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mag

Meteo da venerdì 25 a lunedì 28 maggio

Il caldo in atto sul Nord Italia da due giorni, verrà venerdì spazzato via da un nucleo di aria fredda in arrivo dal Mar Baltico e che raggiungerà l’alto Adriatico per poi propagarsi con freschi venti orientali a tutta la Val Padana ove le temperature massime crolleranno di 6-7 gradi rispetto ai valori calienti di ieri, giovedì. L’aria fresca favorirà anche, tra venerdì e sabato, rovesci e temporali soprattutto sulle regioni di Nordovest,sulle Alpi e al Sud. Ma poi domenica migliora quasi ovunque.

Ma ecco in dettaglio che tempo farà nel fine settimana, secondo le proiezioni del Centro www.meteogiuliacci.it:

Venerdì 25: al mattino su al Nord e Toscana; sereno sul resto d’Italia; rovesci diffusi e qualche temporale su Piemonte, Lombardia, Piacentino, Trentino. Qualche rovescio anche sulla Calabria tirrenica. Nel pomeriggio i rovesci ei temporali si estenderanno anche alle Dolomiti e alla Toscana. Nella sera rovesci su Basso Lazio, migliora sul resto d’Italia.

Sabato 26:
poco nuvoloso o nuvoloso su quasi tutta l’Italia; sereno su Isole e Medio Adriatico. Al mattino piogge su Liguria, Piemonte, Alpi lombarde, Trentino, Trevigiano, Alta Toscana, Foggiano, Campania, Lucania, Alta Calabria. Nella sera bello al Centronord, ancora piogge su Casertano, Napoletano, Foggiano, Est Sardegna, Biellese.

Domenica 27:
bel tempo al Centronord. Al mattino rovesci su Salento, Puglia, Est Sicilia. Nel pomeriggio isolati brevi temporali su regioni alpine e rilievi calabri. Nella sera possibili piovaschi su Verbano, Novarese, laghi lombardi, lago di Garda, Trentino.

Lunedì 28:
prevale quasi ovunque il bel tempo, a parte rovesci diffusi al mattino e al pomeriggio su Alpi occidentali e Alpi marittime e, a parte isolati temporali pomeridiani su Alpi centro-orientali, Appennino ligure e centrosettentrionale.

                                                                                                            www.meteogiuliacci.it

Pubblicato il 24 maggio 2012 - Commenti (0)
10
gen

Napoleone nella tempesta

Nel febbraio del 1815, Napoleone, abbandonato l’esilio sull’Isola d’Elba, si insediò nuovamente al governo della Francia, tornando a minacciare l’Europa e costringendo le grandi potenze del momento a mettere in piedi in breve tempo un numeroso esercito.

Tra il 16 e il 18 di giugno del 1815, a Waterloo si svolse la battaglia decisiva tra i 400.000 soldati francesi e quasi un milione di uomini olandesi, inglesi e prussiani, guidati da Wellington. La sera del 17 giugno, con un’abile mossa Napoleone accerchiò Wellington alle porte di Waterloo e la vittoria sembrava ormai certa.

L’attacco risolutivo fu programmato per le 7 del mattino dopo. Ma nella notte violenti acquazzoni si abbatterono a Sud di Bruxelles dov’erano le truppe francesi, trasformando il terreno in un acquitrino dove le ruote dei pesanti pezzi di artiglieria rischiavano di restare impantanati. Pertanto, il mattino dopo, Napoleone decise di rimandare l’attacco di qualche ora, finché il sole non avesse asciugato un po’ il terreno. Ma quel rinvio gli fu fatale: l’arrivo infatti dei rinforzi prussiani ribaltò le sorti della battagli,a costringendo i francesi alla resa.

Pubblicato il 10 gennaio 2012 - Commenti (0)
01
nov

Folletti luminosi notturni in cielo

I red sprites – alla lettera, “folletti rossi” – e i blue jets sono fenomeni ottici che avvengono tra la stratosfera e la mesosfera in presenza di nubi temporalesche di notevole sviluppo verticale e fanno parte dei cosiddetti fenomeni TLE (Transient Luminous Events) ovvero eventi luminosi atmosferici con durata di appena qualche frazione di secondo.
 Il fenomeno non è altro che una scarica elettrica tra il top di una spessa nube temporalesca e gli strati atmosferici sovrastanti, una volta che siano stati adeguatamente ionizzati da forti scariche elettriche positive tra la nube e il suolo. Ma il, meccanismo di innesco della scarica spaziale rimane ancora un mistero. In media solo l’1% delle scariche positive dà luogo a eventi luminosi.

Se ne conoscono ormai almeno dodici tipi diversi, ognuno con proprie caratteristiche strutturali per dimensioni, colori ed aspetto, durate e meccanismi generativi. I più frequenti sono appunto gli sprites e i blue jets, ma non sono rari anche i blue starters, elves, sprite haloes, trolls, gnomes, pixies, blue jets giganti.
Gli sprites si manifestano di solito sotto forma di spot luminosi verso l’alto, per lo più di colore rosso. Raggiungono in media altitudini prossime a 90 km ma con massima luminosità tra 65 e 75 km, hanno dimensioni orizzontali dell’ordine di qualche decina di chilometri e durano appena 3-10 millisecondi. A causa della loro bassa luminosità sono in genere difficili da vedere a occhio nudo anche di notte, specie in presenza di altre fonti luminose come quelle delle città.
I blue jets si manifestano a quote più basse ed emergono anche essi verso l’alto dal top delle nubi temporalesche sotto forma di lampi luminosi di colore blu, a forma di cono con un’ampiezza di circa 15 gradi, e alla velocità di circa 100 km al secondo, per poi sparire intorno a 40-50 km di altezza.

Pubblicato il 01 novembre 2011 - Commenti (0)
27
giu

Pecore e alberi nel mirino dei fulmini

Il cielo durante un temporale.
Il cielo durante un temporale.

Curiosando

Sono più di 10.000 le persone che nel mondo ogni anno vengono colpite, i maniera più o meno grave, dai fulmini, con effetti che vanno dalla morte per folgorazione, a scottature, lesioni di organi interni. I danni poi ad opere, manufatti, elettrodotti sono ingenti e, solo in Italia (1.200.000 fulmini circa all’anno), assommano a varie centinaia di milioni di euro. Il fulmine provoca spesso perdite di bestiame e, a volte, vere e proprie ecatombi di pecore, animali che sono soliti riunirsi in gruppo compatto, cosicché la colonna d’aria calda, a carica positiva, che dal gregge sale verso la base della nube temporalesca, crea un solco conduttore attraverso il quale si scarica poi la folgore.

Anche gli alberi isolati sono frequente bersaglio dei fulmini perché, per il noto effetto elettrico del potere disperdente delle punte, anch’essi tendono disperdere sulla colonna d’aria sovrastante le cariche elettriche sottratte al suolo - così come avviene nel parafulmine – creando così un canale conduttore tra albero e base del temporale. Per quanto riguarda i danni agli edifici le statistiche indicano che il 55% circa dei fulmini colpisce campanili, torri alte e guglie, il 38% i camini, il 6% i tetti.

Pubblicato il 27 giugno 2011 - Commenti (0)
06
giu

L’arcobaleno, una meraviglia della natura

Curiosando


L'arcobaleno è generato dalla dispersione ottica della luce solare che attraversa gocce di pioggia rimaste in sospeso nell’aria dopo un acquazzone. La luce viene prima deviata nel penetrare nella goccia, riflessa sul retro della goccia e ancora deviata come lascia la goccia. La deviazione del raggio uscente rispetto a quello entrante va dai 137 gradi, per il colore rosso, ai 139.5 per il violetto. E’ in tal modo comunque che la luce bianca del raggio incidente viene scomposta nei colori dell’arcobaleno.

I raggi solari ovviamente colpiscono tutte le goccioline presenti in quel momento nell’aria ma, dopo la doppia deviazione da parte delle gocce, raggiungono il nostro occhio soltanto se l’angolo formato tra il raggio uscente che arriva al nostro occhio e quello entrante è di 40-42° . La posizione dell’arcobaleno nel cielo è solo apparente tanto che decresce e si allontana verso l’orizzonte man mano che il sole si innalza nel cielo fino a scomparire quanto il sole è allo zenit. Inoltre, via via che l’osservatore si avvicina, l’arcobaleno sembra allontanarsi perché viene “ricostruito” dalle nuove goccioline di pioggia, più lontane, che soddisfano la condizione dei 42 gradi.

Pubblicato il 06 giugno 2011 - Commenti (0)
01
giu

La sindrome da temporale

Clima e salute

Siamo all’inizio della estate e i temporali divengono di giorno in giorno più frequenti, specie sulle regioni centro-settentrionali e soprattutto nelle ore pomeridiane e serali. La aree più temporalesche della penisola sono le regioni alpine, e le vicine zone della pianura padano-veneta. La massima frequenza si raggiunge allo sbocco delle grandi valli alpine (come la Valle d’Aosta e la valle dell’Adige) o là dove, come il Friuli, la più contenuta altezza della catena alpina, facilità le incursioni di aria fredda proveniente dal Nord Atlantico.

Ma per molte persone, quando la scura e minacciosa nube temporalesca si affaccia all’orizzonte, inizia un vero e proprio calvario, con una serie di malesseri, come dolori alle articolazioni e ai muscoli, mal di testa, insonnia, stanchezza e persino attacchi di asma. Anche lo stato d’animo ne può risentire e nei 10-20 minuti che precedono l’arrivo della pioggia, depressione, malinconia e nervosismo prendono il sopravvento. Disturbi legati in parte al calo della pressione atmosferica e in parte al fatto che poco prima dell’arrivo del temporale l’aria diviene fortemente elettrizzata, con una prevalenza però di ioni positivi, i quali hanno la brutta abitudine di stimolare nel cervello la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore che quando è troppo abbondante rompe l’equilibrio che garantisce il nostro benessere.

I disturbi durano fino allo scatenarsi dei lampi, che hanno il merito appunto di rimuovere dall’atmosfera le malefiche cariche positive. Anzi, in genere, all’arrivo delle prime gocce, al nervosismo subentrano calma e benessere e ci sente addirittura su di tono. In alcuni invece i lampi e i tuoni che accompagnano il temporale – fenomeni che colpiscono fortemente i sensi – scatenano vere e proprie crisi di panico, una paura che è l’eco di terrori ancestrali, ma talvolta anche la probabile traccia lasciata nel subconscio da qualche trauma avvenuto in età infantile.

Pubblicato il 01 giugno 2011 - Commenti (0)

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Autore del blog

Il meteo di Giuliacci

Col. Mario Giuliacci

Mario Giuliacci è un meteorologo, personaggio televisivo e colonnello italiano. È laureato all'Università La Sapienza di Roma. È autore di diversi libri sulla meteorologia. Attualmente cura su LA7 la rubrica del meteo per il fine settimana.

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