20
mar

Emisfero Nord freddo, ma non troppo

Inverno dei più freddi degli anni 2000, ma più caldo di quelli del XX secolo

L’inverno meteorologico dell’Emisfero Settentrionale, ovvero il trimestre che va da inizio dicembre a fine febbraio, è stato a scala globale uno dei più freddi dall’inizio del nuovo millennio ma comunque più caldo di quanto non fosse normalmente questo periodo nel XX secolo.

Utilizzando i dati disponibili dal lontano 1880 infatti gli studiosi della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) hanno verificato che l’ultimo inverno boreale a scala planetaria è stato il dodicesimo più caldo, e quindi rientra nel 10% dei più caldi dell’era moderna.

Tuttavia quello da poco concluso rappresenta uno degli inverni boreali più freddi dall’inizio del nuovo millennio: negli ultimi 15 anni in particolare solo in altre quattro occasioni il periodo dicembre-febbraio era stato, a livello planetario, più freddo.

 I quattro periodi dicembre-febbraio più freddi degli ultimi 15 anni però comprendono proprio gli ultimi tre anni, a conferma del fatto che probabilmente il clima nell’ultimo periodo ha effettivamente rallentato (ma non arrestato) la sua corsa verso temperature sempre più elevate.

Durante l’ultimo inverno boreale, come descritto anche nella grafica realizzata dagli studiosi della NOAA, fra le regioni che hanno vissuto una stagione più fredda del normale (aree colorate delle tonalità dell’azzurro) spicca soprattutto l’Asia Nord-Orientale, dove le temperature medie hanno fatto registrare valori fino a 3-4 gradi inferiori alla media del trentennio 1981-2010 (zone colorate di blu).

Pubblicato il 20 marzo 2013 - Commenti (0)
28
nov

Atlantico caldo: inverno nevoso?

Le temperature oceaniche potrebbero decidere le sorti dell’inverno
 

Nelle ultime settimane spesso l’alta pressione dell’Anticiclone delle Azzorre si è allungata molto a nord, fino a occupare gran parte del Nord Atlantico, favorendo così la discesa lungo il suo bordo orientale di quelle fredde correnti nord-atlantiche che hanno portato anche in Italia piogge abbondanti e insistenti.
A favorire la ricorrente espansione dell’Anticiclone delle Azzorre fino a così alte latitudini sono state soprattutto le acque dell’Oceano, insolitamente calde per questo periodo.
Come mostra anche l’immagine, realizzata dagli studiosi della NOAA grazie ai dati raccolti da boe oceaniche e satelliti meteorologici, le temperature superficiali delle regioni marine a sud della Groenlandia sono infatti sensibilmente più alte del normale (colorazione rossa intensa).
Molto probabilmente le temperature marine rimarranno più calde del normale pure nelle prossime settimane, anche perché le analisi degli studiosi hanno dimostrato che lo strato caldo si spinge a oltre 100 metri di profondità, e quindi il calore accumulato in quella zona oceanica è davvero notevole e ci vorrà un po’ di tempo perché venga disperso tutto nell’atmosfera. Insomma, il grande calore intrappolato nel Nord Atlantico paradossalmente potrebbe diventare il migliore alleato degli amanti dello sci, deviando nel corso dell’inverno correnti gelide (e nevose) direttamente sulla nostra Penisola.

Pubblicato il 28 novembre 2012 - Commenti (0)
02
mag

Nevicata tardiva in America

 
             Un Rigurgito d’inverno nel Nordest degli USA

La scorsa settimana un improvviso colpo di coda dell’inverno ha riportato freddo e neve sugli Stati Uniti Nord-Orientali. Gli studiosi della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), utilizzando i dati raccolti al suolo (attraverso la misurazione diretta del manto nevoso) e quelli registrati dall’alto da aerei e satelliti, hanno realizzato questa mappatura del Nordest degli USA in cui è descritta la copertura nevosa il giorno 24 aprile, subito dopo l’ondata di tempo invernale: ebbene, in alcune zone (quelle colorate in blu) degli stati di New York, Pennsylvania, Maryland e West Virginia si sono accumulati oltre 20 centimetri di neve, e non è escluso che in alcune aree affacciate sui Grandi Laghi il manto nevoso abbia raggiunto addirittura i 35 centimetri! L’ondata di freddo e neve ha causato anche molti disagi alla popolazione, con circa 75000 persone che sono rimaste senza energia elettrica a causa dell’interruzione della rete di distribuzione.

Una nevicata così tardiva è decisamente insolita, anche per queste regioni degli Stati Uniti abituate a inverni solitamente molto freddi e nevosi: secondo quando riportato dal Los Angeles Times infatti in base ai dati in possesso al National Weather Service era dal 1928 che non si osservava una nevicata tanto importante così avanti nella stagione primaverile. Questa abbondante nevicata a primavera inoltrata arriva tra l’altro in un’annata, il 2012, in cui al contrario l’inverno in gran parte degli Stati Uniti è stato insolitamente mite e asciutto, caratterizzato da una anomala mancanza di neve.

Pubblicato il 02 maggio 2012 - Commenti (0)
21
feb

Donne depresse per la mancanza di luce

Con l’inverno, le giornate si accorciano e si riduce di conseguenza l’esposizione diretta alla luce solare, una circostanza che scatena in molti soggetti una tipica depressione stagionale, la SAD (Seasonal Affective Disorder), una sindrome molto diffusa nei paesi nordici, ove ora le ore di luce sono davvero irrisorie (non è un caso che proprio qui si registri ogni anno il livello più alto di suicidi). La SAD colpisce, nell’80% circa dei casi, soprattutto le donne di giovane o media età. I sintomi sono quelli tipici di una depressione (tristezza immotivata, flessione di desideri e interessi, crisi di pianto).

Ma la SAD si riconosce per altri tipici disturbi quali sonnolenza, aumento dell’appetito e desiderio smodato di dolci, pane e pasta, disturbi che scompaiono regolarmente in primavera. Le cause? Occorre ricordare che la luce solare regola i ritmi biologici circadiani, ovvero quelle funzioni vitali che oscillano, nel corso delle 24 ore, tra un massimo e un minimo: sonno e sveglia, attività e riposo, pressione sanguigna, frequenza cardiaca, livello degli ormoni, tra i quali la Serotonina, nota come l’”ormone del buon umore”. Nei soggetti biologicamente predisposti i deboli e pallidi raggi solari invernali e la netta prevalenza delle ore di buio rispetto a quelle di luce, altera i bioritmi e riduce il livello degli ormoni, tra i quali appunto la Serotonina.

Pubblicato il 21 febbraio 2012 - Commenti (0)
25
gen

La Niña si intensifica



Possibili conseguenze anche sul clima italiano

Nel Pacifico è in atto un particolare fenomeno climatico, La Niña, caratterizzato dal raffreddamento di un’ampia fetta di questo oceano e dallo sconvolgimento della normale circolazione atmosferica di tutta la regione . lI fenomeno, che in questa parte del Globo si ripete periodicamente, a causa delle profonde interazioni che legano oceani e atmosfera e della vastità dell’area interessata (ai Tropici il Pacifico occupa circa un terzo della circonferenza terrestre) è in realtà capace di sconvolgere la circolazione atmosferica di tutto il Pianeta. In Italia in particolare durante le annate caratterizzate dalla presenza de La Niña aumentano le probabilità di un inverno siccitoso, come in effetti sembra stia avvenendo, almeno al Nord, in questa stagione.

In ogni caso, l’immagine ricostruita dagli analisti del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena conferma un’intensificazione dell’episodio di Niña in corso e mostra in particolare la situazione media nei dieci giorni centrati sull’8 gennaio 2012: attraverso i dati raccolti dal satellite Jason-2 della NASA, in effetti, si nota chiaramente, nel Pacifico Centrale e Orientale, una vasta regione oceanica caratterizzata da temperature superficiali decisamente inferiori al normale (aree colorate in celeste/blu), mentre nel settore più occidentale di questo bacino, a causa dell’intensificazione degli alisei che accompagna solitamente La Niña, si sono accumulate acque molto più calde (aree colorate di giallo/rosso) che, come già avvenuto lo scorso anno, rischiano di scatenare piogge eccezionali nella vicina Australia.

Pubblicato il 25 gennaio 2012 - Commenti (0)
12
gen

Fine del caldo, in arrivo il gelo

Dopo un periodo di caldo anomale, il gelo scenderà sulla penisola italiana.
Dopo un periodo di caldo anomale, il gelo scenderà sulla penisola italiana.

L’anticiclone delle Azzorre che ha insistito sull’Italia per più di un mese, portando tempo in prevalenza bello e temperature miti, comincerà tra venerdì e domenica ad indebolirsi, per une debole perturbazione in arrivo dalla Spagna.
Poi alla fine di domenica arrivano sull’Italia correnti polari che porteranno fino al 20 gennaio freddo evento su tutta la penisola e anche nevicate fino a quote molto basse su Abruzzo, Molise Puglia, Lucania a Calabria.

Venerdì 13: un po’ di nubi su regioni tirreniche, Veneto Marche, Umbria, Media Puglia, Lucania, Ovest Sardegna, Nordest Sicilia. Sereno sulle altre regioni. Nella notte nebbie e gelate al Nord.

Sabato 14: nubi su Liguria, Emilia,Lazio, rilievi abruzzesi, Campania, Lucania, Calabria e Isole. Piogge in Calabria. Nebbie e gelate di notte e al primo mattino al Nord, Umbria e Toscana.

Domenica 15: nubi su Basso Piemonte, Levante ligure, Emilia, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e al Sud. Sereno sulle altre regioni. Piogge su Calabria, Est Sicilia. Deboli venti di Bora sull’Adriatico, in sensibile aumento dalla sera.

Lunedì 16: sereno su Alpi e Toscana. Nubi sul resto d’Italia. Piogge su Sardegna, Sicilia, Puglia. Nevicate fino a quote di 300-500 metri su Abruzzo e Molise e oltre 500 m sul Nord della Sicilia. Possibili nevicate anche lungo le coste abruzzesi.

Pubblicato il 12 gennaio 2012 - Commenti (0)
03
gen

I venti in inverno

Vento e umore nero: qual è la relazione?
Vento e umore nero: qual è la relazione?

Alcuni portano euforia, altri deprimono l’umore

Durante la stagione invernale i venti intensi sono molto frequenti, con influenze talvolta benefica e tal volta malefiche sul nostro organismo, ma, soprattutto, sulla nostra psiche e sul nostro umore. 

I venti che più frequentemente in questa stagione soffiano sulla nostra penisola sono gli umidi e tiepidi venti di scirocco (vento di sud-est) soprattutto sulle regioni centro-meridionali, i freddi venti nord-occidentali di Maestrale sulle regioni tirreniche e quelli, sempre freddi, nord orientali di Bora o di Grecale  sulle regioni adriatiche.

I venti dai quadranti settentrionali, come appunto il Maestrale, La Bora e il Grecale, sono accompagnati, oltre che da cieli per lo più sereni, da una diminuzione nell’umidità relativa dell'aria, da un aumento della pressione atmosferica e da una ionizzazione negativa dell'aria. Tutti fattori, questi, che determinano sull'organismo umano una sensazione di benessere, di sollievo fisico e morale, di euforia, di maggiore energia e tono muscolare. In ultima analisi le sensazioni vitali vibrano in senso positivo.

Il contrario avviene invece quando soffiano i venti meridionali, carichi di umidità, di ionizzazione positiva, con diminuzione della pressione atmosferica, cielo grigio, con precipitazioni anche abbondanti e a carattere di rovescio. L'organismo umano avverte in questi casi sensazioni sgradevoli di disagio fisico e psicologici e di depressione, talvolta anche forte, dell'umore, accompagnata spesso anche da ansia, palpitazioni, tachicardia, cefalea, senso di oppressione precordiale, perdita notevole del tono muscolare.

Pubblicato il 03 gennaio 2012 - Commenti (0)

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Autore del blog

Il meteo di Giuliacci

Col. Mario Giuliacci

Mario Giuliacci è un meteorologo, personaggio televisivo e colonnello italiano. È laureato all'Università La Sapienza di Roma. È autore di diversi libri sulla meteorologia. Attualmente cura su LA7 la rubrica del meteo per il fine settimana.

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