19
mar
Anche il Comune di Milano ha scelto di impegnarsi attivamente nella promozione di politiche di conciliazione famiglia-lavoro, con il lancio di un Bando "per la formazione di un elenco di aziende del territorio cittadino interessate ad un percorso di riconoscimento di impegno per la conciliazione lavoro-famiglia (IxCLF)".
Si tratta di un bando specificamente rivolto alle aziende presenti nel territorio del Comune di Milano con un numero di dipendenti superiore ai 10 e inferiore ai 250, che intendono impegnarsi nell'attuazione di una revisione dell'organizzazione lavorative in versione family-friendly.
Nel bando si specifica che il Comune di farà carico del 90% delle spese di implementazione di tali politiche, ma non viene resa nota né la cifra stanziata né tantomeno chi eseguirà tale processo di audit/certificazione per conto del Comune.
Maggiori informazioni e la possibilità di scaricare il testo integrale del Bando sulla pagina dedicata del sito del Comune (
qui) e sul
Network Conciliazione Famiglia-lavoro su LinkedIn.
Pubblicato il
19 marzo 2012 - Commenti
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14
mar
Il marchio Family Audit
È online dall’8 Marzo, sul sito
del Dipartimento per le Politiche della Famiglia, il bando
per partecipare alla sperimentazione a livello nazionale della certificazione
Family Audit.
La certificazione, che è diventato un
marchio della Provincia di Trento ma che trae origine dall’Audit Beruf und Familie nato in Germania, mira non solo a fare una
valutazione sulle politiche di conciliazione famiglia-lavoro attuate
all’interno di un’organizzazione, ma soprattutto a introdurre uno standard, introdurre cioè l’adozione di «politiche del personale orientate al benessere
dei propri dipendenti e delle loro famiglie».
La prima parte della
sperimentazione prevede il coinvolgimento di 50 organizzazioni, che devono
candidarsi spontaneamente (entro il 23 Aprile 2012). La selezione avverrà in
base all’ordine cronologico di candidatura e alle organizzazioni è chiesto di
partecipare con un proprio impegno finanziario (davvero minimo), fino a un massimo di 3.000 € e
con la copertura delle spese di viaggio e alloggio del valutatore.
È necessario attenersi alle linee guida fondamentali del Family Audit per poter poi utilizzare il marchio
ed entrare nella Rete di organizzazioni che hanno acquisito questo marchio; è
altresì necessario individuare, all’interno della propria organizzazione, una
persona che sia responsabile dell’intero processo e che faccia da interlocutore sia all'interno sia all'esterno dell'organizzazione, su questo tema specifico.
Si tratta indubbiamente di una buona notizia, e soprattutto del primo impegno concreto, da parte del Governo, sul tema della conciliazione famiglia-lavoro. Ci auguriamo che il numero di domande superino largamente i posti disponibili: tutte le informazioni e i
documenti da scaricare per poter partecipare al bando sono reperibili qui.
Pubblicato il
14 marzo 2012 - Commenti
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08
mar
Come ogni 8 marzo che si rispetti, di donne si parla. Quest'anno, soprattutto sui Media, si parla molto anche di conciliazione famiglia-lavoro, un po' perché il tema lavoro è di strettissima attualità, un po' perché il Ministro Fornero non ha mai fatto mistero di voler implementare politiche di conciliazione davvero efficaci (sono molto curiosa di vedere quali!).
Un approccio che ormai sta diventando mainstreaming, noto, è lo sforzo comune di togliere il tema della conciliazione dalle pari opportunità e di considerarlo piuttosto come un tema "di famiglia", un tema cioè che interessa in modo trasversale padri e madri.
A questo proposito, voglio parlarvi oggi della proposta lanciata pochi giorni fa dal
Forum delle Associazioni Familiari sul tema della conciliazione famiglia-lavoro: il
Fondo Paritetico per la Conciliazione.
Tale proposta parte da una riflessione sul diritto alla conciliazione, che non è sancito in alcun modo nella legislazione italiana. L’esempio più evidente di questa impostazione appare essere l’impostazione stessa dell’art. 9 della L. 53/00, Misure per conciliare tempi di vita e tempi di lavoro, che permette lo stanziamento di fondi per il finanziamento di progetti di conciliazione famiglia-lavoro, ma non arriva a considerare la
conciliazione come un diritto universalmente riconosciuto (come accade invece
per i congedi parentali regolamentati nell’ambito della stessa legge). La conciliazione è dunque sostanzialmente una buona prassi, un’azione
virtuosa all’interno di un sistema virtuoso.
Il Forum, attraverso una proposta pensata come innovazione sociale, vorrebbe invece arrivare all'affermazione di tale diritto (uno dei nuovi diritti in ambito lavorativo? mi sono chiesta io).
La proposta prevede la creazione di un Fondo Paritetico per la Conciliazione che permetta, secondo modelli collaudati in altri paesi europei, tra cui il “Levensloopregeling” olandese, prestazioni di sostegno al reddito nel caso di:
(i) richiesta di periodi aspettative/congedi per ragioni familiari ULTERIORI rispetto a quelli stabiliti già dalla legge e dal contratto collettivo;
(ii) ricorso al lavoro part time in alcune fasi della vita professionale.
Tale Fondo potrebbe essere strutturato su base volontaria, nell'ambito della contrattazione collettiva nazionale, e agganciato ai fondi pensione già esistenti; il lavoratore potrebbe usufruirne, previo accordo con il datore di lavoro, in alcuni momenti della propria vita professionale o negli ultimi anni di lavoro; lo Stato dovrebbe garantire un contributo a favore del datore di lavoro che assume un'altra persona, durante i periodi di utilizzo di tale Fondo.
Questa la proposta, a grandi linee.
In allegato trovate il documento completo.
Pubblicato il
08 marzo 2012 - Commenti
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