FAMIGLIA E POVERTA' RELAZIONALE: IL PRIMO REPORT DEL FAMILY INTERNATIONAL MONITOR

14/04/2021

Otto aree tematiche, dodici Paesi coinvolti (tra cui l'Italia) dal Nord al Sud del mondo, dall'India alle Americhe: è il "Family and Relational Poverty", rapporto realizzato dal Family International Monitor, costituito da CISF, Istituto Giovanni Paolo II e Ucam. E' il frutto di un'indagine triennale che è stata articolata su due filoni: il primo approfondimento riguarda la povertà relazionale, poi verrà indagata quella economico-strutturale.

“L’intreccio tra questi due elementi è una priorità a livello globale - spiega Francesco Belletti, direttore scientifico del Family Monitor - come si riscontra anche analizzando i 17 Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile - Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Il lavoro del Family International Monitor intende evidenziare il ruolo che le relazioni familiari giocano nel qualificare la condizione di povertà delle persone e nel promuovere la loro resilienza a condizioni difficili, rivolgendo anche particolare attenzione ai sistemi di relazioni allargate attorno alle famiglie, così come alle dinamiche più macro-sociali come legami sociali di comunità o vicinato, coesione sociale e solidarietà delle relazioni brevi”.

 

In ognuno dei Paesi è stato individuato un centro di ricerca, che ha elaborato un Report Paese sulla base di un questionario, tenendo presenti in particolare quattro aspetti: la famiglia come attore economico, come soggetto educativo, come soggetto di cura e reciprocità e come soggetto di cittadinanza attiva. Dall’indagine emergono alcune problematiche comuni in tutto il mondo, come la difficile conciliazione famiglia-lavoro (non solo per le donne), oppure l’impatto delle tecnologie della comunicazione sulle relazioni familiari, o la crescente disuguaglianza socio-economica interna ai singoli Paesi, forse anche più grave della disuguaglianza tra i diversi Paesi.

I DATI

L’ampiezza delle famiglie costituisce sia un’oggettiva risorsa relazionale sia un potenziale fattore di vulnerabilità. A loro volta le ridotte dimensioni delle famiglie in Italia e Spagna confermano un trend demografico negativo, legato soprattutto all’invecchiamento della popolazione e al crollo della natalità.

In Africa il numero medio di componenti della famiglia spazia dai 5,2 del Benin al 3,4 del Sud Africa, e la popolazione sotto i quindici anni va dal 42,4% al 28,1%; il tasso di fertilità è tra il 4,9 e il 2,4. In America, ad eccezione di Haiti (4,3 componenti medi per famiglia) si oscilla tra i 3,3 del Brasile (dove la popolazione sotto i 15 anni raggiunge il 47,2%) ai 3,7 del Messico. La percentuale di giovani è più bassa in Cile (20,4%) mentre il tasso di fertilità spazia dall’1,6 per il Cile al 2,2 del Messico.

In Asia le famiglie più numerose sono in India (4,8 componenti e 2,2 tasso di fertilità, 27% i bambini), la minore in Libano (3,8 componenti, con il 26,1% di popolazione giovanile e 2,1 di tasso di fertilità), mentre in Qatar si registrano 4,7 componenti per famiglia, ma solo il 13,5% di popolazione giovanile e 1,9 di fertilità.

In Europa, invece, non ci sono sostanziali differenze tra Italia e Spagna, con poco più di 2 componenti a famiglia, di cui il 13-14% della popolazione sotto i quindici anni e l’1,3 di tasso di fertilità.

QUI LE INFO E LA SINTESI DEL PROGETTO

QUI IL LINK PER L'ACQUISTO DEL REPORT (IT-ENG-ESP)

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