A Milano il primo China career day

In crescita le aziende che cercano madrelingua cinesi e puntano sulle seconde generazioni

17/02/2011

Esistono profili particolarmente ambiti dalle imprese italiane, soprattutto per quelle che stanno investendo in Oriente: sono i madrelingua cinesi. Giovani, spesso di seconda generazione, con una formazione orientata sulle materie economiche, capaci di concludere affari in italiano e in mandarino. A loro è stato riservato il First Career day di Milano, organizzato dalla Fondazione Italia Cina, in collaborazione con Assolombarda e Associna e con la partnership del Consolato della Repubblica Popolare Cinese di Milano. Ieri presso Assolombarda le aziende interessate hanno potuto incontrare candidati cinesi, valutare i profili e la preparazione delle risorse umane attraverso brevi interviste e colloqui mirati. L’evento è stata anche l’occasione per riflettere sulle nuove opportunità professionali e l’evoluzione dei rapporti tra i due Paesi: ne hanno discusso il presidente della Fondazione Italia Cina Cesare Romiti, il presidente di Assolombarda Alberto Meomartini e Liang Hui, console generale della Repubblica popolare cinese a Milano. Il pomeriggio, invece, è stato dedicato interamente ai colloqui.

Sono 30 le aziende italiane che hanno partecipato: operano tutte nel paese del dragone si ritrovano davanti un mondo completamente diverso non solo per la lingua, ma soprattutto nei modelli di contrattazione o nei rapporti sociali. Specifiche competenze linguistiche e culturali, quindi, sono fondamentali per rendere proficuo il business. Da qui la necessità di avere nel proprio team personale cinese qualificato. Lo stesso avviene per le sempre più numerose imprese cinesi che vogliono fare affari in Italia: trovare un connazionale che ben conosca la realtà del nostro Paese e la lingua è di primaria importanza. La risposta da parte dei giovani non è mancata: 160 i curriculum inviati, tutti ragazzi con laurea e, spesso, master, che conoscono perfettamente il contesto sociale ed economico italiano, che parlano inglese, italiano e cinese e la disponibilità a spostarsi in Cina.  

I giovani cinesi sono sempre più specializzati: basta pensare che nel 2007 gli iscritti all’università erano 1.448, nel 2010 invece 4.642, il 220% in più. La Fondazione Italia Cina due anni fa ha aperto la Scuola di Formazione Permanente per offrire formazione manageriale nelle imprese italiane attraverso l’invio di personale qualificato e con progetti realizzati su misura sulle esigenze della singola azienda. La Fondazione propone anche un servizio per raccogliere i curriculum on line (italychina-jobs.org) che mette in contatto le risorse interessate a lavorare sul mercato cinese con le imprese socie della Fondazione, che possono accedere gratuitamente al database e ai contatti dei candidati.

Eleonora Della Ratta
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