06/12/2011
I cantanti durante un momento delle prove del "Don Giovanni" che inaugurerà la stagione della Scala.
È un’opera immensa il Don Giovanni di Mozart (1756-1791) e Da Ponte. Non solo per la musica: libretto e librettista, protagonista e storia, genesi e prima rappresentazione, tutto è diventato oggetto di studio, ammirazione, addirittura mito. La figura di Don Giovanni nasce nel teatro seicentesco sotto varie forme e varianti (la più famosa è quella di Molière). Ma Mozart (che allora aveva 31 anni) e Lorenzo Da Ponte ne hanno fatto un “dramma giocoso” nel quale però è difficile distinguere i connotati comici e caricaturali da quelli metafisici e morali. Certo la storica prima di Praga del 1787 è ricordata come uno degli eventi musicali di tutti i tempi. E il viaggio di Mozart verso la città rimane un episodio centrale della sua vita.
Ma altrettanto nota è la vicenda della prima di Vienna (dell’anno successivo), con tagli e modifiche della versione praghese e un successo ben più tiepido che fece dire all’lmperatore Giuseppe II: «Il Don Giovanni non è pane per i denti dei miei viennesi».
Da allora Don Giovanni è stato al centro delle critiche, della passione, delle dispute e degli innamoramenti di artisti, musicisti, filosofi (basta ricordare il lungo saggio del danese Søren Kierkegaard).
Ovviamente l’opera è una sfida e un banco di prova per i cantanti: e se indimenticabile è stata la versione di Ruggero Raimondi, immortalata anche dal film di Losey, don Giovanni e il servo Leporello esigono un basso-baritono che può anche invertire i due ruoli. Ma è anche un punto di arrivo per i registi (memorabile l’allestimento scaligero di Giorgio Strehler o quello di Peter Brook). E ovviamente per i direttori (la tradizione italiana è ricca di interpretazioni straordinarie, fra le quali quella di Riccardo Muti). Per il poeta e librettista Lorenzo Da Ponte Don Giovanni è stata una passione che mai lo ha lasciato: trasferitosi a New York negli ultimi anni della sua vita, aprì un negozio di dolci e vini e riuscì nell’intento di fare rappresentare l’opera, in inglese, in un teatro locale. Né di Mozart né di Da Ponte è noto il luogo della sepoltura.
Giorgio Vitali