18/02/2011
Il dramma della pedofilia nella Chiesa è tale da molti punti di vista: da quello delle vittime, in primo luogo, ma naturalmente anche da quello della Chiesa tutta, a motivo delle gravissime colpe di alcuni.
Con provata competenza l'autore si addentra nella materia per aiutare a comprenderne le dinamiche, ma anche per prospettare vie da percorrere con profitto nel futuro.
Fonte: EDB
Partendo da alcuni assunti di base relativi all'amore pastorale, come distintivo della missione del sacerdote, p. Crea mette in evidenza l'importanza di una maturità affettiva equilibrata perché centrata sul modello dell'amore trinitario e su un servizio disinteressato alla gente. Successivamente passa al dramma delle diverse forme di amore distorto, nei presbiteri che vivono dipendenze affettive e sessuali. Mette in evidenza gli aspetti patologici di un amore malato e autoreferenziale, con i relativi comportamenti devianti inerenti alle diverse parafilie e dipendenze sessuali, per giungere a trattare il trauma degli abusi e il devastante effetto sulle vittime.
Egli individua anche alcune possibili cause che caratterizzano lo specifico ambito della pedofilia e la sua attinenza con il contesto di un amore pastorale distorto e deviato. A questo proposito sottolinea il senso del doppio tradimento affettivo che caratterizza la pedofilia nel contesto dei preti: tradimento della paternità spirituale e della paternità di adulto educante. Per questo fa riferimento ai recenti interventi del Magistero e di Benedetto XVI in particolare, così come ad alcuni studi effettuati nell'ambito del clero cattolico.
Infine, partendo dalla preoccupazione educativa sollecitata dal papa nei recenti documenti, ricorda il nesso fondamentale tra perdono e giustizia, in particolare nei confronti delle vittime e quindi nei confronti della comunità dei credenti. L'emergenza educativa determinata dal grave problema della pedofilia nella Chiesa richiede certamente una chiara presa di posizione verso quanti commettono tali crimini, ma risveglia anche il bisogno di una formazione permanente della dimensione affettiva del clero, che non può essere affidata ad interventi sporadici ma deve investire l'intero stile di vita e la preparazione globale della personalità presbiterale.