Gmg 2013: a Rio 7.000 italiani

Gli italiani verso l'appuntamento di luglio. Cos'è stato organizzato per chi va e per chi resta. Intervista con don Michele Falabretti, del Srevizio nazionale di pastorale giovanile.

04/12/2012
Giovani brasiliani alla Gmg di Madrid 2011. Foto di Severino Marcato.
Giovani brasiliani alla Gmg di Madrid 2011. Foto di Severino Marcato.

Potrebbero essere circa sette mila i giovani italiani che parteciperanno alla Giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro dal 23 al 28 luglio 2013. La stima è di don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg) della Cei, che nei giorni scorsi ha partecipato, nella città carioca, all’incontro mondiale in preparazione alla Gmg 2013, promosso dal Comitato organizzatore locale e dal Pontificio Consiglio per i laici.

Rio de Janeiro ospiterà la XXVIII Giornata mondiale della gioventù (Corbis).
Rio de Janeiro ospiterà la XXVIII Giornata mondiale della gioventù (Corbis).

- Don Falabretti, sette mila giovani italiani a Rio, senza contare quelli che andranno con movimenti e associazioni laicali: la stima è questa. Potrebbero essere di più ora che la Cei ha deciso di contribuire in modo significativo pagando l’iscrizione alla Gmg?

«Sette mila è un numero orientativo che, in realtà, potrebbe anche lievitare ora che la Cei ha deciso di contribuire alle spese di partecipazione alla Gmg assumendosi il costo della quota d’iscrizione dei giovani, ai quali resterebbe da pagare solo il volo. La Cei pagherà uno dei quattro pacchetti d’iscrizione previsti dall’organizzazione brasiliana, fino a un massimo di 265 euro, che è il costo previsto per il pacchetto completo. In realtà i giovani pagheranno solo 25 euro, 15 per il kit e 10 per il fondo di solidarietà. Oltre al viaggio in aereo e altre spese personali».

Giovani brasiliani alla Gmg di Madrid 2011. Foto di  Severino Marcato.
Giovani brasiliani alla Gmg di Madrid 2011. Foto di Severino Marcato.

- Quanti saranno i vescovi italiani che accompagneranno i giovani?

«Abbiamo inviato delle lettere due settimane fa per sondare il loro interesse. Fare numeri adesso è impossibile ma siamo fiduciosi perché diversi vescovi hanno fatto conoscere la loro volontà di partecipare».

- Le diocesi italiane saranno tutte rappresentate?

«Probabilmente sì. Il 60 per cento delle diocesi si muove per regione, le restanti si organizzano da sole, ma dovremmo avere una rappresentanza importante».

- La presenza italiana alle Gmg si è sempre contraddistinta per l’organizzazione interna e per tutta una serie d’iniziative, come, per esempio, Casa Italia. Anche a Rio de Janeiro avremo Casa Italia?


«A Rio avremo Casa Italia, che sarà il quartier generale, la base logistica, dei nostri giovani pellegrini. Una struttura a loro servizio, per ogni evenienza e richiesta, non vogliamo che sia un ufficio ma una vera casa nella quale si respiri familiarità e amicizia con dei volontari pronti a supportare i nostri gruppi in arrivo».

- Altra particolarità tutta “azzurra” è la Festa degli Italiani: nel 2013 a Rio cosa sarà possibile vedere?


«Rio de Janeiro ha una forte presenza di nostri connazionali immigrati, credo che nel luogo della festa troveremo veramente tanta gente. Stiamo cercando a Rio un posto sufficientemente grande per accogliere tutti. Pensiamo a un piccolo stadio da circa 15 mila persone, uno dei nomi è quello del Maracanaziño, non molto distante dal ben più noto Maracanà. La festa dovrebbe essere trasmessa su un canale Rai grazie anche al fuso orario che dovrebbe rendere abbastanza fruibile la visione. Il format della Festa è quello tradizionale, preghiera, testimonianza, musica, rappresentazioni, tradizione e folklore anche alla luce della presenza dei nostri immigrati in Brasile e dei missionari italiani che prestano il loro servizio nel Paese sudamericano».

Un gruppo di giovani durante la passata edizione della Gmg di Madrid (Corbis).
Un gruppo di giovani durante la passata edizione della Gmg di Madrid (Corbis).

- C’è poi il kit degli italiani, sempre molto atteso, molti dei gadget azzurri sono diventati nelle Gmg passate veri oggetti di cult e di scambio…

«Nel kit ci sarà, tra le altre cose, l’immancabile cappello a falde larghe, una lampada, un kway azzurro, un telo e un paio di occhiali da sole, la novità della Gmg 2013».

- La presenza di nostri connazionali in Brasile, come pure quella dei missionari, sarà utilizzata anche per quel che riguarda la Settimana missionaria, che si svolgerà nelle diocesi brasiliane nei giorni antecedenti al programma della Gmg?


«I nostri missionari si stanno rivelando il ponte, il tramite tra le nostre diocesi e quelle brasiliane, ma sono in corso anche contatti con il console italiano a Rio. All’inizio i gemellaggi tra diocesi italiane e brasiliane sono stati pensati per tutto il territorio ma considerate le distanze enormi e, soprattutto, i costi degli spostamenti stiamo vedendo che ormai i gemellaggi sono tutti con Chiese circostanti Rio de Janeiro. La questione economica sta avendo un peso notevole sulle scelte da fare. La decisione della Cei di pagare i pacchetti d’iscrizione vuole essere un segno di attenzione verso i giovani che intendono partecipare e le loro famiglie”.

- All’incontro di Rio il cardinale Stanisław Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici, ha esortato a non dimenticare coloro che, sono la maggioranza, resteranno a casa. Cosa state pensando di fare per metterli in condizione di vivere, almeno spiritualmente, la Gmg di Rio?

«Nelle prossime settimane incontreremo le Consulte regionali di pastorale giovanile per approntare un programma locale che abbia un legame con quanto accadrà a Rio. Cercheremo di sfruttare anche la possibile trasmissione televisiva ma sappiamo che le Regioni stanno organizzando delle veglie, il 27 luglio, in concomitanza con quella della Gmg. I mezzi di comunicazione sociale, le nuove tecnologie saranno strumenti utili a favorire contatti in quei giorni. Da parte nostra stiamo preparando un’applicazione per Iphone e Ipad per fornire materiali utili all’accompagnamento e alla preparazione spirituale dei giovani».

Daniele Rocchi, FamigliaCristiana.it - Agensir.it
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Postato da LucianoT il 04/12/2012 19:22

Quanto è veramente educativo far viaggiare settemila giovani fino in Brasile, sapendo molto bene che sono la minoranza di quelli che vorrebbero (ma non possono) partecipare a questo evento? Volo, soggiorno, spese di tutti i giorni non saranno una "passeggiata" per le famiglie che dovranno sobbarcarsi tali spese. Inoltre, si creerà, come per ogni GMG, un oggettivo divario tra chi può e chi non può permetterselo. Non sarebbe più utile, educativo, costruttivo, far partecipare a tali giornate soltanto i giovani del Continente in cui esse si svolgono (e che già dovranno anch'essi sostenere spese non indifferenti), accogliendo solo una piccola rappresentanza dei giovani delle altre aree del pianeta? A cosa serve spostare masse oceaniche di giovani da una parte all'altra della terra per un evento che può, anzi dovrebbe essere vissuto nel quotidiano, nel feriale, cioè l'incontro con Cristo? Questi raduni sono indubbiamente suggestivi, sicuramente ricchi di emozioni particolari in chi li vive, ma poi? Si ritorna a casa come "quelli che hanno partecipato alla GMG" e si racconta ai rimasti (la stragrande maggioranza) la propria esperienza, si proiettano filmati, si prega insieme a loro (i rimasti a casa), si parla di quello che si è vissuto, ma si è vissuto lì (nel 2013 sarà in Brasile e poi chissà dove), mentre il quotidiano, la vita normale è qui ma sembrerà molto distante e - il rischio c'è - frustrante perchè la GMG è la GMG, qui è tutta un'altra storia. Come delle cattedrali nel deserto, questi eventi sono certamente arricchenti per chi vi partecipa, ma il divario tra chi potrà andarci e chi non potrà (pur volendolo) sarà inevitabile.

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