L’usura strozza soprattutto al Sud

In Campania il rischio è del 66 per cento superiore alla media nazionale. Migliora il Nord Ovest, va bene con qualche sussulto il Nord Est

26/08/2011

La crisi economica e la conseguente stretta creditizia attuata in questi ultimi anni dalle banche e dagli istituiti finanziari a cittadini e imprese, hanno peggiorato ancor più la situazione. Il rischio usura attanaglia il Mezzogiorno, mentre nel Nord la situazione presenta un quadro molto differenziato: a Nordovest è in forte calo, a Nordest, pur essendo ancora a livelli contenuti, tende ad aumentare. Lo ha rilevato l’Ufficio Studi della CGIA di Mestre. La Regione con il livello più alto di rischio è la Campania. Seguono il Molise, la Calabria, la Puglia e la Sicilia. Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige, invece, sono tra le Regioni meno investite dal fenomeno, anche se nell’ultimo anno è in ripresa.
 
Sulla base di un’elaborazione in cui sono stati messi a confronto alcuni indicatori regionalizzati riferiti al 2010 (la disoccupazione, i fallimenti, i protesti, i tassi di interesse applicati, le denunce di estorsione e di usura, il numero di sportelli bancari e il  rapporto tra sofferenze ed impieghi registrati negli istituti di credito), la CGIA di Mestre ha individuato l’indice del rischio usura attraverso la combinazione statistica di tutte quelle situazioni potenzialmente favorevoli al diffondersi dello strozzinaggio.

Nelle aree dove ci sono più disoccupazione, alti tassi di interesse, maggiore sofferenze, pochi sportelli bancari e tanti protesti, la situazione è decisamente a rischio. Rispetto a un indicatore nazionale medio pari a 100, il tasso di usura rilevato in Campania è di 166,1 (il  66,1% in più della media Italia), segue il Molise con il 158,3, la Calabria con il 146,3, la Puglia con 146,1, la Sicilia con il  134,9. In Trentino l’indice di rischio usura scende a 46,7 (53,3% in meno della media nazionale). Segue la Valle d’Aosta con 69,8, il Veneto con 72,5 e il Friuli Venezia Giulia con 74,7.

Se, invece, si analizza il risultato emerso dal confronto con l’anno precedente, al Sud la crescita è stata molto evidente: Molise + 43,3; Puglia +3,1; Calabria +2,3; Sicilia +1,9. Tra le grandi realtà del profondo Sud, solo la Campania, ha ridotto la sua esposizione (-7,9 punti). Bene il Nordovest: in Valle d’Aosta si è registrato un calo del  rischio usura pari a –10,2; in Liguria del –5,7; in Piemonte del –5,1; in Lombardia del -0,3.  A Nordest, invece, a fronte di una riduzione registrata nel Trentino Alto Adige (-3,3), in Veneto il rischio usura è aumentato di 1,5 punti; in Emilia Romagna di +2,7 punti, mentre in Friuli V.G. addirittura di +8,7 punti.

Elena Zuccaro
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