Bimbo morto: «non condanniamo»

Bambini dimenticati in auto per ore e ritrovati senza vita. Lo psicoterapeuta Alberto Pellai ci aiuta a capire.

05/06/2013
I Carabinieri sul luogo dove è stato trovato il piccolo Luca.
I Carabinieri sul luogo dove è stato trovato il piccolo Luca.

Luca, 2 anni, è stato ritrovato ieri senza vita a bordo dell'auto del padre posteggiata alla periferia di Piacenza. Ma come Luca, Maria, Elena e Jacopo: sono questi alcuni dei nomi di piccoli che hanno perso la vita nella vettura dei genitori. Tutti dimenticati per ore al sole. Come può succedere? Lo abbiamo chiesto ad Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta.

«E’ davvero un evento dissociativo. Una specie di black-out della mente per cui azioni, pensieri ed emozioni non sono sintonizzati ed ognuno va nella sua direzione. Ecco cosa è successo ai genitori di cui ci ha parlato la cronaca. Un fenomeno che può capitare tra stanchezza, routine, mancanza di sonno e pensieri».

- Davanti ad un fatto del genere è facile pensare che possa capitare solo a un papà o a una mamma "degenere"...

«Non è così; non dipende dal grado di amore o di attenzione. Il problema è che il bambino in quel momento diventa un "non pensiero", è come se tu, genitore, entrassi in un altro film in cui tuo figlio non è presente. In una vita piena di impegni e scadenze i 4 minuti in cui normalmente lasci il bambino a scuola li puoi cancellare come niente. E’ un omissione vera e propria».

- Lei ha 4 figli. Le è mai capitato qualcosa del genere?

«Ricordo almeno un paio di occasioni in cui accompagnando tutti a scuola o alle attività ho rischiato di lasciare in auto la più piccola perché magari in quel momento dormiva. Una volta ho addirittura chiuso l’auto e mi sono allontanato per un paio di minuti per poi ricordarmene. Due minuti che ti possono cambiare per sempre la vita. Per questo non condanno questi genitori ma nutro grande compassione».

- E dopo, come si reagisce quando realizzi l’accaduto?

«Con un enorme senso di colpa e una responsabilità mostruosa. Ciò che può salvare questo genitore, ripeto, è solo la compassione».

- E la coppia?

«La coppia sopravvive solo se c’è una totale comprensione di chi è l’altro per te e l’evento esce al di fuori di ogni colpevolezza consapevole».

Chiara Pelizzoni
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Postato da curiazo il 06/06/2013 22:25

basta con questo buonismo o perdonismo da 4 soldi ! si vuole difendere l' embrione e poi quasi si scherza sugli esseri viventi colpiti a morte in modo atroce. Un imbecille rimane un imbecille, un criminale anche. Decidiamoci : o la vita vera vale oppure lasciamo che il mondo vada a rotoli. Insopportabili quei cronisti sciacalli che a cadavere caldo chiedono ai familiari se perdonano !

Postato da Vangadizza il 06/06/2013 13:33

Come colpevolizzare chi dovrà,per tutta la vita,convivere con tale angoscia e rimorso? Piuttosto compatire questa creatura che per questa,terribile,dimenticanza ha la sua vita e quella della moglie distrutta. Che Dio vegli su questa coppia.

Postato da Daniele Gavi il 05/06/2013 23:05

Anche a me è capitato più volte di dimenticare qualcosa in circostanze simili. Per fortuna, o grazie a Dio, ma solo per questo, non uno dei figli piccoli. Per questo questi fatti mi colpiscono molto.

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