L'Italia fa le prove in Brasile

La Confederations Cup serve al Brasile per provare la sua organizzazione e alle nazionali per verificare le proprie possibilità in vista dei Mondiali.

15/06/2013
Il milanista El shaarawy presso il Cristo del Corcovado, a Rio (Reuters).
Il milanista El shaarawy presso il Cristo del Corcovado, a Rio (Reuters).

Da oggi al 30 giugno, con 8 squadre per 16 incontri, si svolge in sei stadi brasiliani la Confederations Cup, prologo al Mondiale che la nazione sudamericana ospiterà l’anno prossimo, ma anche spettacolo di contorno al grande evento di una edizione straordinaria del calciomercato. Questa Confederations Cup si svolge, abbiamo scritto, non si disputa: in effetti squilibrio di forze e diversità di impegno fanno pensare a partite che potranno anche rivelarsi comiche o quanto meno ridicole.

Il primo gruppo di squadre comprende Brasile, Italia, Messico e Giappone, il secondo Spagna, Uruguay, Nigeria e Tahiti. Ci sarà un girone all’italiana con incontri di sola andata. Si comincia con Brasile-Giappone, la domenica è prenotata da Italia-Messico e Spagna-Uruguay. Le prime due di ogni gruppo accederanno alle semifinali con eliminazione diretta: prima del primo gruppo contro seconda del secondo, prima del secondo gruppo contro seconda del primo. Il 30 finale per il primo posto a Rio de Janeiro, nello stadio storicissimo conosciuto come Maracanà e ristrutturato, i posti ridotti da centomila a settantottomila, finale per il terzo posto a Salvador. Tutte le partite del nostro gruppo avranno inizio alle 21 italiane, come le due semifinali. Per le finali inizio alle 18 di quella del bronzo, alle 24 di quella dell’oro, con trofeo dunque assegnato quando già è il 1° luglio. Sempre Rai e Sky in diretta. Da nom dimenticare che intanto in Israele il campionato europeo per squadre nazionali Under 21 è alle semifinali, Italia contro Olanda e Norvegia contro Spagna.

Il nostro girone in Confederations Cup è più equilibrato di quello della Spagna campione mondiale in carica e dell’immarcescibile Uruguay. Il Giappone allenato dal nostro Zaccheroni è la prima squadra ad avere ottenuto sul campo la qualificazione per il Mondiale 2014: entusiasmo a go-go. Il Brasile è il Brasile, anche se sta in un periodo buio, senza un grande leader (ma gode della luce di casa). Il Messico ha grosse voglie e buone potenzialità Dall’altra parte del tabellone Tahiti è materasso, mentre la Nigeria è alle prese con problemi economici che non spingono i suoi calciatori a dannarsi per la loro federazione.

La gente del calcio caldo ma non bene informato può anche non sapere che la manifestazione è un torneo fra squadre campIoni dei vari continenti o delle federazioni internazionali che li rappresentano anche senza seguire rigidi criteri geografici. Ultimamente il torneo è stato calendarizzato definitivamente nell’anno che precede il Mondiale, e ovviamente nella nazione che lo ospita, così che sia possibile anche il collaudo degli impianti, obbligatoriamente finiti per tempo. Nata nel 1992 in forma ufficiosa, e vinta dall’Argentina, la Confederations Cup è poi andata a nel 1995 alla Danimarca, nel 1997 al Brasile, nel 1999 al Messico, nel 2001 e 2002 alla Francia, nel 2005 e nel 2009 al Brasile. Una la partecipazione italiana, non memorabile.

Noi riusciamo quasi a credere che l’Italia sia in Brasile (da seconda in Europa, dietro alla Spagna già promossa dal titolo mondiale) per confermare la validità del calcio etico predicata agli azzurri dal citì Prandelli. In realtà siamo pronti a critiche feroci se continuerà la crisi di gioco ed anche di fiato e di scatto palesata in occasione di un sin troppo amichevole 2 a 2 con Haiti. E siccome non ci facciamo mancare mai nulla, ecco che siamo pronti alla enfatizzazione di Balotelli, nel male o nel bene non importa poi tanto. Per lui, addosso a lui, siamo pronti a impegnare i nostri migliori e peggiori sentimenti. Quasi certo è che il bambinone ci darà una mano con una qualche sua recita puntualmente sopra le righe. Per intanto zoppica un pochettino, e ci sono allarmi perché l’unica vera grande punta è lui.

Speravamo che le difficoltà economiche del nostro calcio ci vietassero quanto meno le eccessive avventure, vere o fantasticate, nel mercato dei giocatori, con la Confederations che fa da bancarella per esposizioni. Ma ecco che si parla di Marchisio non così essenziale per la Juventus, di El Shaarawy che potrebbe lasciare il Milan, e di Cavani (uruguagio partenopeizzato) che potrebbe finire staccato dal Napoli se per lui viene staccato un assegnone. Praticamente tutti i giocatori più importanti si devono dividere, in Brasile, fra impegno per il proprio paese e impegno per il proprio straordinario giardino delle delizie rappresentato dal prossimo contratto col club. Scommettiamo che titoloni sul calciomercato, magari soltanto su vaghe idee di calciomercato, toglieranno spazio agli esiti delle partite della Confederations Cup anche e soprattutto sulle prime pagine dei giornali sportivi?

Ecco, se proprio si deve giocare con e sulla Confederations Cup, che si agisca con scommesse di questo tipo, ad esempio sui gol o sui non gol di Tizio e di Caio. In effetti ci sono giocatori, slombati dai loro tesi campionati e dalle trattative per rinnovare il contratto o per trovarne uno migliore, impegnati più a scrutare il loro destino nei club che a vivere al meglio, a partecipare al massimo l’avventura della loro Nazionale. Così è, anche se, mentendo a voi stessi, dite che non vi pare, che la Nazionale è sempre la Nazionale, doping patriottico lecito anzi doveroso, e vi sedete davanti al televisore tifando Italia o chi per essa.

Gian Paolo Ormezzano
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