18/12/2013
Mai come negli ultimi tempi il tema del dono è stato oggetto di un
crescente numero di ricerche che, in vario modo, si collocano fra due
speculari interpretazioni.
Da una parte, esso viene interpretato come
espressione di puro altruismo, come gesto disinteressato e unilaterale
che dispiega requisiti di eroismo, sacrificio e abnegazione.
A questa
concezione "purista" si oppone un indirizzo di pensiero che fa del dono
un atto meramente strumentale, ammantato di gratuità, ma finalizzato
all'acquisizione di potere.
Questa seconda opzione teorica sembrerebbe
confermata dalla prassi corrente di gadget, premi, incentivi, offerte
speciali, promozioni che interessano ogni settore del mercato. Le merci,
le più ordinarie come le più raffinate, vengono presentate con le vesti
seducenti del regalo e vengono rese "irresistibili" perché, destinate a
una rapida e implacabile obsolescenza, devono essere sostituite al più
presto con nuovi e più godibili articoli.
Fonte:
EDB
Nel tentativo di superare le concezioni di puro altruismo e di puro
utilitarismo l'autrice si sofferma sull'idea di dono come libero legame,
come tessitura di due assi di un ipotetico piano cartesiano, quello
verticale della gratuità (il desiderio di dare) e quello orizzontale
della reciprocità (la domanda del legame).
Per tutto il tempo della loro vita gli esseri umani intrecciano il
desiderio di donare e il bisogno di ricevere, l'orizzonte della gratuità
e l'urgenza del bisogno. È da qui che si può cominciare a raccontare il
dono in modo nuovo.