Don Sciortino

di Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

 
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Se il fedele richiama il parroco

Abito in un piccolo paese di provincia. Desidero sottoporle due domande. Prima: il fedele può “richiamare” (certamente con garbo) il proprio parroco sulla necessità o dovere di fissare un giorno per le confessioni? Non si può trascurare questo sacramento, anche se il prete deve correre tra le diverse chiese sparse nelle frazioni del paese. Seconda: il fedele può chiedere al viceparroco, persona giovane, di tenere l’omelia domenicale stando più aderente alla pagina evangelica? E non limitarsi a una semplice e generica esposizione religiosa? Cosa possiamo fare noi fedeli quando constatiamo qualche carenza nei preti? È nostro diritto-dovere intervenire?

Nella M.

Nel Vangelo si parla di correzione fraterna. E non ci sono limiti, se non quelli della carità e della verità. In una comunità, se c’è pieno coinvolgimento di tutti nella corresponsabilità, ci si può dire tutto. E trovare anche le soluzioni migliori per il giorno e l’orario delle confessioni. Così come si può fare un garbato appunto, in spirito costruttivo, sulle omelie. Ma, al tempo stesso, tutti devono mettersi in discussione. Nel dialogo e nel confronto. Nessuno è spettatore o giudice. Altrimenti, criticare e sparare addosso al parroco o ai suoi coadiutori è fin troppo facile e comodo. Un pretesto lo si trova sempre. Più proficuo, invece, è “camminare insieme”.

Pubblicato il 03 dicembre 2012 - Commenti (7)
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