Fame e obesità, i paradossi del cibo

Nel mondo, per ogni persona denutrita ce ne sono due in sovrappeso. E un terzo degli alimenti va sprecato. Il punto al Forum internazionale su alimentazione e nutrizione.

Piccoli obesi crescono

30/11/2012
Nel mondo, un bambino su dieci è obeso o sovrappeso (foto Corbis)
Nel mondo, un bambino su dieci è obeso o sovrappeso (foto Corbis)

    Nel mondo, 155 milioni di bambini e ragazzi in età scolare (tra i 5 e i 17 anni) sono obesi o sovrappeso: uno su dieci. E' un problema che sta conoscendo una crescita esponenziale, in primissimo luogo nei Paesi occidentali. Negli Stati membri dell'Unione europea, circa 400 mila bambini sono considerati sovrappeso e oltre 85 mila obesi. E l'Italia? Negli ultimi anni, un'indagine del ministero della Salute condotta coinvolgendo oltre 42 mila alunni di terza elementare e 44 mila genitori, ha dato risultati preoccupanti: il 22,9% dei bambini esaminati è risultato in sovrappeso e un altro 11,1% in condizioni di obesità. Con differenze molto marcate a seconda delle regioni e percentuali in genere più alte in quelle meridionali. Per citare gli estremi, dal 15% della Provincia autonoma di Bolzano si passa al 48% della Campania.

    L'obesità infantile non va sottovalutata, perchè spesso tende a permanere per tutta la vita, con serie minacce per la salute in età adulta, ma anche per le conseguenze fisiche e psicologiche che può comportare già nell'infanzia e nell'adolescenza: difficoltà motorie e rischi per lo scheletro, bassa stima di sè, isolamento sociale. Se in generale sappiamo tutti che mangiare troppo e male e muoversi poco conduce ai chili di troppo, pochi o tanti, non è altrettanto facile adottare stili di vita più salutari. "L'Organizzazione mondiale della sanità sostiene che viviamo in ambienti che favoriscono l'obesità. E' importante averne consapevolezza, per trasmettere ai figli un messaggio educativo più sano", ha sostenuto Gabriele Riccardi, professore di Endocrinologia e malattie del metabolismo all'università Federico II di Napoli, durante il Forum internazionale organizzato a Milano.

L'obesità infantile spesso continua fino a tutta l'età adulta (foto Corbis).
L'obesità infantile spesso continua fino a tutta l'età adulta (foto Corbis).

    Vediamo alcuni fattori dei nostri mondi "obesogeni". Da metà degli anni '80 è esploso il consumo di bibite zuccherate; gli snack fuori casa salati, dolci, fritti tendono a costare meno dei sanissimi cereali, verdura e frutta; le nostre case lontane dalle scuole tolgono una possibilità in più di fare moto; tivù e computer utilizzati per ore sono forzatamente divertimenti sedentari. Mentre gli esperti consigliano almeno un'ora al giorno di moto per i giovanissimi. "La colpa del peso è addossata a scelte della persona", ha considerato ancora il professor Riccardi, "ma molti condizionamenti sono di tipo ambientale. Alcuni prodotti, come ad esempio i dolciumi per bambini, per il fatto di essere posizionati vicino alle casse dei supermercati, vengono acquistati molto di più. Anche alcune forme di pubblicità colpiscono il percorso emozionale dei bambini. Non si può intervenire con l'accetta, ma bisogna fare una riflessione complessiva".

    La prevenzione del sovrappeso infantile e giovanile attraverso abitudini più sane passa attraverso la famiglia, la scuola, i pediatri. "E' più facile prevenirlo che trattarlo, perché le abitudini acquisite sono difficili da sradicare", ha osservato Gabriele Riccardi. Esperimenti sono in corso in varie parti d'Europa, Italia compresa. Come la distribuzione di frutta nelle scuole per merenda, il tenere le palestre scolastiche aperte oltre l'orario delle lezioni, gli accordi con industrie agro-alimentari perchè offrano prodotti adeguati e ne facciano una pubblicità responsabile. Le stesse istituzioni europee stanno facendo molto ai fini dell'informazione all'opinione pubblica e della trasparenza sulla composizione dei cibi confezionati. Essere informati non basterà a risolvere i problemi. Però aiuta.

Rosanna Biffi
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