Bello e sostenibile

E' il nuovo motto delle firme d'arredamento. Le scelte sono diventate "responsabili".

29/04/2010
La parete modulare in ecocemento South Face di Massimo Iosa Ghini per Il Cantiere.
La parete modulare in ecocemento South Face di Massimo Iosa Ghini per Il Cantiere.

Responsabilità ambientale applicata al design. Rischiava di rimanere solo un concetto di moda, oppure un termine che definisce una modalità produttiva, un progetto. Oggi, invece, molte firme dell’arredamento ne hanno fatto uno stile di vita e anche un modo per dare un senso più vero alla loro professione. Alcune aziende riusano materiali senza quasi sottoporli ad altri processi di lavorazione. Altre, riciclano prodotti che alla fine rinascono dalle proprie ceneri con altre funzioni. Anche il Salone del mobile di Milano ha puntato i riflettori sull’argomento. Con tanto di slogan: Less is more, less is green, meno è meglio, meno è verde. 

     La filosofia della semplificazione che fa bene anche all’ambiente è sposata da Cassina che ha realizzato con Ambiente Italia una linea di divani, Aire, interamente componibile, 80% riciclabile e 65% in meno d’imbottitura: un enorme risparmio d’energia. Alcuni designer non creano più solo oggetti, ma sistemi per vivere meglio. É il futuro. Un esempio? South Face di Massimo Iosa Ghini: prodotta da Il Cantiere, è una parete modulare in ecocemento con elementi che accolgono una scenografica vegetazione: per trasformare facciate metropolitane in giardini verticali.

       Vi sono marchi che ottengono certificazioni di eccellenza, come Arper per le sue sedie. Particolare attenzione all’ecologia anche nelle collezioni di Riva 1920: ha commissionato all'architetto Matteo Thun la progettazione di un tavolo di grandi dimensioni ispirato dal Canal Grande di Venezia, realizzato utilizzando il legno delle briccole, i pali piantati sul fondo della laguna usati per gli ormeggi. Sempre di Matteo Thun, un altro progetto eco per Rapsel: una grande vasca interamente in larice, che ricorda le vecchie tinozze. Il ritorno del legno con le sue venature ben in vista per una lampada lunga più di due metri: Troag di Luca Nichetto per Foscarini. Curiosa l’origine: in svedese tröag indica un attrezzo in legno a forma di canoa per schiacciare la frutta. Il designer ha capovolto l’oggetto e l’ha trasformato. Centoundici bottiglie di Coca-Cola mescolate con spazzatura diventano una sedia: è la 111 Navy Chair che Emeco metterà sul mercato da giugno, richiamando il modello in alluminio realizzato dalla stessa azienda nel 1944 per la Marina Militare americana.

     Indagini di mercato concordano che la sostenibilità ambientale non è più affare soltanto di una minoranza progressista, ma di tutti: Il 52% predilige prodotti di aziende con una forte reputazione verde (Tandberg), il 92,4% degli italiani vuole un rapporto non predatorio con la terra” (Ipsos/Osservatorio consumi) e il 67% è pronto a “punire” i comportamenti irresponsabili delle aziende (GfK-Eurisko).

Ginevra Petrolo
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