Francesco Cafiso: ho suonato il sax per Obama

Ha esordito a soli 9 anni nell'Orchestra Jazz del Mediterraneo. Da quel momento ha girato il mondo suonando nei più importanti festival. Con un'esibizione anche alla Casa Bianca.

22/06/2011
Il sassofonista Francesco Cafiso.
Il sassofonista Francesco Cafiso.

Nato a Vittoria (Ragusa) nel 1989, è uno dei talenti più precoci della storia del jazz. Decisivo per la sua carriera l’incontro, nel 2002, con il trombettista e direttore d’orchestra americano Winton Marsalis che, dopo averlo sentito suonare, lo porta con sé in tournée in Europa. Da allora si è esibito nei più importanti festival e club del mondo, accanto ai grandi maestri del jazz. Diplomato in flauto con il massimo dei voti al Conservatorio di Catania e laureato in musica jazz, ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti nazionali e internazionali. Nel gennaio 2009 ha suonato a Washington nel quadro dei festeggiamenti in onore del presidente Usa Barack Obama e nel luglio dello stesso anno è stato nominato ambasciatore del jazz italiano nel mondo.

Francesco Cafiso durante un concerto.
Francesco Cafiso durante un concerto.

Un bambino prodigio, con tutti i rischi del caso: non è infrequente infatti che, dopo gli entusiasmi iniziali, si cada nell’oblio. Non è stata per fortuna la storia di Francesco, che già a 9 anni esordiva nell’Orchestra Jazz del Mediterraneo: secondo sax contralto, seduto a fianco di musicisti molto più vecchi e smaliziati di lui. Nel 1999 eccolo già in tv, su Rete 4, a “Bravo bravissimo” con Mike Bongiorno: non vince, ma si fa notare.
Il suo non è un talento effimero e a farlo emergere ha certo contribuito la passione per la musica di tutta la famiglia: papà Angelo, Mamma Santina, la sorella Daniela. Col sassofono è subito amore a prima vista : «E’ stato lo strumento», ricorda Francesco, «a scegliere me, mi sono sentito naturalmente portato a suonarlo». Lui, poi, ci ha messo del suo per non deludere le aspettative di quanti, soprattutto dopo il fortunato incontro con Winton Marsalis (anche lui, a suo tempo, un bimbo prodigio), lo salutano come uno dei talenti più precoci della storia del jazz: «Con me sono ipercritico. Studio molto per migliorare la tecnica e ascolto molto gli altri jazzisti, quelli del passato e quelli del presente. L’originalità dell’improvvisazione, il tratto distintivo del jazz, è una dote innata, ma si arricchisce con le esperienze che si accumulano anno dopo anno». Il primo amore, il sax, non si scorda mai, però è quello di adesso che lascia il segno: si chiama Alessandra, una ragazza della sua città con la quale è fidanzato. Mettere su famiglia è un obiettivo di Francesco. Siccome ammette di essere ottimista, ma anche «una testa dura», c’è da credere che quanto prima taglierà pure questo traguardo.

Maurizio Bianchi
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