Classe media, addio: i “nuovi poveri” in Italia

Indagine per Famiglia Cristiana, Istituto Nazionale per Ricerche Demopolis

11/08/2011

Il 45% degli italiani considera peggiorata, negli ultimi tre anni, la situazione economica della propria famiglia, mentre il 48% la giudica immutata.
Sono appena 7 su 100 i cittadini che ritengono migliorato il proprio tenore di vita dal 2008 a oggi.
Si avverte tra i cittadini un sempre più diffuso sentimento di incertezza verso il futuro e milioni di famiglie temono anche gli effetti dell’ultima manovra finanziaria decisa dal Governo.
Sono alcuni dei dati che emergono da una indagine, condotta per Famiglia Cristiana, dall’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis.

Ma chi sono in Italia “i nuovi poveri”?
Secondo la fotografia scattata dall’Istituto Demopolis, sono in difficoltà soprattutto le famiglie monoreddito, residenti prevalentemente nel Sud; gli anziani con pensioni minime o sociali; i nuclei familiari numerosi a reddito fisso. In una situazione di debolezza appaiono anche i disoccupati e le giovani famiglie, spesso con un lavoro precario e senza immobili di proprietà.

“La ricerca – afferma il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento - rivela il progressivo impoverimento nel nostro Paese della classe media a reddito fisso.
Solo il 37% degli intervistati afferma di giungere alla quarta settimana del mese con relativa tranquillità.
Il 40%, invece, è costretto a diverse rinunce in certi periodi dell’anno e il 23% ammette di far molta fatica e di dover ricorrere spesso a risparmi precedenti o a prestiti per far fronte alle spese quotidiane.

Cresce anche il numero di coloro che vivono in rosso: quasi un terzo degli italiani ha oggi un mutuo o qualche debito nei confronti di parenti, banche o finanziarie.

La crisi – prosegue Pietro Vento - sta colpendo anche le famiglie che non molti anni addietro godevano di un accettabile tenore di vita.
È inferiore al 30% il numero di famiglie che negli ultimi 12 mesi sono “riuscite a mettere da parte” una quota del reddito. Il 43%, invece, ha speso integralmente il reddito e il 20%, anche nel tentativo di non modificare il tenore di vita, ha utilizzato i risparmi.
Quasi una famiglia su dieci, secondo l’indagine promossa da Famiglia Cristiana, ha fatto ricorso a prestiti o al credito al consumo per fare acquisti”.

Nella perdurante crisi che investe l’economia, si modificano anche comportamenti e abitudini di consumo: il 55% afferma di aver ridimensionato le spese per il tempo libero ed i pasti fuori casa; Il 52% va alla ricerca di punti vendita più economici per l’abbigliamento o di beni in saldo; cresce anche, per il 46%, la tendenza all’acquisto di prodotti alimentari più economici o in discount.
Si riduce infine il numero dei giorni di vacanza o di viaggio.

 

(Nota metodologica- L’indagine è stata realizzata dall’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis, per Famiglia Cristiana, su un campione di 1.020 cittadini, rappresentativo dell’universo della popolazione italiana maggiorenne, stratificato in base al genere, alla fascia di età, al titolo di studi ed all’area di residenza. La ricerca è stata condotta dal 6 al 12 luglio con metodologie CATI-CAWI).

 

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