17/09/2011
Ma quanto costerà veramente alle famiglie italiane l’aumento dell’Iva dal 20 al 21 per cento, che scatta da oggi? Sono circolate e circolano ancora cifre che lasciano perplessi. Il Governo conta di recuperare 4,2 miliardi di euro all’anno, il che significa circa 70 euro all’anno pro capite, un po’ meno di 6 euro al mese.
In questa materia si finisce facilmente nella poesia di Trilussa (“Me spiego: da li conti che se fanno/ secondo le statistiche d’adesso/ risurta che te tocca un pollo all’anno:/ e, se nun entra ne le spese tue,/ t’entra ne la statistica lo stesso/ perché c’è un antro che ne magna due”), però questa volta a parti rovesciate. In effetti, il ritocco di un punto solo dell’aliquota normale, quella che prima era al 20 e ora è al 21, incide di più sui redditi medio-alti che su quelli più bassi.
Le aliquote ridotte del 4 e del 10 per cento, infatti, non sono state toccate e riguardano praticamente tutti i generi di prima necessità, dal pane alla carne, dalla verdura alla frutta, dall’olio alla pasta, dalle uova ai lavori di manutenzione della casa eccetera. Tutti questi prodotti e servizi, che sono circa 150, non dovrebbero subire aumenti e se li dovessero subire si tratterebbe di speculazione che nulla a che fare con l’aumento dell’Iva.
P.M.G.