Cala la ricchezza, ma l’euro non c’entra

Altroconsumo analizza dieci anni di moneta unica: il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito del 7 per cento. Però la colpa è di un’economia chiusa alla concorrenza e al mercato

01/09/2011

Altroconsumo fa un’analisi accurata di dieci anni di euro. Secondo l’assoziazione di consumatori, a fronte  di un aumento medio dei prezzi al consumo del 21% c'è stata un'evoluzione più lenta nella crescita dei redditi pro capite (+14%) e una conseguente riduzione del potere d'acquisto: -7%. I comportamenti di spesa sono stati influenzati dal cammino lento e costante dell'inflazione, dagli aumenti di prezzo di cereali e derivati, con la dinamica speculativa che ne è seguita, dai picchi dei rincari in settori nevralgici per il bilancio familiare: trasporto marittimo(+147%) e aereo (+61%); treni (+46%); utenze acqua (+52%) e gas (+34%);  bevande alcoliche e tabacchi (+53%). I premi Rcauto sono cresciuti a dismisura in città come Napoli (+122%), Palermo (+77%); note dolenti per i motociclisti a Roma, con un +136% sull'Rcmoto.

Ci sono state anche riduzioni di prezzo, non a caso  in quei settori dove si deciso di aprire alla concorrenza scegliendo forme distributive alternative. E' il caso dei prodotti farmaceutici, con un -28% rispetto ai prezzi del 2001. In discesa anche i prezzi di prodotti tecnologici come macchine fotografiche (-41%), computer (-64%), telefonini (-73%). Dove ci sono resistenze, come nel settore trasporto taxi, i prezzi si sono impennati: +34%. 

E’ soprattutto sulle bollette che le famiglie italiano hanno sentito il peso maggiore. La tassa sui rifiuti è aumentata del 33%, l'acqua del 52%. Nel comparto energetico, i balzi del prezzo del petrolio e le inefficienze del settore, anche nella distribuzione, si sono fatti sentire. Criticità che nel settore dell'energia elettrica sono state controbilanciate dalla maggiore concorrenza nel mercato introdotta nel 2007, che ha ridotto gli aumenti al +24%, meno che in altri campi.

Sul fronte alimentare dinamiche diverse città per città: il caffè è cresciuto di più a Roma (+35,5%) e a Napoli (+31%), la pizza a Bari (+45%) e a Milano (+44).

In conclusione, secondo Altroconsumo, dieci anni di euro non hanno portato incrementi diretti. Su rincari di prezzi e tariffe hanno inciso più gli ostacoli alla concorrenza, l'inefficienza industriale e i freni a una distribuzione più moderna o all'offerta anche attraverso l’on line. Un esempio per tutti, il settore delle telecomunicazioni. «Grazie anche al forte balzo in avanti dei consumi, il -27,9% dei costi per i cittadini parla chiaro: chi scommette nello sviluppo del prodotto e nell'offerta di prezzi e tariffe con sconti notevoli per guadagnare utenza vince sul mercato, e anche il consumatore può giocare un ruolo attivo nella scelta e nel confronto, risparmiando sul proprio bilancio».

I numeri della ricerca di Altro consumo nella tabella allegata.

Elena Zuccaro
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