Acli: famiglie sempre più povere

Lo conferma il Rapporto stilato in collaborazione con l'Università Cattolica di Milano. Aumentano i contribuenti con basso reddito e un immobile di proprietà.

18/06/2013
Foto Thinkstock.
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L'impoverimento delle famiglie italiane è un dato di fatto. Sono sempre più numerose e concordanti le analisi che lo confermano. Una ulteriore conferma arriva dalle Acli, che hanno pubblicato un Rapporto sui redditi di lavoratori e famiglie in collaborazione con l'Università Cattolica di Milano. Il Rapporto si basa sull'analisi di oltre 1 milione e 400 mila dichiarazioni dei redditi presentate nel 2011 dagli enti dei Caf Acli (i centri di assistenza fiscale). Il campione rappresenta il 3,3  per cento del totale dei contribuenti Irpef e il 7,5 per cento se si si prende in considerazione solo il modello 730. Per le Acli si tratta di un campione significativo del ceto medio popolare.

Secondo il Rapporto, "il calo dei redditi dei contribuenti del Caf Acli appare inequivocabile". Calano i redditi da lavoro dipendente (-3,12 per cento), confermando una tendenza in corso dal 2009. "L'impoverimento delle famiglie", si legge, "è anche confermato da un altro dato: il campione Acli evidenzia una tendenza verso un ulteriore consolidarsi dei redditi da lavoro dipendente e assimilati (+0,2 punti) a scapito dei redditi da fabbricati (-0,1 punti)".

Secondo il Rapporto esiste in Italia una quota significativa di contribuenti poveri di reddito ma con più di un immobile di proprietà "che spesso però rappresenta l'ultimo baluardo contro la povertà e la garanzia di un minimo di avvenire per i figli". Per questo motivo, secondo Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli, serve «molta cautela nel tentare di stabilire eventuali relazioni tra base immobiliare e reddito».

Per migliorare la situazione complessiva delle famiglie italiane le Acli dicono "basta ai balletti su Imu e Iva" e chiedono un intervento serio di riforma del sistema fiscale. «La riforma della fiscalità richiede una visione di lungo periodo», auspica  Bottalico. «Se domina l'incertezza in materia fiscale», aggiunge, «il risultato è che la gente spende ancora di meno perché si prepara alle stangate che hanno da venire». Per questo motivo le Acli propongono "di perseguire l'obiettivo irrinunciabile di dare un po' più di liquidità alle famiglie,  e soprattutto alle giovani generazioni, attraverso l'aumento delle detrazioni sui beni di largo consumo". Detrazioni su cose "che più riguardano la vita della gente" (come trasporti, computer, istruzione e libri di testo, tagliando l'auto, la manutenzione degli  immobili) potrebbero far crescere i consumi "dando un messaggio di fiducia al Paese".

Roberto Zichittella
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