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apr

Quei bambini a pane e acqua

     Crede davvero che, da parte di tutti, sia stata “unanime” la reazione di protesta per quei piccoli lasciati a “pane e acqua”, perché i loro genitori non avevano pagato la retta per la refezione scolastica, in un Comune del Nord? Crede davvero che quei ragazzini, italiani e figli di immigrati, quel giorno, hanno fatto la fame come la facevano, un tempo,
i detenuti nelle carceri, tenuti“a pane e acqua”? Io approvo in pieno la decisione del sindaco. Ha fatto bene a prendere quel provvedimento e a dare una lezione ai genitori “morosi” nel pagare. Le faccio un esempio: se io smettessi o mi rifiutassi di pagare l’abbonamento a Famiglia Cristiana, lei continuerebbe lo stesso a mandarmi copia della rivista? Caro padre, le chiedo ancora: mandereste la vostra pubblicazione per ragazzi, Il Giornalino, anche a quei piccoli che, se potessero, lo leggerebbero più
che volentieri ma, essendo i loro genitori poveri, non possono permettersi di pagare l’abbonamento? Padre, padre... Luciano

      Questa vicenda del comune di Adro, in provincia di Brescia, è destinata a tenere vivo il dibattito a lungo, perché ogni giorno si accresce di nuovi elementi. E di nuovi protagonisti. A cominciare da un industriale del posto, che ha voluto rilevare con un assegno le rette da pagare, chiedendo di mantenere l'anonimato. Un gesto di generosità e solidarietà in un Paese che sta smarrendo il senso di umanità. E che non rispetta più nemmeno l'innocenza e la "sacralità dei bambini". Gesto di generosità che ha suscitato, però, lo scandalo dei genitori che pagavano la retta, che ora minacciano lo sciopero al grido di: "Mangia solo chi paga". A che punto siamo arrivati! Come scrive Ermanno Olmi su Corriere della sera: "La bontà è sempre stata uno scandalo. Dà fastidio a coloro che non la frequentano e per assolversi della loro indifferenza la denigrano e la deridono come un'esposizione di 'buonismo'". Come capita anche per altri temi (l’immigrazione ad esempio), a problemi reali si danno risposte sbagliate. Se i genitori non pagano la retta per la mensa scolastica, è giusto reagire mettendo a “pane e acqua” i figli? Oltretutto, discriminandoli davanti ai loro compagnetti che, quel giorno, hanno dato una lezione ai grandi, condividendo  il proprio pasto, grazie all’intervento di un’insegnante più sensibile. Non c’era altra possibilità per risolvere il problema? E poi, davvero quei genitori facevano i “furbi”, o molti non hanno più i soldi per pagare? Qualsiasi contrasto nasca tra i “grandi”, non possono né debbono farne le spese i bambini. Il cibo è uno dei diritti più elementari: come si fa a metterli a “digiuno forzato” e a rivalersi sulla loro pelle? Siamo diventati così egoisti e cinici? Perché non riflettiamo, invece, che di fronte alla crisi economica e alle nuove povertà, le famiglie con più figli sono in seria difficoltà? Che fare? Perché non seguire l'esempio di quell'imprenditore locale o delle Acli di Brescia, che una soluzione l’hanno proposta e trovata, facendosi carico della mensa di quei bambini fino alla fine dell’anno? Su questo tema, all'apparenza di poco significato, si misura la civiltà o l'inciviltà cui siamo giunti. Mi piacerebbe aprire un dibattito e raccogliere più voci. 
In merito alla tua provocazione, caro Luciano, ti rispondo con l’invito a far parte del gruppo
di amici di Famiglia Cristiana che alimentano, tutte le settimane, un “fondo”per pagare l’abbonamento non solo per le famiglie povere, che non possono permetterselo, ma anche per i missionari nel mondo, che hanno nella nostra rivista il legame più forte con l'Italia. Che ne dici, partecipi anche tu ad alimentare questo fondo? O è "buonismo" anche questo? Luciano, Luciano...

Pubblicato il 15 aprile 2010 - Commenti (0)

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Don Sciortino risponde

Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

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