04 novembre 2011
Segnalo questo libro, che ripercorre un' importante esperienza di vita ecclesiale degli anni del post Concilio, a tutti gli amici che hanno condiviso quell'esperienza tra gli anni '60 e gli anni 80 ed a tutti i preti e laici interessati ad una riflessione sui percorsi di evangelizzazione da intraprendere.
Grazia e Roberto Cazzola-Raffaele Savigni, Oltre la storia oltre la memoria. Esperienze pastorali del dopo Concilio a Sant'Antonio della Quaderna e nel Vicariato di Budrio negli anni del ministero di don Tonino Pullega, con una Prefazione di mons. Paolo Rabitti, Bologna, Dehoniana libri, 2011
Il volume analizza un aspetto della ricezione del Concilio nella diocesi di Bologna: l’attività pastorale di don Tonino Pullega (che ha raggiunto la casa del Padre nel gennaio 2006) alla guida di una piccola parrocchia del contado bolognese e nel Vicariato di Budrio, ove promosse negli anni 1966-1984 la formazione dei giovani ed il consolidamento delle strutture di partecipazione ecclesiale. Esso si apre con una impegnativa e commossa prefazione di mons. Paolo Rabitti, ora vescovo di Ferrara, già compagno di Seminario di don Tonino. Gli autori hanno deciso di scrivere questo libro, che mostra (come osserva mons. Rabitti) “cosa fa e cosa produce in una comunità umana un prete autentico”, non solo per rendere omaggio ad un maestro spirituale che li ha aiutati in modo decisivo a crescere nella fede ed a maturare una coscienza ecclesiale, ma soprattutto per aiutare le comunità del nostro tempo a ritrovare, in anni spesso segnati dalla stanchezza e dal ripiegamento, le linee direttrici di un cammino comunitario sulla base dell’ecclesiologia del Concilio.
Pur fornendo un inquadramento storico e biografico, il volume lascia per lo più la parola ai protagonisti: don Tonino, che rivive attraverso le omelie, le pagine del suo diario spirituale ed altri scritti (come gli “Orientamenti di direzione spirituale nella vita laicale” preparati per un convegno del 1983); e la sua comunità, della cui vivacità le pagine del bollettino parrocchiale qui riprodotte offrono un’immagine precisa. Emerge la figura di un prete innamorato di Cristo e della sua Chiesa (al di là di qualche ferita iniziale), esigente ma sempre attento alle persone, infaticabile promotore di attività formative e di liturgie “partecipate”, e profondamente impegnato nella direzione spirituale e nella predicazione degli Esercizi spirituali: due strumenti formativi di cui sostenne sempre con vigore la permanente validità. Sotto la sua guida la comunità cristiana di S. Antonio acquisì progressivamente un volto nuovo, segnato dall’ascolto della Parola, dall’animazione comunitaria della liturgia, dal rinnovamentio della catechesi, dalla corresponsabilità dei laici chiamati a vivere il proprio carisma in una Chiesa “tutta ministeriale”, in sintonia con il cammino intrapreso dalla Chiesa italiana. In un contesto ambientale ancora segnato da profonde contrapposizioni politico-ideologiche don Tonino seppe accogliere e dare spazio a tutti coloro che, a prescindere dalla loro provenienza, fossero disposti a mettere in gioco la propria fede per la costruzione di una comunità in continuo ascolto dello Spirito e dei “segni dei tempi”, senza cedimenti alle mode ed al consumismo borghese.
Se la parrocchia divenne un importante luogo di aggregazione soprattutto per i giovani, l’influenza di don Tonino si allargò all’intero Vicariato di Budrio, attraverso i ritiri mensili del gruppo giovani vicariale (da lui coordinati, insieme ad una équipe di animatori laici, per quasi un ventennio), i momenti formativi per catechisti ed evangelizzatori e le nascenti strutture di partecipazione (il Consiglio pastorale vicariale ed i gruppi di settore): si definirono così i lineamenti di una “pastorale di insieme”, oggi definita “pastorale integrata”. La rigidità delle tradizionali strutture associative si aprì a nuovi orizzonti (erano gli anni della “scelta religiosa” dell’AC), e furono gradualmente ricomposte, nel territorio del Vicariato, le fratture provocate nel tessuto ecclesiale dalla crisi del ’68 e dall’emergere di gruppi del dissenso: l’accoglienza di voci diverse si accompagnò ad un rapporto costante con i pastori della Chiesa bolognese, più volte chiamati a presiedere l’Eucarestia ed a confermare la validità del cammino.
Un libro, quindi, che può aiutarci a recuperare la memoria storica di una significativa esperienza ecclesiale per costruire insieme il volto della Chiesa del futuro.
Il volume, pubblicato ai primi di luglio, verrà presentato presso la parrocchia di Medicina domenica 29 gennaio 2012, ore 17, da don Erio Castellucci. Chi è interessato ad avere copia del libro può rivolgersi a robertocazzola@virgilio.it o anche al sottoscritto (raffaelesavigni@alice.it)