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set

Farina del vostro sacco

  Questa settimana vorrei riprendere alcuni spunti tratti dai vostri messaggi, frammenti di vita quotidiana carichi di spunti per pensare.  
  Un papà dice: “Il prossimo lunedì… riprenderò a lavorare e sarà un gran dispiacere non vivere 24h su 24h con i miei due figli di 8 e 10 anni che riprenderanno la scuola…” (Momo). È bello vivere in una casa in cui c’è il gusto di stare insieme, dove la felicità non è altrove. A volte la voglia di partecipazione abbonda: “Diamo la parola a turno (ci vorrebbe un semaforo che indichi quando uno può iniziare a parlare, perché i lamenti sono continui, tipo "parla sempre lui").” (Barbarave)
 
 I nostri figli sono pieni di domande e di racconti, vogliono essere guardati con attenzione. Essere genitori è tanto bello quanto faticoso, servono energie sempre nuove per coinvolgersi nella relazione con i figli; se siamo in riserva annaspiamo di fronte alle troppe richieste e rischiamo di pensare ai figli come a “una razza da intrattenere: in pizzeria si va con il game boy per farlo star buono, in auto si compra il mini lettore dvd…, al supermercato gli facciamo comprare ciò che si vuole per non incappare in qualche capriccio vergognoso... insomma ma non si EDUCA più nessuno?” (Molli) Terrò queste parole sul comodino per il mio esame di coscienza. Servono però momenti alla coppia per ricaricare le batterie e per riuscire a ricavare qualche spazio di libertà gli spunti non sono mai troppi: “i lunedì i bimbi mangiano nei loro tavolini o in cameretta ascoltando musica o vedendo un cartone animato... per loro una festa per noi una cena dove possiamo parlare...” (Molli)

 Le sfide sono molte, ma non dobbiamo rattristarci: “domenica alla Messa, durante un momento di scoraggiamento poiché mio figlio era veramente indomabile… non ce la facevo più e ho affidato il piccolo a mio marito e io sono scappata in sacrestia e confesso di essermi messa anche a piangere! …mio figlio si è messo seduto sui gradini dell'altare e ha ascoltato quasi tutta la predica senza muoversi... e al momento della Consacrazione si è pure inginocchiato! Per me questo è stato davvero un miracolo” (Lelli83).

 Chiedere aiuto è spesso la scelta migliore, soprattutto per noi mamme
che tendenzialmente ci sentiamo insostituibili (e un po’ lo siamo).   Prendo spunto dalle parole di Lelli per invitarvi al confronto: vi è capitato di chiedere aiuto a qualcuno per affrontare una sfida con i vostri figli nella quale vi siete sentiti al tappeto? Com’è andata? Quest’estate io ho scoperto di essere inefficace nel convincere mia figlia Caterina (2 anni) a stare seduta nel suo seggiolone, me la ritrovavo sempre in braccio senza quasi accorgermene. Mio marito mi ha fatto notare che due anni sono un po’ pochi per dettare le regole. Lui l’ha messa seduta al suo posto, lei ha pianto due minuti, poi ha ripreso a mangiare tranquilla. Ho dovuto ammettere che aveva ragione… Da quella sera, quando lei mi tende le braccia implorante io passo il testimone al marito e mi godo la zuppa!          

Pubblicato il 20 settembre 2010 - Commenti (0)

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Barbara Tamborini

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di libri sull'educazione. Ha 4 figli.

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