30/03/2022
Andrea Franzoso, Ero un bullo. La vera storia di Daniel Zaccaro, De Agostini, Milano, 2022, pp.254, € 13,90
“Non c’è educazione senza rischio” è la frase-simbolo di questo libro, che Andrea Franzoso ha realizzato raccontando una storia vera, al servizio di tutti gli educatori ma soprattutto dei ragazzi e delle ragazze che attraverso la lettura possono affacciarsi ad esperienze di vita “altre” in cui diventare adulti è un lungo e faticoso processo.
Daniel Zaccaro è un ragazzo della periferia di Milano, Quarto Oggiaro, un luogo che nel tempo è stato definito in tanti modi, “Corea”, “Barbon City”, “Bronx milanese”, “Ghetto”. E’ una periferia sociale complessa, fatta di famiglie disgregate, povertà economica e relazionale, aspettative minime, fiducia zero. Daniel è giovanissimo, ha fallito il sogno di diventare calciatore ed è arrabbiato. Alle medie comincia una carriera di intemperanze e sospensioni, prova il piacere di fare il bullo, di prevaricare, di avere potere sugli altri grazie alla violenza. La sua “carriera” procede attraverso piccoli furti e poi le rapine, che alla fine lo conducono al Beccaria.
E qui la storia si fa molto interessante, perché contrariamente alle sceneggiature confezionate per il cinema, in cui ci si aspetta il conseguente riscatto, Daniel fa molta fatica ad arrivare a una presa di consapevolezza. Viene rimbalzato di comunità in comunità in tutta Italia, è un “caso difficile” noto nelle carceri minorili, fino a quando non approda anche San Vittore. Nella sua traiettoria sghemba resta sempre per lui di riferimento la figura del cappellano del Beccaria, don Claudio, che lo attende con pazienza: “Quando l’allievo è pronto, il maestro compare”. Ed è nel momento giusto, nel suo kayros, che Daniel prende una decisione fondamentale: partire da uno svantaggio totale non significa che ci sia un finale già scritto. E’ anche possibile - ascoltando le persone giuste, facendo tesoro della loro testimonianza, avvertendo l’importanza di rispettare la loro fiducia - costruire un futuro diverso. Un libro da leggere in famiglia, da far leggere ai propri figli, nelle scuole, in tutte le realtà dove ci sono ragazzi in crescita.
(Benedetta Verrini)