21/12/2022
Il “Bonus Cultura” era attribuito a tutti i neo maggiorenni nel momento in cui acquisivano diritti e responsabilità. Ad essi lo Stato offriva un investimento in cultura. L'introduzione dell’ISEE, nell’ambito della manovra finanziaria 2023, lo trasforma da “sostegno universalistico puro per una cittadinanza più consapevole” ad una misura vagamente assistenziale. “Qui emerge una radicale contraddizione di logica, che riguarda sia la maggioranza che l’opposizione, soprattutto se si considera questo intervento come una misura di politica familiare – come in effetti è, perché sostenere un diciottenne significa anche aiutare i suoi genitori e il budget della sua famiglia”, scrive Francesco Belletti, direttore CISF. “Ora, in tema di politiche familiari, ad esempio nell’assegno unico, i partiti della maggioranza premono per strumenti più universalistici, e vorrebbero cancellare – o almeno modificare – l’ISEE. E allora perché reintrodurlo nella riforma del bonus diciottenni? Non pare proprio coerente… Però questa stessa incoerenza sta nei partiti dell’opposizione, che sulle prestazioni familiari (e sull’assegno unico) vogliono a tutti i costi che sia tutto a misura di ISEE, e paradossalmente per i diciottenni hanno invece costruito – e pretendono oggi - un intervento per tutti. Anche il figlio dell’italiano più ricco ha ricevuto l’anno scorso il bonus cultura: in questo caso non dà problemi, ma se si parla di assegno unico invece ci vuole l’ISEE? Su, un po’ di coerenza e di rigore mentale, in Parlamento, in entrambi i campi!”.
L’intera analisi sul sito di Famiglia Cristiana a questo link.