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Quei suicidi in carcere

Ho diciott’anni e faccio volontariato. Da circa due anni ho cominciato a interessarmi dei detenuti, leggendo lettere e articoli su di loro. Spesso mi scontro con i miei parenti. Per loro, «bisognerebbe ammazzarli tutti». Non hanno pietà. Di fronte a tanti suicidi nelle prigioni, bisognerebbe invece fare qualcosa. Vorrei mettermi in corrispondenza con qualche carcerato. E dare anche un aiuto concreto, diretto. Ma non so come fare. Perché la Tv non ci fa conoscere meglio la loro situazione? Perché non ci fa capire perché tanti tentano il suicidio? 

                                                                                                                                Serena

Cara Serena, la tua sensibilità non può che farti onore. Anche perché è rivolta verso una categoria di persone abbandonate e ignorate dalla società. C’è poca attenzione alle condizioni di vita dei detenuti e alla possibilità che possano “redimersi” ed essere recuperati alla vita sociale, dopo aver scontato la giusta pena. Eppure, per un cristiano visitare i carcerati fa parte delle opere di misericordia corporali. Su questo verterà il giudizio del Signore. Ce lo ricorda l’evangelista Matteo: «Ero carcerato e siete venuti a trovarmi». Di recente, ci ha dato un bell’esempio Benedetto XVI con la visita ai reclusi di Rebibbia a Roma. Per far sentire loro la vicinanza del Signore e della comunità ecclesiale. Quanto alla tua richiesta di fare qualcosa per loro (i tuoi genitori non saranno d’accordo), ti consiglio di rivolgerti al cappellano del carcere più vicino a dove vivi. È la persona giusta per indicarti la strada migliore. Anche per superare gli intoppi burocratici.

Pubblicato il 18 gennaio 2012 - Commenti (17)

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Postato da Libero Leo il 04/02/2012 10:18

Le carceri sarebbe sufficienti, se non ci fossero detenuti gli innocenti, che sono circa il 40% di tutti i detenuti. Ricordo che "Nel diritto penale, l'imputato è innocente fino ad una sentenza di condanna che sia passata in giudicato.".

Postato da Franco Salis il 25/01/2012 12:39

folgore il 18/01/2012 23.52,hai dimenticato che quando hai battezzato tuo figlio/a,supposto che ne abbia (poveretti) ti sei impegnato ad educarli al cristianesimo "secondola loro indole". Questa espressione virgolettata giustifica la prima. Ne deriva che chi non ne tiene conto,non è un educatore ma un violento. Per quanto riguarda le carceri non portate a termine,hai ragione che è uno scandalo,ma TIENI PRESENTE CHE LE STRUTTURE MURARIE NON BASTANO. Ci vuol ben altro da fare e in che modo. Tu che sei uno strenuo difensore della gerarchia ecclesiale,non altrettanto di F.C. leggiti il terzo capitolo della (ultima) prolusione di Bagnasco,e non limitarti a dire:"bene,bravo" Ciao

Postato da folgore il 24/01/2012 21:20

Condizioni invivibili in carcere? Ok, può essere, ma perché non sono state aperte delle nuove carceri? Perché quelle che anche Striscia la Notizia ci ha fatto vedere quasi terminate non sono state utilizzate, tra l'altro gettando al vento vagonate di denaro pubblico?

Postato da Ilvio d'Onofrio il 23/01/2012 13:56

Tutti coloro che protestano contro le indecnti condizioni carcerarie hanno sacrosanta ragione

Postato da luna64 il 23/01/2012 08:45

Credo proprio che i genitori di Serena non saranno contenti. Non oso immaginare mia figlia (che viene molestata per strada un giorno si e un altro pure) che ha più o meno la sua stessa età, far visita ai carcerati! Va bene fare opere buone, ma usiamo anche un po' di buon senso! Perchè non mandiamo dai carcerati un po' di pensionati baby ancora in buona salute? Cordiali saluti luna64

Postato da Giona il 21/01/2012 12:49

Ho letto la lettera di Serena pubblicata su F.C. n 4 e vorrei dirle in merito alle sue domande in cui si chiedeva come mai la TV non ci fa conoscere la situazione delle carceri, che la trasmissione di rai 3 Presa Diretta se non ricordo male del 14/1/2011 ha mandato in onda un reportage sulle carceri italiane sconvolgente,che si può facilmente recuperare su internet.

Postato da folgore il 20/01/2012 16:18

Per Libero Leo: una persona da indagata all'atto del processo diviene imputata e alla prima condanna condannata. Poi è un altro paio di maniche che l'appello - che si badi bene non è automatico, ma deve essere richiesto - ribalti tale prima sentenza. Affermare che una persona che, poniamo, sia stata condannata in primo grado che so all'ergastolo per omicidi efferati sia da scarcerare perché "in attesa del secondo grado" è abbastanza opinabile. Anche senza leggera da wikipedia ricordo a me stesso che esiste anche un termine perentorio della carcerazione preventiva, oltre ai quali la persona, se ancora in attesa dell'Appello, viene scarcerata. Gli errori giudiziari? Dai, lo sai bene che l'unico Giudice infallibile è quello Supremo. Questo non porta però a decidere di scarcerare in quanto ci potrebbe, dico che ipoteticamente ci potrebbe, essere stato un errore.

Postato da Franco Salis il 20/01/2012 12:17

Ma, Libero Leo il 19/01/2012 20.05,sta scherzando? allora uno stupratore viene colto in flagranza di reato,non lo metti in prigione sino al terzo grado di giudizio?Consenti quindi che uno stupratore passeggi in "piazza" facendosi beffe della vittima,che comunque lui ha posseduto e quindi cosa sua? Questo quindi sarebbe un principio pregevole del diritto? Tu insistentemente hai proposto la "liberazione" del 40% di detenuti in attesa di processo. Su via che è necessario un po' di discernimento! Per quanto riguardo ilnumero eccessivo dei delitti,avrei voluto sapere,come sono arrivati al suicidio:non hanno saputo gestire il passaggio dall'essere protagonisti del crimine cui tutto è dovuto e nulla devono all'essere invece sottoposti a condizione,anche disumana? Anche qui discernimento! Infine se io denuncio una persona di abuso sessuale dopo pochi accertamenti viene sbattuto dentro,perchè invece una persona illustre (si fa per dire) è ancora libera? Ciao

Postato da Libero Leo il 19/01/2012 20:05

Per Folgore. Da Wikipedia: "La presunzione d'innocenza è un principio del diritto penale secondo il quale un imputato è considerato non colpevole sino a condanna definitiva ovvero sino all'esito del terzo grado di giudizio emesso dalla Corte Suprema di Cassazione. L'onere della prova spetta alla pubblica accusa, rappresentata nel processo penale dal pubblico ministero. Non è quindi l'imputato a dover dimostrare la sua innocenza, ma è compito degli accusatori dimostrarne la colpa, almeno in linea di principio. Nel diritto penale, l'imputato è innocente fino ad una sentenza di condanna che sia passata in giudicato.". Gli errori giudiziari sono talmente numerosi che non deve destare meraviglia che in primo grado si venga condannati pur essendo innocenti

Postato da giorgio traverso il 19/01/2012 18:06

Scusate,ma a chi delinque,cosa si deve fare?Viviamo in una società dove la vita umana,vale meno di 1 euro,leggendo la cronaca giornaliera,c'è da rabbrividire.Il mio pensero è che le pene sono troppo blande,e di esempi ce ne sarebbero molti.L'ultimo è il caso del comandante della CONCORDIA.Come nella vita quotidiana,i poveri cristi pagano sempre,i ricchi,quasi mai.Vogliamo svuotare le carceri,mandiamo i delinquenti stranieri a espiare la pena al loro paese. giorgio traverso

Postato da martinporres il 19/01/2012 14:09

Quello di luisa prodi è un ottimo commento da sottoscrivere.

Postato da salmo56 il 19/01/2012 13:08

Gentile Direttore In questi giorni, giustamente ci si occupa, dei problemi delle carceri italiane, non entrando nel merito dell'uso della carcerazione preventiva, vorrei far notare che nessun organo di informazione spende una riga per quanto riguarda le vittime dei reati. Spesso e volentieri, sono lasciati nel più completo abbandono, passato il primo momento ci si occupa di chi ha commesso il reato del suo stato d'animo, ma di chi ha subito il reato niente, forse non fanno più notizia. La saluto molto distintamente.

Postato da luisa prodi il 19/01/2012 12:40

Per Serena: in molte città di Italia vi sono gruppi di volontariato penitenziario ai quali puoi avvicinarti per fare i primi passi nel servizio ai detenuti e alle loro famiglie. E' un servizio delicato e difficile, che ha bisogno di un lungo tempo di formazione e di un costante confronto con altri che condividono questo impegno (per questo non ha senso affrontarlo da "liberi battitori", ma solo in gruppo). Se vuoi cercare un'associazione vicino al luogo dove abiti puoi andare sul sito del SEAC- Coordinamento Enti e Associazioni di Volontariato Penitenziario (http://www.volontariatoseac.it/). Il SEAC è un organismo nato più di quaranta anni fa, il suo statuto è riconosciuto dalla CEI. Il tipo di volontariato che facciamo è quello dell'accompagnamento delle persone detenute nel corso della loro carcerazione e l'aiuto nelle delicatissima fase del reinserimento sociale. Inoltre curiamo il sostegno delle famiglie, che vivono situazioni difficili a causa della reclusione del loro congiunto. Il nuovo volontario non viene preso e sbattuto in carcere, ma viene prima formato e messo a svolgere servizi esterni al carcere (ricerca di alloggio e lavoro, contatto con le famiglie, sensibilizzazione della società esterna ecc..). I genitori possono stare tranquilli che la figlia avrà tutto il tempo di capire la situazione in cui va ad operare e per un certo tempo sara guidata e assistita dai volontari più esperti.

Postato da folgore il 18/01/2012 23:52

Scusi Reverendo, ma lei dice un " Quanto alla tua richiesta di fare qualcosa per loro (i tuoi genitori non saranno d’accordo), ti consiglio di rivolgerti al cappellano del carcere più vicino a dove vivi.". Io non sono quel genitore, ma mi sentirei molto arrabbiato se lo fossi a vedere che lei sorpassa così il mio ruolo di educatore.

Postato da folgore il 18/01/2012 23:50

Libero Leo, essere in attesa di processo e di sentenza definitiva non significa essere innocenti. Non diciamo assurdità. Ve ne sono certo in attesa del primo processo, ma molti sono in attesa del secondo o del passaggio in Cassazione e nel primo sono stati condannati. Se vuoi fare un esempio a caso potresti dirmi che un imputato condannato in primo grado all'ergastolo per omicidio che so della moglie e dei figli e in attesa del processo di secondo grado (quindi non condannato in via definitiva) è INNOCENTE?

Postato da Libero Leo il 18/01/2012 19:30

A proposito delle carceri vorrei aggiungere alcune considerazioni: 1) Risulta che circa il 40% dei detenuti sono innocenti, in quanto non condannati in via definitiva. Questi innocenti vengono ingiustamente assimilati ai colpevoli, spesso sono dimenticati in carcere e dopo vari anni, alla fine del processo, risultano innocenti. 4) Questi innocenti vengono spesso incarcerati per farli parlare. Il presidente Scalfaro usò l’espressione “il tintinnare delle manette” per indicare il comportamento dei magistrati che in pratica è una moderna tortura. Per fare parlare un indagato (ancora innocente) lo si mette in carcere e si aspetta che parli. Questa pratica ha causato il suicidio di molte persone; alcune anche molto famose. 5) In Italia si diventa magistrati vincendo un concorso. Un concorso vinto a 23 anni è un ‘filtro’ adeguato a garantire le qualità che ci si aspetta da un magistrato? 9) Spesso si dice che questi mali sono dovuti a carenza di personale e di mezzi. Il più delle volte i veri motivi sono ben altri. Per comprenderli basta frequentare un po’ i tribunali. 10) Perché non si cerca di modificare la giustizia italiana per renderla simile a quella degli altri grandi paesi europei? Sarebbe un passo verso l’Europa unita forse più importante della moneta unica. Qualcuno pensa che ormai sono troppi i politici che hanno paura di prendere provvedimenti che i magistrati non vogliono. 11) Ora per svuotare le carceri vogliono fare uscire i condannati prima del tempo previsto. Perché, invece, non fanno uscire gli innocenti? Si toglierebbe uno strumento di tortura e si libererebbe circa il 40% delle carceri. Perché Famiglia Cristiana non prende una iniziativa a favore degli innocenti in carcere, molti dei quali stanno subendo una vera e propria tortura? Sarebbe una lotta anche a favore delle loro numerose famiglie, che stanno soffrendo terribilmente; forse molto più di quelle che hanno problemi economici

Postato da martinporres il 18/01/2012 19:15

Diciotto anni sono, forse, pochi per avvicinarsi ad una realtà tanto complessa e dura come le carceri. Ci vuole prudenza, oltre al capellano mi rivolgerei anche ad altre persone per avere consigli. Capisco i genitori che possono non essere d'accordo.

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Don Sciortino risponde

Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

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