Effetto Olimpiadi: tutti campioni

Atmosfera olimpica contagiosa: non solo cresce il tifo televisivo per le performance dei grandi atleti, ma pure il sogno di emularle. I consigli per partire bene e non restare delusi.

Davanti alla tivù scatta la voglia di sport

29/07/2012
Allenamenti in piscina (Ansa).
Allenamenti in piscina (Ansa).

Giochi di Londra al via. E l’aria olimpica ha un effetto strano sugli italiani, stando a un’indagine condotta dall’Osservatorio Salute AstraZeneca con Ispo. Non solo cresce il numero degli spettatori incollati davanti alla tv a guardare le performance dei grandi atleti, ma scatta pure la voglia di imitarle.

Stregati dalle gare

• Durante le Olimpiadi, rileva l’indagine, persino le persone più disinteressate allo sport sono attratte dal fascino della competizione e seguono la manifestazione in televisione. Ed è la star del nuoto Federica Pellegrini l’atleta che meglio rappresenta i valori della pratica sportiva: lealtà, salute, spirito di squadra. 
• Ma quasi un italiano su due non si ferma alle attestazioni di stima. Il buon esempio dei campioni sprona a diventare sportivi in prima persona e sono soprattutto gli adulti tra i 35 e i 54 anni a essere contagiati dall’atmosfera olimpica e disposti a prolungarla dopo la conclusione delle gare.

Dal guardare al fare
• Come tradurre allora in pratica le buone intenzioni, senza il rischio di infrangere il bel sogno e di rimanere delusi? «Va innanzitutto evitato», afferma il medico dello sport Stefano Aglieri dell’Istituto clinico Humanitas di Milano, «l’errore di emulare le gesta degli atleti agonisti, che sportivamente appartengono a un altro mondo».
• Bisogna stare coi piedi per terra ed è, questa, una raccomandazione valida in particolare per gli over 40, che desiderano riprendere a fare sport dopo anni di interruzione, o che addirittura vogliono cominciare partendo da zero. «Infatti», puntualizza lo specialista, «anche se cuore, polmoni, cervello continuano a funzionare in modo egregio, ossa e articolazioni di solito non sono più quelle di gioventù, mentre i muscoli hanno perso tono, volume, elasticità. Occorre pertanto puntare su un’attività che sia piacevole e non pericolosa, in grado di non logorare i primi e di restituire un poco di vigore ai secondi». 
• Un aspetto da non sottovalutare è quello della complessità tecnica dell’attività sportiva che si vuole praticare. «Sport di squadra come calcio, pallacanestro, pallavolo», osserva il dottor Aglieri, «o discipline individuali come sci alpino, scherma, tennis sono divertenti e coinvolgenti, però richiedono una buona appropriatezza dei meccanismi motori, che richiede tempo per essere acquisita. Per rompere il ghiaccio, niente di meglio di attività di base come camminata a passo veloce, jogging, ciclismo, nuoto, più intuitive e facili da imparare».

I primi passi
• La prima mossa consiste nel rivolgersi a un medico di fiducia per verificare lo stato di salute e di forma fisica e per farsi indirizzare verso l’attività più consona. 
• «L’allenamento», puntualizza l’esperto, «deve procedere in maniera progressiva. All’inizio non occorre dedicare ore tutti i giorni all’attività fisica, sono sufficienti dai 30 ai 60 minuti 2-3 volte alla settimana, senza affaticarsi eccessivamente. Poi, via via, si possono incrementare sia il tempo, sia l’intensità dello sforzo. Per capire se il passo è giusto, è fondamentale saper ascoltare il proprio corpo: avvertire piccole dolenzie muscolari il giorno dopo è positivo, vuol dire che l’allenamento è proficuo; accusare dolori significa che si è tirata troppo la corda e che si deve rallentare».

Maurizio Bianchi
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