Siria, salviamo almeno i bambini

Nel Paese mediorientale la guerra civile continua, ma la comunità internazionale ritarda decisioni risolutive per fermare un'emergenza umanitaria che colpisce soprattutto i minori.

Le Ong in prima linea per i piccoli profughi

05/03/2013
Bambini siriani in un campo profughi in Giordania (Reuters).
Bambini siriani in un campo profughi in Giordania (Reuters).

Basta violenza sui bambini siriani. Il 14 marzo 2013, vigilia del secondo anniversario della guerra civile in Siria, Save the children diffonde un rapporto con le testimonianze dirette dei minori costretti ad abbandonare le loro case e a vivere da profughi, in condizioni di miseria, pericolo, terrore. L'organizzazione umanitaria lancia una petizione internazionale da presentare alle Nazioni Unite affinché venga al più presto concordato un piano che assicuri la fine delle violenze e l'accesso agli aiuti umanitari in particolare per i più piccoli. Savhe the children vuole così dare voce ai bambini siriani, vittime inascoltate di un conflitto che ha trascinato il Paese ne baratro.

L'organizzazione ha raggiunto e assistito finora oltre 240mila persone, all'interno della Siria e nei campi profughi allestiti in Giordania, Libano e Irak. Già in occasione del summit a Roma dei Paesi Amici della Siria, Save ther children aveva lanciato un appello a rispondere con protenzza all'emergenza dei minori, fra i quali stanno dilagando malattie come la diarrea, a causa delle condizioni igienico-sanitarie pessime e della mancanza di ospedali ancora funzionanti. La petizione può essere firmata, fino al 15 marzo, all'indirizzo web: www.savethechildren.it/firma.

Anche Medici senza frontiere, in occasione della Conferenza dei donatori per la Siria a Kuwait City, ha levato la sua voce denunciando un forte squilibrio nell'assistenza internazionale al Paese. Secondo l'organizzazione, infatti, le zone sotto il controllo governativo ricevono la quasi totalità degli aiuti, mentre solo una piccola parte di quelle controllate dall'opposizione sono destinatarie di soccorsi. Msf è una delle poche organizzazioni che assistono le regioni controllate dalle forze di oppozione. Negli ultimi mesi l'associazione ha aperto tre ospedali nel Nordovest del Paese dove ha effettuato più di 900 interventi chirurgici. In generale, il soccorso sanitario passa attraverso il Comitato internazionale della Croce Rossa e le agenzie della Nazioni Unite che lavorano in collaborazione con la Mezzaluna Rossa, la sola organizzazione autorizzata dal Governo di Damasco all'assistenza della popolazione.

L'Unicef è presente in Siria fin dall'inizio della crisi, operando su vari fronti: sanità, acqua e igiene, nutrizione, istruzione, protezione dell'infanzia.  Fino ad oggi nel Paese sono stati vaccinati 1,3 milioni di bambini contro il morbillo ed è stato assicurato il sostegno psico-sociale a oltre 32mila minori.

a cura di Giulia Cerqueti
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