15/05/2012
(foto Thinkstock)
Il costo dell’energia elettrica in Italia è tra i più alti in Europa con un differenziale del 30% rispetto agli altri principali Paesi. Nel 2011 si sono spesi 63 miliardi in bollette e tra aprile e maggio i rincari sono del 9,8%. I cittadini si lamentano e Confindustria avverte che le nuove accise sul settore energetico metteranno in seria difficoltà il settore manifatturiero. Si dà la colpa al rincaro del petrolio, ma a ben guardare non è tanto il prezzo dell'oro nero a far lievitare i conti ma gli aggravi che paghiamo per sostenere gli incentivi per gli impianti fotovoltaici che dovrebbero rappresentare l’alternativa energetica. In sostanza, paghiamo due volte: l'energia vecchio tipo e l'energia del futuro. Il tutto in una situazione che Diego Gavagnin, direttore di Quotidiano Energia, definisce di “disordine energetico”.
Il disordine sta nel fatto che gli incentivi per incoraggiare l'adozione di pannelli solari e soprattutto di sistemi fotovoltaici sono lievitati negli ultimi anni senza nessun freno. Tanto che nelle prossime settimane ci si aspetta una drastica riduzione decisa da decreti ministeriali in materia. Potrebbe significare che se il cittadino che paga da tempo in bolletta la sua “tassa” per investire nell'energia del sole dovesse nei prossimi mesi decidere di comprare pannelli solari potrebbe pagare ben più salate le stesse strutture che qualcuno ha pagato molto meno nei mesi scorsi. In definitiva, dopo aver dato la sua quota per sostenere gli incentivi, qualcuno non ne beneficerà. E questo perché, senza nessuna regolamentazione, la politica ha votato misure esagerate. In pratica: o tutto o niente. E' la prima incongruenza. Un'altra sta nel fatto che non sono state altrettanto incoraggiate altre energie rinnovabili. Si definiscono così le fonti di energia che si distinguono da quelle fossili per il fatto che non si esauriscono e non inquinano come appunto carbone e petrolio. Gli impianti fotovoltaici servono a ricavare energia elettrica in pratica direttamente dal sole. I pannelli solari, simili nella concezione, ricavano calore che scalda acqua calda, utile nella gestione domestica. Ma oltre a quella solare, ci sono altre fonti di energia: quella idroelettrica, quella eolica, quella marina, quella geotermica. Nessuna di queste ha ricevuto tanto impulso come i sistemi fotovoltaici. Viene da pensare che forse non erano rappresentate da lobby altrettanto forti.
Ma il punto è che il previsto dietrofront metterà in crisi proprio il settore che più ha favorito: si prevedono ricadute negative sull'occupazione per i tagli agli incentivi. Lo teme Diego Gavagnin e conferma i timori anche Vincenzo Ferrara, dirigente dell'ENEA e consulente del Ministero dell'Ambiente. Ferrara sottolinea anche che il settore non è stato bene accompagnato perché si è trattato di sistemi venduti e istallati in Italia ma prodotti altrove, soprattutto in Cina. Il disordine, a suo avviso, sta anche nel fatto che il boom di vendite non ha permesso i tempi per sani investimenti da parte di ditte italiane. Ferrara non ha dubbi: “L'Italia, che attualmente dipende per oltre l’80% del fabbisogno da energia acquistata all’estero, può arrivare alla indipendenza energetica ma deve saper investire davvero nel futuro, senza disordini”. C’è da dire che guardando all’MIT ci si sente già nel futuro. Donald Robert Sadoway del Massachussetts Institute of Technology spiega che il mitico istituto di Boston ha messo a punto pannelli solari a 3D: l'energia prodotta sale fino a 20 volte rispetto ai classici pannelli piatti.
Fausta Speranza