vinto la misericordia. Sempre vince la misericordia di Dio», dice affacciato dalla Loggia ai circa 300mila fedeli giunti dai Paesi più diversi e a quanti sono collegati in mondovisione. «Che cosa significa che Gesù è risorto? », spiega il Papa: «Significa che l’amore di Dio è più forte del male e della stessa morte; significa che l’amore di Dio può trasformare la nostra vita, far fiorire quelle zone di deserto che ci sono nel nostro cuore». L’invito è a diventare strumenti della misericordia di Dio, «canali attraverso i quali Dio possa irrigare la terra, custodire tutto il creato e far fiorire la giustizia e la pace».
Il riferimento è a situazioni concrete. Il Papa invoca pace «per il Medio Oriente, in particolare tra Israeliani e Palestinesi, che faticano a trovare la strada della concordia affinché riprendano con coraggio e disponibilità i negoziati per porre fine a un conflitto che dura ormai da troppo tempo»; pace in «Iraq, perché cessi definitivamente ogni violenza»; pace, «soprattutto, per l’amata Siria, per la sua popolazione ferita dal conflitto e per i numerosi profughi, che attendono aiuto e consolazione»; pace per l’Africa, per il Mali affinché ritrovi unità e stabilità, per la Nigeria, dove purtroppo non cessano gli attentati», per «l’est della Repubblica Democratica del Congo e nella Repubblica Centroafricana, dove in molti sono costretti a lasciare le proprie case e vivono ancora nella paura». E ancora pace «in Asia, soprattutto nella penisola coreana».
E, infine, «pace a tutto il mondo, ancora così diviso dall’avidità di chi cerca facili guadagni, ferito dall’egoismo che minaccia la vita umana e la famiglia, egoismo che continua la tratta di persone, la tratta delle persone è proprio la schiavitù più estesa in questo ventunesimo secolo. Pace a tutto il mondo, dilaniato dalla violenza legata al narcotraffico e dallo sfruttamento iniquo delle risorse naturali». E mentre il Papa invoca pace per la terra dilaniata dalle violenze, invita però ancora, di nuovo, a ricordarsi dell’amore di Dio. Lo dice con le parole del salmo 117: «Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre».
Poi il saluto di Buona Pasqua, solo in italiano.
«Rinnovo il mio augurio: Buona Pasqua! Portate nelle vostre famiglie e nei vostri Paesi il messaggio di gioia, di speranza e di pace che ogni anno, in questo giorno, si rinnova con forza».
Il rito del Resurrexit, con l’apertura dell’icona del Risorto, aveva avviato, in mattinata, la celebrazione della messa di Pasqua. I narcisi e i lilium arrivati dall’Olanda hanno tinto di giallo e di bianco la scalinata che porta all’altare. E poi fiori ovunque, in un tripudio di colori che ha reso ancora più allegra la piazza e la festa. Papa Francesco ha asperto la folla mentre i fedeli sventolavano i loro striscioni. Intanto, qualche ora prima, il Papa aveva ricordato il messaggio della veglia pasquale twittando dal suo account: «Accetta Gesù Risorto nella tua vita. Anche se sei stato lontano, fa un piccolo passo verso di Lui: ti sta aspettando a braccia aperte».
Annachiara Valle
Dossier a cura di Alberto Chiara