Madri con la valigia

10/11/2021

Emanuela Zanotti, Madri con la valigia, Paoline, Milano 2021, p.224, € 17,00

 

“Dio, non potendo essere dappertutto, ha creato le madri”, dice un proverbio Yiddish. E nel nuovo Millennio le madri devono letteralmente essere all’altezza del compito, in particolare le madri dei tanti ragazzi italiani che scelgono di andare all’estero, prima per ragioni di studio, poi per un lavoro che offre maggiori sicurezze, opportunità, stipendi adeguati.

Il libro di Emanuela Zanotti parla proprio di questo fenomeno sociale: le famiglie che si svuotano, i rapporti genitori-figli che si misurano su distanze enormi, in una nostalgia mai sanata dalla globalizzazione ma anche nella speranza che il dialogo e l’amore accompagnino questi giovani anche nei loro progetti e solitudini. La seconda parte del volume è una raccolta di testimonianze vivaci e profonde di “madri con la valigia” (particolarmente interessante l’intervista a Chiara Giaccardi, che mixa l’esperienza autobiografica all’analisi sociale della famiglia contemporanea).

Ma chi sono questi ragazzi che, sempre più numerosi, lasciano il paese? Naturalmente ci sono “i cervelli”, i giovani che hanno fatto carriere accademiche eccezionali e che prendono la strada di prestigiosi centri di ricerca, ma si può dire che questi, alla fine, sono solo la punta di un iceberg. Il volume cita l’ultimo rapporto annuale della Fondazione Leone Moressa, che denuncia che da circa un decennio l’Italia è tornata a essere terra di emigrazione: in dieci anni sono partiti circa cinquecentomila italiani, il 50% under 34, una “fuga” che è costata al Paese 16 miliardi di euro. La ragione principale è la mancanza di condizioni di lavoro dignitose: situazioni precarie, malpagate, governate da regole sessiste non possono reggere il confronto con realtà straniere in cui, a parità di titoli di studio ed esperienza, ci sono le condizioni per diventare economicamente indipendenti, fare un progetto a lungo termine, considerare persino l’idea di avere un figlio senza il timore di perdere tutto. A questa rigorosa analisi socio-economica, l’autrice accompagna lo sguardo antropologico di famiglie italiane che hanno avuto figli già in epoca di “nuclearità” - magari si sono anche disgregate e sono composte da madri sole, vedove o divorziate – e che oggi si confrontano con la vastità della globalizzazione: un infinitamente piccolo e un infinitamente grande di possibili nuove costruzioni sociali e di distanze chilometriche. Come si regge a tutto questo? Nell’elaborare la partenza di un figlio c’è un tratto psicologico che viene ben descritto: da un lato, il comprensibile orgoglio di aver portato a termine il proprio compito educativo (l’ho fatto studiare, l’ho reso curioso, forte, intraprendente, l’ho stimolato a cogliere tutte le opportunità); dall’altro, lo choc del vuoto, del silenzio, della quotidianità che non sarà più la stessa e l’improvvisa epifania: “non ritornerà più”. E’ lo scollamento definitivo? In realtà, no. In realtà le madri si organizzano (anche i padri, ci piace immaginare) e fanno i conti con quel misto di orgoglio per un figlio “affrancato” che sta costruendo il suo futuro e la tristezza della separazione. Ma la distanza si combatte: col “pendolarismo affettivo” dei viaggi, ovviamente quando è possibile, ma anche coi social: il gruppo whatsapp di famiglia, le foto e il chattare quotidiano per dare presenza alla distanza. La valigia, dunque, è il simbolo fisico di questa evoluzione dei legami che diventano transnazionali, sentimenti intensissimi ma apolidi, che guardano al futuro con il coraggio e la speranza delle radici che restano.

(Benedetta Verrini)

Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

Pubblicita


Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici o analytics anonimizzati, informativa cookie policy

Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo, 14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 2.050.412,00 i.v.
Copyright © Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati