Don Sciortino

di Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

 
22
giu

I nonni non sono “usa e getta”

Per quello che vale, le rinnovo il mio sostegno per la battaglia morale che sta portando avanti. Ho sessant’anni e sono nonna
di due splendidi nipoti, che adoro. Spesso passo sopra alle loro marachelle, ma se per caso, qualche volta, dico «ora basta», la loro mamma mi zittisce in malo modo. E io devo tacere. In altre parole, è come se mi dicesse: «Fai la baby sitter e zitta!». Le sembra il modo? La prego, dica una parola anche per noi nonni. La mamma in questione legge Famiglia Cristiana, ed è mia figlia. Non la nuora.

Maria Grazia

Non importa se nuora o figlia, ma quel modo di fare è deprecabile. L’importanza dei nonni, per il prezioso aiuto che danno alle giovani famiglie, si capisce solo quando non li si ha a portata di mano. Lei non è la “serva” di sua figlia, anche se volentieri si presta ad accudire i nipotini. Glielo faccia capire subito, invitando sua figlia, altrimenti, a procurarsi una baby sitter. La sua disponibilità non può essere trasformata in obbligo, come fosse una “servitù” dovuta. Certo, il ruolo primario dell’educazione spetta ai genitori. Ma, se non apprezzano la collaborazione, se ne assumano le conseguenze.
Quando viene meno il buonsenso, qualche scossa può essere salutare. Anche nei confronti di sua figlia. I nonni non sono “usa e getta”. Sono un capitale di saggezza, che è da insensati sciupare così malamente.

Pubblicato il 22 giugno 2011 - Commenti (1)
30
mag

Prima la famiglia e la cura dei figli

Ho quarant’otto anni. Sono lavoratrice a tempo pieno e ho due figli. A fine settimana, arrivo molto stanca e cerco di occupare il poco tempo disponibile nella cura della casa e dei figli. Come tante donne. Mia madre, al sabato mattina, si presenta sempre da me per essere accompagnata al cimitero per andare a trovare mio padre.


E questo, ormai, dura da dieci anni. Premetto che l’ho sempre accompagnata con tanto piacere, ma ultimamente mi è diventato un peso. Mi sento obbligata. O quasi. E non c’è nessun altro che la vuole accompagnare, perché ognuno ha i suoi impegni. Mia madre vuole andare, tassativamente, ogni settimana. E se non l’accompagno mi sento in colpa.

Franca S.

Visitare i propri cari al cimitero è cosa sacrosanta. È gesto che esprime comunione di affetti e rafforza non solo il ricordo, ma anche gli insegnamenti che ci hanno lasciato. Lo faccio anch’io coi miei genitori, sepolti nel piccolo cimitero del paese in cui sono nato, in Sicilia.

Ogni occasione è buona, anche per pochi minuti, per un saluto, una preghiera e un fiore da deporre sulla loro tomba. Per questo comprendo tua mamma, che mantiene nel tempo un legame di amore, più forte della morte. Un po’ meno la capisco, quando è così ossessiva con i vivi, cioè con te. Senza alcun rispetto per i tuoi impegni di lavoro e di famiglia. 
Approfittando della tua arrendevolezza, rispetto al rifiuto degli altri familiari. Così da trasformare un “piacere” in peso e obbligo. La disponibilità non è schiavitù. Non avere, quindi, sensi di colpa a farle comprendere che sei sempre disponibile, compatibilmente ai tuoi impegni. Anche tuo padre capirà!

Pubblicato il 30 maggio 2011 - Commenti (0)


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