In tre anni sequestrati 1,8 miliardi di falsi

Ma chi compra merce illegale non si sente in colpa, anzi è felice di risparmiare

26/07/2011

Capita per le strade della città, ma ancora di più sulle spiagge, di trovare in vendita merce di dubbia provenienza: cinture e borse griffate, capi d’abbigliamento fin troppo simili a quelli di grandi stilisti, ma anche giocattoli o cosmetici. Capi per lo più contraffatti. La contraffazione crea un danno economico, ma non solo: spesso vengono utilizzati materiali non idonei che possono essere anche dannosi per la salute. Per contrastare il fenomeno la Direzione generale per la lotta alla contraffazione ha creato una banca dati che raccoglie l’attività delle forze dell’ordine sui sequestri: nel triennio 2008-2010 l’Agenzia delle dogane e la Guardia di Finanza hanno effettuato 56mila sequestri con 175 milioni di beni contraffatti. Nel corso degli anni il fenomeno è cresciuto: dai 2.331 pezzi del 2008 si è passati ai 3.500 dello scorso anno (vedi tabella in allegato). La maggior parte dei sequestri  sono stati eseguiti nel Lazio, Lombardia, Campania e Puglia che da sole contano il 60% dei sequestri avvenuti in Italia. Guardando ai settori, il 72% delle merci contraffatte è costituito da accessori per l’abbigliamento e le calzature, ma anche occhiali, orologi e gioielli. Senza considerare i sequestri di alimenti, bevande, tabacchi e medicinali, il valore complessivo della merce sequestrata è di 1,8 miliardi di euro.

La ricerca. Il ministero per lo Sviluppo economico ha condotto anche un’indagine su 4mila cittadini per capire qual è la percezione di questo fenomeno e della sua gravità. Solo il 14,65% del campione si è dichiarato acquirente di prodotti contraffatti (586 intervistati su 4.000) e in genere il canale di vendita è costituito da bancarelle, ambulanti ed extracomunitari. Il motivo per cui si scelgono questi prodotti è, ovviamente, il prezzo, ma i clienti non sembrano delusi: il 71% dichiarano di non trovare una significativa differenza di qualità con l'originale, che è soddisfatto di ciò che ha comprato e che ripeterà la scelta. Ma quello che è più preoccupante è che i cittadini non hanno rimorsi: il 72,9% degli intervistati non si sente in colpa né nei confronti del fisco, né per aver alimentato gli interessi della malavita organizzata, né per aver danneggiato l'economia, anche se ne è consapevole e il 90% sa che rischia di pagare grosse sanzioni. Insomma, l’occhio va solo al proprio portafoglio. Come fare, dunque, a sconfiggere la contraffazione? Per gli intervistati la risposta è semplice: oltre il 90% ritiene che basterebbe mettere in commercio linee di prodotti a prezzi più bassi.

Eppure le iniziative per contrastare il fenomeno non mancano, come l’ultimo protocollo d’intesa firmato dal ministero dello Sviluppo Economico, il Consiglio nazionale anticontraffazione e i Comuni di Lecce e di Otranto che hanno dato il via alla campagna di sensibilizzazione “Io non voglio il falso”. « La contraffazione è un fenomeno complesso. Il mercato del falso non solo danneggia le Imprese, con una pesante ricaduta sull'intera economia nazionale, ma costituisce anche un serio rischio per tutti i cittadini – spiega Loredana Gulino, direttore generale della Direzione per la lotta alla contraffazione – il nostro obiettivo è dunque la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e in questo senso la campagna “Io non voglio il falso” di Lecce e Otranto rappresenta solo l'ultima tappa di un percorso informativo che ha visto la collaborazione e il sostegno di molti Comuni d’Italia, quali ad esempio Bari, Brindi, Roma, Frascati, Catania, Milano e Parma».

Eleonora Della Ratta
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