20/08/2013
Quando un bambino deve elaborare il lutto per la
perdita di una persona cara si trova di fronte a un compito
più o meno arduo, che può essere portato avanti con
successo o interferire con i processi di sviluppo determinando
disturbi affettivi, cognitivi e/o comportamentali. In una cultura
che tende a rimuovere il tema della morte, gli adulti hanno spesso
timore di affrontarlo con i piccoli, con l'esito di non aiutare i
bimbi a elaborare il trauma in maniera sana. L'autore accompagna i
genitori a parlare coi propri figli, ad affrontare le loro domande
e le loro angosce. E a divenire consapevoli che, per poter tentare
con loro una qualche risposta, dovranno porre, anzitutto a se
stessi, molte domande.
Fonte: EDB
Nella prima parte del volume l'autore affronta, a
partire dal famoso aforisma di Montaigne «Chi educherà
gli uomini a morire li educherà a vivere», le
problematiche dell'educazione alla morte indicando e illustrando le
varie alternative.
Nella seconda analizza, con esempi clinici, la
concezione scientifica - anzitutto psicologica - dell'educazione
alla morte e la concezione religiosa della stessa educazione alla
morte, soffermandosi soprattutto sulla concezione cristiana, senza
trascurare ebraismo, islam, induismo e buddhismo.
Nella terza e quarta parte illustra la propria
proposta di educazione alla morte, basandosi su ciò che la
critica alle altre concezioni avrà evidenziato e sull'idea
che la morte è destinata a sfuggire alle concettualizzazioni
umane restando un "mistero" (desiderabile o indesiderabile),
nell'intento di formulare un'indicazione educativa con un certo
carattere di universalità.
Infine nella quinta parte il metodo educativo
proposto viene applicato a esempi concreti, con l'intento
dichiarato di iniziare un dialogo con genitori ed educatori.