Italiane non per caso

Vengono da altri mondi, ma vivono tra noi e si raccontano in italiano. Sono le 270 donne straniere che hanno partecipato al concorso letterario Lingua Madre 2011.

21/04/2011
Generda Brace, 11 anni, terza classificata al concorso letterario Lingua Madre
Generda Brace, 11 anni, terza classificata al concorso letterario Lingua Madre

  La terza classificata è una bambina di 11 anni, Generda Brace. E' nata in Albania  ma dal 2003 vive a Fubine, in provincia di Alessandria. Chissà se sognava di essere selezionata (come poi è avvenuto) nella terna vincente del concorso letterario nazionale Lingua Madre 2011, che da sei anni premia racconti di donne straniere in Italia. Sono state 270 le partecipanti di quest'anno, molte delle quali giovani e giovanissime.

Il racconto premiato di Generda si intitola "Mamme" ed è un delizioso bozzetto della sua vita quotidiana, capace di trasmettere freschezza, colore, ingenuità e maturità nello stesso tempo. Insieme agli altri selezionati dalla giuria, sarà incluso nel volume Lingua Madre Duemilaundici. E la giovanissima scrittrice riceverà il premio il 16 maggio a Torino, nel corso del Salone internazionale del Libro.

    Benchè comprenda una sezione dedicata alla donne italiane, e per la quale verrà premiata quest'anno Camilla Urso, il concorso Lingua Madre (promosso da Regione Piemonte e Salone internazionale del Libro) è stato ideato da Daniela Finocchi proprio per incoraggiare i racconti di donne straniere che vivono in Italia. Le brevi storie, scritte rigorosamente in italiano, raccontano vite e sensibilità complesse, interessanti, in grado di dirci molto non solo su donne nate altrove e ora parte del popolo italiano, ma sulla società intera nella quale tutti siamo immersi.

La vincitrice dell'edizione 2011, Guergana Radeva, nata in Bulgaria (nella foto di copertina di questo articolo), nel suo racconto Sconfini spiega così l'importanza di affrontare una lingua nuova, nella quale trovi espressione anche la propria identità trapiantata in un terreno diverso: "Cercherai le parole come una bambina... finirai per amarle, attraverso esse getterai ponti e ti aprirai all'altro, al nuovo e al diverso". Ma attraverso questa lingua comune si realizza anche l'incontro tra lettori che in Italia sono nati e storie affascinanti, benchè spesso dolorose, che non avremmo mai conosciuto senza questi racconti: è il caso della seconda classificata, Irene Barbero Beerwald, con il suo scritto Strano, estraneo, straniero, una saga familiare tra Russia, Germania, Brasile, Spagna e Italia. Scrive l'autrice: "Nella mia trasmigrazione non vi erano barconi stipati. Tuttavia, il piccolo quotidiano massacro perpetrato con noncuranza contro chi viene d'altrove, questo lo conosco bene". Una scrittura che getti ponti può servire anche a questo: a ridurre i piccoli quotidiani massacri.

Rosanna Biffi
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