Ucraina, tutto pronto per Euro 2012

I preparativi per gli "Europei" di calcio nell'ex repubblica sovietica proseguono come se nulla fosse. Nonostante il boicottaggio da parte della Germania in favore di Yulia Tymoshenko.

L'Ucraina si prepara a Euro 2012

10/05/2012
La polizia ucraina durante le esercitazioni per prevenire la violenza degli hooligan nello stadio di Lviv, una delle città dell'Ucraina che ospiterà Euro 2012 (Reuters).
La polizia ucraina durante le esercitazioni per prevenire la violenza degli hooligan nello stadio di Lviv, una delle città dell'Ucraina che ospiterà Euro 2012 (Reuters).

Tutto è pronto, almeno ufficialmente. Nonostante il boicottaggio inaugurato dalla Germania per allentare la presa del governo ucraino sulla leader dell'opposizione, Yulia Tymoshenko, a quattro settimane dall'inizio i preparativi per l'evento sportivo organizzato per la prima volta nell'ex repubblica sovietica proseguono come se nulla fosse. A protestare in favore della lady di ferro ci sono solo una cinquantina di persone accampate fin dall'estate scorsa sulla via Khreshchatyk, la strada principale di Kiev, scenografia della cosiddetta rivoluzione arancione del 2004. Sotto le tende colorate di bianco e rosso ci sono quasi solo pensionati. I giovani, quelli che in Yulia avevano creduto nel 2004, appaiono ormai disillusi dalla politica e aspettano con fiducia l'inizio di Euro 2012. Per le strade della capitale la convinzione di molti è che le persone sedute sotto le tende siano pagate dal partito di Tymoshenko. Prezzolati o no, la questione della lady di ferro sembra scaldare più il cuore degli europei che quello dei locali. Molti giovani a Kiev dicono di essere a favore della scarcerazione della 51enne leader dell'opposizione, e di considerare il suo un processo puramente politico. Ma quando si chiede loro perché non sentano il bisogno di manifestare a suo favore, la risposta è semplice: Tymoshenko o Yanukovich (l'attuale presidente della repubblica) non fa differenza, entrambi sono corrotti e interessati esclusivamente al potere.

Di certo nessuno vuole credere all'ipotesi, per un attimo ventilata dalla stessa Uefa, di uno spostamento della manifestazione in un altro Paese. Per gli ucraini sarebbe un colpo troppo pesante da subire dopo tutti questi mesi trascorsi ad aspettare l'evento che dovrebbe permettere al mondo di vedere di che cosa è stato capace questo Paese. E così loro continuano a lavorare per presentarsi al meglio il 9 giugno, quando si disputeranno le prime partite nel Paese (Olanda-Danimarca a Kharkiv e Germania-Portogallo a Lviv). Un anno fa in pochi avrebbero scommesso che alla fine l'Ucraina sarebbe riuscita ad arrivare in tempo all'appuntamento. Gli stadi di Kiev e Lviv dovevano ancora essere ricostruiti, i lavori di ampliamento degli aeroporti erano appena iniziati e mancavano gli alberghi per accogliere i tifosi. Oggi le cose sono cambiate, anche se non tutto è riuscito alla perfezione. Il nuovo terminal dell'aeroporto di Kiev aprirà solo in autunno, e pure il collegamento veloce con il centro città non è pronto per accogliere i tifosi. Preoccupa soprattutto la condizione delle strade di collegamento fra le grandi città, ancora troppo dissestate per non sfigurare di fronte agli occhi delle tv europee. Ma, soprattutto, gli hotel non sono sufficienti per ospitare tutti i tifosi previsti.

Conseguenze? Il governo sta correndo ai ripari offrendo ai supporters sistemazioni in tenda in alcuni aree verdi a ridosso delle città. E i proprietari degli alberghi attivi promettono candidamente che le tariffe, durante Euro 2012, per lo meno raddoppieranno. In compenso gli stadi sono pronti per il grande evento. A Kharkiv e Donetzk, nell'ovest del paese, zona russofona e fortemente industriale, gli impianti sono attivi già da qualche anno. Merito dei due oligarchi locali, Aleksandr Yaroslavsky e Rinat Akhmetov, rispettivamente proprietari del Metalist e dello Shaktar Donetzk. Molto più recente, invece, la fine dei lavori dello stadio di Lviv, cittadina situata al confine con la Polonia, dove si parla ucraino e l'architettura è di chiara impronta austro-ungarica. Brilla su tutti l'Olimpico di Kiev, quello dove si disputerà la finale del 1 luglio: un gioiellino architettonico rispetto al decadente Stadio Rosso di Lev Trotsky, come fu chiamato in origine l'impianto della Dinamo Kiev quando l'Ucraina era parte dell'Unione Sovietica.

Sopra le tribune è stata realizzata una copertura a membrane, capace di coprire gli spettatori dalle intemperie facendo al contempo passare il massimo della luce solare possibile: un'accortezza che dovrebbe far risparmiare alla capitale parecchia elettricità durante i prossimi anni. Inoltre la capienza dell'impianto è stata ridotta da 83mila a 70mila posti. “In questo modo gli spettatori potranno stare più comodi e noi eviteremo di ripetere l'esperienza cinese, dove il grande stadio di Pechino costruito per le Olimpiadi ora è in gran parte inutilizzato”, prevedono orgogliosi gli organizzatori. Di certo la Cina nel 2008 dimostrò al mondo di essere pienamente in grado di organizzare un evento mondiale. Chissà se tra meno di un mese si potrà dire lo stesso dell'Ucraina.

Giovanni Vaccaro
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