Canone Rai: il tributo più evaso

Fino a lunedì la possibilità di pagare con un piccolo sovrapprezzo. Ma c'è chi dice: «È incostituzionale».

25/02/2011

Hai un cellulare di ultima generazione? Devi pagare il canone Rai. Così se hai un computer, un impianto aereo capace di captare onde elettromagnetiche o, più semplicemente, un televisore. Lo dice il regio decreto 246 del 1938 sulla disciplina degli abbonamenti alle radioaudizioni, più semplicemente conosciuto come "il canone". La scadenza era lo scorso 31 gennaio, ma fino a lunedì si può pagare l'abbonamento con un piccolo sovraprezzo. Più che un abbonamento, per molti giuristi, si tratta di un'imposta. Una sentenza della Corte di Cassazione del 1963 l'ha definita "tassa", la stessa corte nel 1988 l'ha chiamata "imposta sul soprammobile", infine nel 2002 una sentenza ha affermato che si tratta di "una prestazione tributaria, fondata sulla legge, non commisurata alla possibilità effettiva di usufruire del servizio", ma che comunque va pagata. Eppure il tema non trova tutti d'accordo e spesso gli evasori si ritengono nel giusto. L'avvocato Gianni Marongiu, per esempio, si è spinto a dire che il canone Rai è incostituzionale perché è un'imposta sul patrimonio, ma evanescente.

Il mistero del "piccolo sovrapprezzo"
Per i ritardatari che non hanno rispettato la scadenza del 31 gennaio c'è la possibilità di pagare il canone entro il 28 febbraio con “un piccolo sovrapprezzo”. Così dicono gli spot Tv, così si legge sul sito della stessa Rai. Ma a quanto ammonta la mora? Non è così semplice saperlo, visto che né le comunicazioni televisive né il sito Rai lo spiegano. Anche per il direttore dell’ufficio abbonamenti Edoardo Zagni non è semplice trovare la risposta: «Mi sono accorto anch’io che tutte le comunicazioni parlano di “piccolo sovrapprezzo” senza quantificare: è sicuramente una lacuna che dobbiamo risolvere. Il problema è che fino a lunedì il sovrapprezzo è di 4,35 euro, ma poi la morosità viene calcolata su due semestri e cambia ancora». In pratica, entro lunedì recandosi dal tabaccaio si pagano, in tutto, 116 euro compresa la commissione invece dei 110,50 che si pagavano a gennaio.

L'evasione però non è giustificabile, anche perché il prezzo dell'abbonamento (109 euro per quest'anno) è tra i più bassi d'Europa dove si arriva al record dell'Islanda che fa pagare ai cittadini 346 euro. Vero è, d'altra parte, che le Tv pubbliche di Germania o Gran Bretagna mandano in onda pochissima pubblicità, mentre in altri paesi come Portogallo, Olanda e Ungheria il canone non esiste. Secondo una ricerca di Krls Network of Business Ethics commissionata da Contribuenti.it, il 43% delle famiglie italiane evade il canone (le stime Rai sono più basse, intorno al 30%). Il ministro allo sviluppo economico Paolo Romani ha confermato la volontà di incrementare gli sforzi per la "caccia all'evasore", partendo da una semplice considerazione: chi ha l'elettricità in casa non può non avere un apparecchio che permette di vedere i programmi Rai.

Eleonora Della Ratta
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