Don Sciortino

di Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

 
02
lug

I "nuovi barbari" della politica

Un lettore l’ha provocata invitandola a candidarsi alla presidenza del Consiglio. La sua risposta secca (“Non credo d’esserne all’altezza”) non mi è piaciuta. Ma si crede davvero inferiore al nostro presidente e ai ministri che si è scelto? Crede che non potrebbe fare meglio? Ma li ha visti bene? Capisco che la sua è stata una battuta per liquidare una questione scomoda. E che preferisce fare bene il suo mestiere di giornalista, che è molto apprezzabile per la chiarezza delle posizioni e per il fatto che non si lascia intimidire dai potenti. Che spesso lei fustiga. Per me, però non basta. Bisogna combattere contro questi “nuovi barbari”, che sono in tutti gli schieramenti politici, scendendo in campo in prima persona. Non possiamo consegnare ai nostri figli una società in cui ingiustizia, egoismo, tutela degli interessi dei privilegiati, sprechi delle risorse pubbliche siano considerati leciti. Ad Alcamo, assieme a un gruppo di amici stiamo cercando di dare il nostro contributo. Battaglia difficile, ma abbiamo l’ambizione di rendere più giusta la nostra città. Soprattutto verso i poveri, gli anziani e i giovani in cerca di primo impiego.
VitoP.

“Silvietto” per fare contento Bossi s’è inventato il ministero per l’attuazione del federalismo. Non bastava quello per l’attuazione del programma? A quando il ministero per l’attuazione della riforma fiscale o sanitaria? Pazienza se facciamo doppioni, tanto navighiamo nell’oro! Visto che abbiamo un imponente e costoso parco di 690 mila auto blu, perché non fare un apposito ministero? Che vergogna!
MarioP.

La mia era davvero una battuta. Ognuno deve fare bene il proprio mestiere. Anche se in politica molti vi sono stati catapultati per “sistemarsi”, mettersi al riparo da guai giudiziari o per sbarcare il lunario, grazie alla benevolenza dei capi che li hanno nominati e ricompensati per i servigi resi, più che per la libera scelta dei cittadini, attraverso il voto. La politica è sempre più distante dalla gente, non si interessa più dei veri problemi dei cittadini. Non c’è più, ad esempio, dopo una fugace apparizione, un ministero per la famiglia, di cui tanto si sente il bisogno. È vacante, da mesi, quello per lo sviluppo, dopo le dimissioni di Scajola. Ci si preoccupa, invece, di fare un ministro del nulla, in tempi rapidi e sospetti, con deleghe e funzioni fumose, che due giorni dopo la nomina si avvale del “legittimo impedimento” per non recarsi in tribunale. Siamo fuori dai Mondiali di calcio, ma siamo ancora “nel pallone” quanto a confusione mentale. Da far paura. Quest’ultima nomina, assurda e arrogante, è la goccia che fa traboccare il vaso. E aprire gli occhi anche ai ciechi e a chi non vuol vedere. Perché non se ne traggono le dovute conseguenze?

Pubblicato il 02 luglio 2010 - Commenti (0)
30
giu

Come liberarsi da una mamma iperprotettiva

Leggo Famiglia Cristiana da una vita. Mi è sempre piaciuta, e non vedevo l’ora che arrivasse a casa. Come ora, che si è rinnovata e ha contenuti sempre vicini alla gente. Ho quarant’anni, sposata con Massimo, e un figlio di 16 mesi. Due genitori meravigliosi e nonna Teresa di 96 anni, in gambissima. Il problema è mia mamma, iperprotettiva. Sempre presente nella mia vita. Vuole imporci il suo stile. E noi dovremmo fare le sue stesse rinunce. Non andare, ad esempio, in vacanza e comprarci il minimo indispensabile per vivere. Ci ha dato un aiuto economico, ma vuole che ci sentiamo “obbligati” verso di lei. Le manchiamo di rispetto se io e la mia famiglia ce ne andiamo una settimana al mare?
Luana

Vai tranquilla al mare. E, se puoi, anche due settimane. Non potrà che fare bene a te e a tuo marito, ma soprattutto al vostro piccolo. Non andate a sperperare soldi, in modo dissoluto, tra bagordi e capricci. Anche un breve distacco da tua mamma, non può che giovarti. Ma aiuterà anche lei a capire che i figli non sono un “possesso” su cui esercitare un perenne dominio. E, soprattutto, che i gesti di “generosità” non devono porre vincoli e soggezione di alcun tipo. Anche affettivo. Il vero problema, che riguarda tante famiglie, è che l’attuale crisi economica trasforma in lusso o eccezione quel che dovrebbe essere lecito e alla portata di tutti. Soprattutto dopo un anno di lavoro. Per il riposo del corpo e dello spirito. Certo, a livello generale, è bene adottare uno stile di vita più sobrio. E non vivere al di sopra delle proprie possibilità. Ma la sobrietà non è tirchieria, né egoismo. La vita va vissuta nella gioia, godendo e condividendo i beni che il Signore ci ha dato.

Pubblicato il 30 giugno 2010 - Commenti (0)
25
giu

L'immaturità degli incontri "erotici" sul Web

Che dire di quegli uomini maturi che, a parole, sono paladini della famiglia, e poi passano ore e ore al computer, intrattenendo relazioni non troppo innocenti con donne, altrettanto disinibite, a fare giochi erotici e a fissare appuntamenti per “incontri infuocati”? Sono allibita. Ma la terza età non dovrebbe essere quella della saggezza e del controllo dei propri istinti? Eppure, tanti uomini e donne accedono a questi siti “amorosi”, con la scusa di combattere la solitudine e fare nuove amicizie. Morale della favola, dopo quasi mezzo secolo di matrimonio, mi ritrovo separata in casa. Bell’epilogo, vero? Ho sofferto, pianto e pregato. Ora, però, sono serena. Ho perso un marito, ma ho ritrovato il Signore. Vorrei che i frequentatori di questi siti capissero il vuoto che li circonda e si rendessero conto delle sofferenze che provocano.
Maria Grazia

    Sarebbe stato meglio salvare il matrimonio e ritrovare il Signore. Ma così non è stato. Causa la leggerezza e l’immaturità di suo marito che, come altri uomini e donne, è perso a rincorrere il sogno dell’eterna giovinezza, per improbabili incontri infuocati. Salvo, poi, ritrovarsi con un pugno di mosche in mano, un matrimonio a pezzi (anche dopo cinquant’anni) e tanti rimpianti. Spesso parliamo del cattivo uso che i ragazzi fanno di Internet, di cui sono “obesi e bulimici”. Non va, però, trascurata la dipendenza da video degli adulti, soprattutto verso i siti pornografici. Pensano che tradire il coniuge “mediaticamente” sia meno grave. E, soprattutto, che non lasci traccia. Ma il primo tradimento avviene nella mente, prima ancora che tramite Web.

Pubblicato il 25 giugno 2010 - Commenti (0)
18
giu

Quando lo Stato si accanisce sui più deboli

Evviva! La finanza, con un “sofisticato strumento” (il binocolo!) ha beccato una signora austriaca che acquistava merce “taroccata”. Ma che bravi! Siamo commossi per come funzionano le cose in Italia. Ma perché non chiudono le fabbriche che producono i falsi e sfruttano manodopera straniera? È molto più facile prendersela con l’ultimo anello della catena. Cioè, con il più debole. Questi ragazzi “vendono”, non “rubano”. Ma i veri falsari lo Stato non li vede nemmeno con il cannocchiale.
Lettera firmata

Purtroppo, l’amara constatazione è che lo Stato, spesso, si mostra forte con i più deboli, e pavido con i più forti. Si accanisce contro il moscerino e lascia passare l’elefante. Vuoi un altro esempio? La lotta contro i falsi invalidi è sacrosanta. Ma perché alzare dal 74 all’80 per cento la percentuale di invalidità per la pensione? I deboli sono sempre tartassati. Anche in questa manovra finanziaria. Mentre cresce il divario tra ricchi e poveri, a danno della giustizia e dell’equità sociale.

Pubblicato il 18 giugno 2010 - Commenti (0)
14
giu

Le famiglie stanche di parole vuote

Le scrivo perché, nonostante la sua bella risposta, mi ha indignato la lettera di Beppe e Antonella da Savona, “Senza figli non c’è futuro” (FC n. 21/2010), che attaccano le famiglie numerose, accusandole di essere causa di povertà e degrado per la società “civile”. Sono madre di sei figli. E, per dirla alla Mourinho, ho zeru diritti per questo. Solo incredibili svantaggi e vessazioni. Noi vogliamo giustizia e pagare in proporzione, come i single o le microfamiglie. Invece, ci trattano come polli da spennare. Ticket anche sui bambini inferiori a sei anni; acqua, luce, gas... tutto ci viene fatto pagare di più perché consumiamo molto. Ma ci vuole tanto a capire che non potremmo mai consumare come chi vive solo? E che quello che guadagniamo, dobbiamo dividerlo in otto? Se io e mio marito ci separassimo, pagheremmo molte meno tasse! Ma vi sembra normale un Paese così?
StefaniaC.

     Come il Forum delle associazioni familiari, anch’io da tempo vado scrivendo e ripetendo che in Italia il fisco non è affatto equo e “amichevole” verso la famiglia, soprattutto se numerosa. A parità di reddito, un single e una famiglia con più figli pagano le stesse tasse. Allo Stato non interessa quanti elementi compongono un nucleo familiare. Questa è una politica davvero miope. Il futuro di un Paese si programma a partire dalle nuove generazioni. I figli non sono un fatto privato, appartengono a tutti, sono il bene più prezioso che abbiamo. Sono il nostro futuro. E anche quelli che, oltre tutto, pagheranno le nostre pensioni. Si può essere più ottusi di così? Ma, prima o poi, a forza di battere e insistere, riusciremo a far comprendere ai politici idee così elementari che anche un profano capirebbe al volo. Qualsiasi loro risposta a giustificazione di un indegno menefreghismo, è solo un alibi. Le famiglie sono ormai stanche di vuote parole.

Pubblicato il 14 giugno 2010 - Commenti (0)
06
giu

Rinnovare il Paese con uomini nuovi

Ho appena compiuto vent’anni. Sono impegnato nella giovanile di partito e, come cattolico, cerco di ispirarmi a quei valori in cui credo. Ma quale Italia e, soprattutto, quale Europa erediteremo noi giovani? Non sono pessimista, ma il futuro non è roseo. Che politiche si stanno adottando per salvare l’ambiente e combattere l’inquinamento? Per non parlare dei problemi delle famiglie e della mancanza di lavoro. L’attuale classe dirigente è poco attenta al bene del Paese, distratta da interessi di parte. È anche vero che non tutti i problemi nascono dalla politica. C’è assenza di etica nell’economia, che bada più al profitto che alla dignità della persona umana. E anche gli appelli della Chiesa contro il relativismo morale restano inascoltati. Noi cristiani, forse, ci siamo adagiati. Dovremmo riprendere la strada giusta, quella tracciata dai nostri “padri costituenti” come La Pira, Dossetti, Lazzati. Ma anche i don Milani e i don Mazzolari. Non crede?
Giacomo - Verona

Se c’è qualcosa di cui, oggi, si sente estremo bisogno è la presenza di testimoni credibili. E spendibili. Come quelli che tu citi. Nel mondo della politica mancano personalità forti, con alta idealità, che si mettano a servizio del bene comune. La rappresentazione quotidiana del Palazzo è davvero avvilente, con politici che replicano il “verbo” del capo o le “parole d’ordine”, ossessivamente, in mille comparsate televisive. Dei vari portavoce, che ci ripetono la lezioncina a memoria, con aria compunta e grave, non se ne può più! Hanno occupato il video con l’arroganza tipica di chi ha conquistato il potere. E vuole “farla da padrone”, alla faccia del servizio pubblico. Una via per rinnovare il Paese sarebbe quello di mandare a casa una classe politica ormai frustra. E dare più spazio alla società civile. Dove è ancora possibile pescare qualche “testimone” non ancora “inquinato” dalla cattiva politica.

Pubblicato il 06 giugno 2010 - Commenti (0)
28
mag

A scuola è più facile l'integrazione

Ho sentito in televisione il cardinale Tettamanzi dire che l’immigrazione è un fenomeno che non si può e non si deve fermare. Ma che tutti insieme dobbiamo trovare politiche intelligenti di accoglienza, per convivere civilmente e con dignità. Nel rispetto e nella ricchezza delle diversità. Sono d’accordo. Sono un’insegnante e ritengo che l’integrazione debba iniziare già sui banchi di scuola. Ma tutte le scuole. Certi genitori, invece, scelgono la “scuola privata” perché ci sono pochi stranieri in classe. Non è contraddittorio predicare l’integrazione e, poi, nei fatti non effettuarla?
AngelaC. - (Mi)


L’Italia deve programmare il proprio futuro a partire dalla presenza degli stranieri in Italia. Da considerare non solo in chiave sempre negativa, enfatizzando episodi di malcostume o di delinquenza in cui sono coinvolti extracomunitari, ma considerando l’immigrazione come un’opportunità. Da saper cogliere, per il bene nostro e nell’interesse del Paese. Gli immigrati sono una “scomodità”, ma è una scomodità che ci aiuta a crescere. E i bambini sono la via più naturale per l’integrazione, perché non sono appesantiti dai pregiudizi degli adulti. Sui banchi di scuola, l’ho scritto più volte, è più facile l’incontro e il dialogo. Senz’altro, più di quanto non avvenga nelle aule del Parlamento, con la presenza di forze avverse e, talora, xenofobe. Parlando di banchi, cara Angela, non si possono fare distinzioni tra scuola privata e pubblica. I sani princìpi valgono sempre e ovunque. Chi si ispira al Vangelo, semmai, ha maggiori responsabilità.

Pubblicato il 28 maggio 2010 - Commenti (0)
19
mag

Per una Tv meno indecente

Ho fatto un viaggio d’una settimana in Calabria e ho potuto conoscere alcune realtà che, normalmente, giornali e Tv non ci fanno vedere. Anzi, le nascondono. Ho parlato con parecchia gente, in diverse città. La maggior parte della popolazione è delusa e sfiduciata, perché la politica corrotta e la malavita organizzata impediscono lo sviluppo e un avvenire sereno. Non solo per loro, ma soprattutto per i giovani che,appena possono, salgono al Nord. È un vero peccato, viste le bellezze naturali di cui è ricca questa splendida Regione: mare azzurro, dolci colline, verdi montagne, paesi incantevoli, dove il turismo potrebbe rappresentare una fonte importante di lavoro e benessere. È utopistico, poi, pensare al ponte sullo Stretto, quando è più urgente costruire strade per collegare le varie città della Regione.
Lettera firmata


Se l’Italia sfruttasse al meglio la ricchezza delle bellezze naturali e artistiche che possiede, davvero sarebbe un “angolo di paradiso”, dove si starebbe bene. Anche economicamente. Ma, forse, anche noi italiani poco conosciamo questa “ricchezza”. Quanto all’informazione delle nostre Tv, si apre qui un capitolo che ci porterebbe davvero lontano. Ma ci torneremo. Intanto, mi preme dire che i nostri telegiornali sono, vergognosamente, asserviti a logiche di potere e spartizione, che nulla hanno a che fare col dovere di informare e il diritto dei cittadini d’essere informati. Faccio solo un esempio, perché recente: il Tg1 ha liquidato con pochissime battute da studio la marcia della pace Perugia-Assisi, di domenica scorsa, che ha visto coinvolte più di centomila persone, per lo più giovani. Grande spazio, invece, ad amenità varie o alla presenza di un politico a manifestazioni sconosciute. È tempo che i cittadini, che pagano un canone per il servizio pubblico, sollecitino con forza un’informazione televisiva almeno un po’ più decente!

Pubblicato il 19 maggio 2010 - Commenti (0)
12
mag

Il "gioco" che spacca la coppia

Questa mattina, leggendo la sua rubrica, m’è venuta voglia di sciogliere un nodo, che non mi fa dormire.Sono sposato da tredici anni e ho due splendidi figli. Ho notato che, da un po’ di tempo, mia moglie manda Sms a un collega di lavoro. Ieri sera, controllando il suo cellulare (mai fatto in tanti anni!), ho trovato due messaggi dal contenuto molto allusivo. Mi fa male pensare che, a quarant’anni, ci si comporti ancora da quindicenni. Lei si difende dicendo che sono solo parole, e che non c’è mai stato tradimento fisico. Per me, questi Sms sono un tradimento. Sbaglio?
Giovanni


     Se ci si nasconde qualcosa in una coppia, è evidente che qualche problema esiste. Né si può liquidare il tutto dicendo che i messaggi allusivi (immagino a comportamenti sessuali) sono solo parole, convinti che il tradimento è solo quello fisico. Se i rapporti si sono offuscati o guastati, forse una sorta di “cedimento” (o tradimento) c’è già stato. Non si può scherzare col fuoco. È bene chiarire subito, da persone mature e responsabili, come dovrebbero essere due genitori con figli, e non più dei giovincelli alle prese con amori fugaci e mutevoli. Quel che parrebbe un innocente gioco “amoroso”, può diventare una grave crepa nella coppia (con la scusa che non c’è nulla di male), se si lascia aperto un varco per qualche avventura possibile. La fedeltà non è divisibile o parcellizzata.

Pubblicato il 12 maggio 2010 - Commenti (0)
10
mag

Da credenti a creduloni. Il mago ringrazia

Sono un suo caro lettore. Le scrivo perché, settimane fa, su una rivista ho visto una pubblicità che non mi è piaciuta per niente. Un mago inseriva dei numeri da giocare al lotto all’interno di una statuetta della Madonna di Lourdes. Sono amareggiato. Non si può far nulla per impedire la pubblicazione di foto simili?
Raffaele


     Prima di trovare il modo di impedire la pubblicazione di foto che dileggiano i sentimenti religiosi di tanti credenti, ci sarebbe da chiedersi perché tanti maghi prosperano sulla nostra credulità e dabbenaggine. Ma anche chi si lascia truffare, non pensa che, se quei numeri fossero vincenti, il mago non li darebbe anessuno? È proprio vero: in un mondo che ha allontanato Dio dai propri orizzonti, ci si affida con immensa credulità al primo cartomante improvvisato. Un tempo eravamo credenti, oggi siamo solo creduloni. Non credo sia un grande passo in avanti.

Pubblicato il 10 maggio 2010 - Commenti (0)
04
mag

Aiutare i poveri o curare i randagi?

Sono una donna di trent’anni, di un paesino del Sud Italia. Sono volontaria. Si domanderà: a favoredi chi? Degli animali! Scommetto che ora accantonerà la mia e-mail, perché il mio volontariato non è degno d’essere definito tale. Vero? Da sola, senza aiuto dalle istituzioni, seguo due colonie di randagi, per un totale di quaranta gatti. Sono quella che, comunemente, viene definita una “gattara”. Mi occupo della loro salute, li sterilizzo a mie spese, li curo e li sfamo. La gente mi chiede: ma perché ti sbatti tanto? Sono solo animali! Altri si indignano, perché non mi dedico agli “esseri superiori”, cioè agli uomini. Ma sono “esseri superiori” quelli che torturano gli animali? Dovrei “sbattermi”per loro? Noi “gattare”, per bene che vada, siamo prese per pazze. Non mi dica anche lei che ci sono i poveri, gli immigrati che muoiono di fame e cose simili.
Unavolontaria di serie B


     Di “gattare”, a portata di mano, ne ho diverse, qui in redazione. Alcune molto attente e rispettose, che oltre a nutrire e curare gli animali, si preoccupano anche di tenere pulito il cortile e rispettare l’ambiente. Altre, invece, dall’esterno, non si fanno scrupolo di invadere il giardino, con arroganza, sporcando e lasciando resti dappertutto.Tanto, c’è chi pulisce! Su questi temi si misura il buonsenso.Che non sempre c’è. Però, è sbagliato mettere in contrapposizione l’amore per gli uomini e quello per le bestie, perché sono beni non comparabili. A ognuno il suo. Purtroppo,spesso, si mischiano le carte. Così, c’è gente che vive peggio dei randagi, e animali accuditi più delle persone. Non possiamo trovare una via giusta?

Pubblicato il 04 maggio 2010 - Commenti (0)
27
apr

La pornografia non è una cura

E’ la prima volta che le scrivo per un quesito che mi tormenta da tempo. La Chiesa condanna la pornografia? Se sì, perché alcuni preti o frati consigliano la visione di film porno a persone che hanno dei problemi sessuali? Glielo chiedo, con grande amarezza, perché l’ennesimo religioso consultato da mio marito, l’ha autorizzato alla visione di questo genere di spettacoli. Be’, si dà il caso che io, come moglie, non sia d’accordo su questa “terapia”. Anzi, ho detto a mio marito che vivere sotto lo stesso tetto di chi ricorre a questa “cura” mi disgusta. In passato ho sopportato un’astinenza sessuale forzata per suoi problemi di depressione. Si è rivolto a medici, psicologi, psichiatri e religiosi. Ma solo da questi ultimi ho avuto le maggiori delusioni.

Rita    


      Singolare quanto mi racconti a proposito di tuo marito alle prese con una “cura” che, a mio parere, è peggio del male da cui vuole guarire. Non so chi siano i religiosi (frati e preti) cui si è rivolto per i suoi problemi sessuali, ma credo che sia incappato proprio male. E, forse, non è materia di loro competenza. Meglio seguire i consigli di medici, psicologi o psichiatri competenti e affidabili. Non c’è alcun dubbio, però, che la Chiesa condanna la pornografia. E in modo netto. Nonostante, ormai, essa pervada ogni momento della nostra vita, e i ragazzi ne abbiamo facile accesso, anche tramite Internet. Ciò contribuisce a banalizzare, ancor di più, la sessualità, il vero amore e qualsiasi impegno serio e duraturo per il matrimonio. Per non dire della donna mercificata, come puro oggetto di piacere.

Pubblicato il 27 aprile 2010 - Commenti (6)
22
apr

Adro, la Lega e i bresciani generosi

Ho appena comprato il primo numero della nuova Famiglia Cristiana. Assieme alle tante cose condivisibili sulla famiglia, lei però non perde occasione per dimostrare la sua malafede sui fatti di Adro, parlando di bambini messi "a pane e acqua" perché i genitori non hanno pagato la retta. A quei ragazzi, invece, è stato fornito un panino ben imbottito. Lei falsifica la realtà, volutamente, per scopi non ben definiti. Va di moda gettare fango. Anche la Chiesa vi si sta adeguando. Inoltre, lei dimostra una caparbia volontà di nascondere l'opera della Lega, la sola che a livello europeo ha condotto la battaglia contro la pedopornografia, difendendo i valori cristiani. Altro che xeonofobia ed egoismo! Ma lei batte solo sul tasto della solidarietà. Forse, più correttamente, vuol intendere "soldidarietà"? E qui mi fermo.
Vittorio - Padova


Il bollettino della nostra parrocchia ha pubblicato la lettera dell'industriale di Adro (Brescia), che ha pagato le rette della refezione dei bambini dei genitori insolventi. Ringrazio il parroco e il nostro cittadino per quanto ha fatto e scritto. Avevo nove anni, nel 1944, quando vidi per l'ultima volta mio padre, deportato politico, su un carro bestiame in partenza per la Germania. Quel giorno, mentre il treno col suo doloroso carico umano sostava su un binario morto, notai che alcuni semplici cittadini si avvicinavano ai vagoni portando dei viveri. Nonostante il rischio di essere arrestati dai tedeschi, aiutavano degli sconosciuti. Ho ripensato a tutto ciò, quando ho visto in tivù la reazione contro il gesto di solidarietà dell'industriale di Adro. Che Italia è questa? Ringrazio Famiglia Cristiana e lei, caro padre, per il coraggio di alzare sempre la voce a difesa della verità, della giustizia e delle persone più deboli.
Raffaella

     Mi sento al centro dell'attenzione, tra due fuochi: quello benevolo e di apprezzamento da parte di Raffaella, e l'altro, molto critico, con pesanti insinuazioni di malafede e accuse di falsificare la realtà da parte di Vittorio, lettore occasionale. Al quale chiarisco subito che non ho mai falsificato la verità, per nessuna ragione o scopo recondito. Quel che dico e scrivo è tutto alla luce del sole, non mi muove la compiacenza o l'ostilità verso nessuno. Purtroppo, la verità spesso fa male, non sempre è facile accettarla. Ma anche dirla ha i suoi rischi, perché c'è un prezzo da pagare, e non è semplice andare controcorrente o criticare i potenti di turno. Ma questo è l'insegnamento del Vangelo. Se siamo "sovversivi", lo siamo quanto lo era Gesù,"solidale" con gli uomini fino alla morte in croce. Altro che "soldidarietà"! E' meglio agire da cristiani, che sbandierare di esserlo. Le buone radici si riconoscono dai frutti.

Pubblicato il 22 aprile 2010 - Commenti (2)
15
apr

Famiglia Cristiana cambia così

     Da oggi parte Famiglia Cristiana on line. Non più un sito vetrina, ma un vero giornale su internet. Una nuova edizione che si integra con la Famiglia Cristiana  cartacea, che abbiamo appena rilanciato con una nuova veste grafica (i giornali devono essere utili, di servizio, ma anche piacevoli alla lettura) e, soprattutto, con nuovi contenuti e nuovi importanti collaboratori. Un'unica rivista, quindi, con stessa direzione e redazione, che si esprime con due linguaggi diversi. L'anima è, però, la stessa. Quella che, da 80 anni circa (Famiglia Cristiana è nata nel 1931) abbiamo messo a servizio della famiglia. Servizio e sostegno che, oggi, vogliamo potenziare maggiormente, perché la famiglia ne ha più bisogno.

      Dov’è la famiglia? Sono in tanti a chiederselo. Per un motivo o per l’altro. Sia quelli che ne hanno decretatola morte, ritenendola un’istituzione buona solo per i nostri nonni, sia quelli che ritengono la sua funzione più indispensabile che mai. Soprattutto oggi. Altro che rottamarla! In una società che ha smarrito la rotta, tra indifferenza religiosa e relativismo morale, la famiglia è “una rete preziosa”. A volte, davvero unica
e ultima. Nonostante i politici, tutti, fatichino a tradurre in provvedimenti concreti di sostegno (strutturali, non bonus o una tantum) le tante promesse fatte a ogni giro elettorale.

     La famiglia cosiddetta “tradizionale” è quanto di più moderno ci sia oggi, perché rappresenta il futuro delle nuove generazioni. Nonostante sia un “fantasma” sui mass media, che la irridono e sbeffeggiano. E quando ne parlano, mettono in scena una falsa rappresentazione, quella delle allegre famigliole allargate. Come ce le presentano
i reality, per intenderci: “famiglie mediatiche”, senza riscontri nella realtà. Se non marginali. Oltre ventidue milioni di famiglie restano il cuore vitale della nostra società. Certo, con tanti problemi. Soprattutto oggi, alle prese con la gravissima crisi economica. Ma la famiglia sconta anche la battaglia ideologica di chi vuole delegittimarla, minandone le fondamenta culturali e morali. Non riconoscendone il ruolo pubblico.

      È tempo di invertire la rotta. Decisamente. La famiglia è la più importante risorsa del Paese, che sta in piedi grazie a essa. È il miglior “ammortizzatore” di problemi sociali e inefficienze dello Stato: dalla disoccupazione giovanile all’assistenza degli anziani, dalla cura dei disabili alla perdita del lavoro. Dov’è, allora, la famiglia? Chi davvero la sostiene e la difende? Da parte nostra, lo facciamo da quando siamo nati. Siamo un giornale “familiare”, che non s’occupa di pettegolezzi, ma dà voce alle famiglie e ne promuove ruolo e funzioni sociali. La famiglia è un vero capitale per l’Italia, umano e anche economico. Se sta bene la famiglia, sta bene il Paese. Se cresce la famiglia, cresce anche il Paese. Appartiene a tutti. Non ha colore politico. Né ci si può dividere nelle decisioni da prendere perché stia meglio.

Dal 15 aprile Famiglia Cristiana è nuova nella veste e nei contenuti. Utile, pratica e piacevole alla lettura. Per tutta la famiglia. Accentueremo questa dimensione “familiare”: di informazione, di servizio e di sostegno. Con particolare attenzione alle giovani famiglie con figli, cui forniremo gli aiuti necessari nel delicato ruolo di genitori. Una nuova Famiglia Cristiana che informerà con onestà e coraggio. Come sempre. E che prenderà posizione a difesa della famiglia, assieme a quanti, come il Forum delle associazioni familiari, ne hanno a cuore le sorti. Alla luce del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa.

Pubblicato il 15 aprile 2010 - Commenti (4)
15
apr

Quei bambini a pane e acqua

     Crede davvero che, da parte di tutti, sia stata “unanime” la reazione di protesta per quei piccoli lasciati a “pane e acqua”, perché i loro genitori non avevano pagato la retta per la refezione scolastica, in un Comune del Nord? Crede davvero che quei ragazzini, italiani e figli di immigrati, quel giorno, hanno fatto la fame come la facevano, un tempo,
i detenuti nelle carceri, tenuti“a pane e acqua”? Io approvo in pieno la decisione del sindaco. Ha fatto bene a prendere quel provvedimento e a dare una lezione ai genitori “morosi” nel pagare. Le faccio un esempio: se io smettessi o mi rifiutassi di pagare l’abbonamento a Famiglia Cristiana, lei continuerebbe lo stesso a mandarmi copia della rivista? Caro padre, le chiedo ancora: mandereste la vostra pubblicazione per ragazzi, Il Giornalino, anche a quei piccoli che, se potessero, lo leggerebbero più
che volentieri ma, essendo i loro genitori poveri, non possono permettersi di pagare l’abbonamento? Padre, padre... Luciano

      Questa vicenda del comune di Adro, in provincia di Brescia, è destinata a tenere vivo il dibattito a lungo, perché ogni giorno si accresce di nuovi elementi. E di nuovi protagonisti. A cominciare da un industriale del posto, che ha voluto rilevare con un assegno le rette da pagare, chiedendo di mantenere l'anonimato. Un gesto di generosità e solidarietà in un Paese che sta smarrendo il senso di umanità. E che non rispetta più nemmeno l'innocenza e la "sacralità dei bambini". Gesto di generosità che ha suscitato, però, lo scandalo dei genitori che pagavano la retta, che ora minacciano lo sciopero al grido di: "Mangia solo chi paga". A che punto siamo arrivati! Come scrive Ermanno Olmi su Corriere della sera: "La bontà è sempre stata uno scandalo. Dà fastidio a coloro che non la frequentano e per assolversi della loro indifferenza la denigrano e la deridono come un'esposizione di 'buonismo'". Come capita anche per altri temi (l’immigrazione ad esempio), a problemi reali si danno risposte sbagliate. Se i genitori non pagano la retta per la mensa scolastica, è giusto reagire mettendo a “pane e acqua” i figli? Oltretutto, discriminandoli davanti ai loro compagnetti che, quel giorno, hanno dato una lezione ai grandi, condividendo  il proprio pasto, grazie all’intervento di un’insegnante più sensibile. Non c’era altra possibilità per risolvere il problema? E poi, davvero quei genitori facevano i “furbi”, o molti non hanno più i soldi per pagare? Qualsiasi contrasto nasca tra i “grandi”, non possono né debbono farne le spese i bambini. Il cibo è uno dei diritti più elementari: come si fa a metterli a “digiuno forzato” e a rivalersi sulla loro pelle? Siamo diventati così egoisti e cinici? Perché non riflettiamo, invece, che di fronte alla crisi economica e alle nuove povertà, le famiglie con più figli sono in seria difficoltà? Che fare? Perché non seguire l'esempio di quell'imprenditore locale o delle Acli di Brescia, che una soluzione l’hanno proposta e trovata, facendosi carico della mensa di quei bambini fino alla fine dell’anno? Su questo tema, all'apparenza di poco significato, si misura la civiltà o l'inciviltà cui siamo giunti. Mi piacerebbe aprire un dibattito e raccogliere più voci. 
In merito alla tua provocazione, caro Luciano, ti rispondo con l’invito a far parte del gruppo
di amici di Famiglia Cristiana che alimentano, tutte le settimane, un “fondo”per pagare l’abbonamento non solo per le famiglie povere, che non possono permetterselo, ma anche per i missionari nel mondo, che hanno nella nostra rivista il legame più forte con l'Italia. Che ne dici, partecipi anche tu ad alimentare questo fondo? O è "buonismo" anche questo? Luciano, Luciano...

Pubblicato il 15 aprile 2010 - Commenti (0)
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