19/01/2022
Tonino Cantelmi, Emiliano Lambiase, Michela Pensavalli, Schiavi d’amore. Riconoscere e comprendere la propria dipendenza affettiva per poterne uscire, San Paolo (MI) 2021, p.240, € 22,00
La dipendenza affettiva è un fenomeno sempre più diffuso nel nostro tempo, e in qualche modo accelerato da questa stagione ipertecnologica in cui le relazioni sfumano in “connessioni” e l’altro-da-sé diventa specchio del proprio narcisismo (più che alterità da cui far nascere qualcosa). Cantelmi, Lambiase e Pensavalli, psicoterapeuti impegnati sul campo, fotografano la dipendenza per quello che è: una dinamica che risale all’infanzia, al tipo di attaccamento che il bambino ha potuto consolidare con la figura genitoriale. Il bambino con “attaccamento sicuro” parte con una certa serenità e sicurezza nelle relazioni con gli altri, ma il bambino che ha vissuto una risposta insicura da parte dei suoi affetti primari avrà probabilmente relazioni più complicate, e sperimenterà svariate sfumature di insicurezza, manipolazione e sottomissione.
Certo, questa cornice non rappresenta un destino già segnato, perché la via della consapevolezza è già una possibilità per migliorare i propri comportamenti, per non cadere schiavi, nelle relazioni d’amore, di dinamiche ripetitive e reiterate.
Da queste pagine emerge poi un aspetto più oscuro e sommerso: le dipendenze affettive non sono solo “squilibri” nelle relazioni di coppia. Il fenomeno “si tramanda”, in quanto le coppie con legami di dipendenza diventano famiglie con le stesse dinamiche, in cui i figli apprendono gli schemi dei genitori e a loro volta li traducono nelle loro esperienze di relazione.
Le quattro tipologie di “schiavi d’amore”, ben fotografate, dagli autori, nella loro genesi, nel loro sviluppo e nel tipo di famiglie che producono (dove i valori possono essere il continuo bisogno di conferme e l’insicurezza, oppure la ricerca della perfezione o il distacco emotivo o il rigore e il controllo) mettono sotto la lente una serie di archetipi a cui tutti, poco o tanto, riconosciamo di appartenere. La strada giusta per stare bene (e fare stare bene chi amiamo) è esserne coscienti e avere il coraggio, quando serve, di operare un cambiamento: l’amore permette anche di sbagliare e di essere perdonati; l’amore è confronto con l’altro e libertà.
(Benedetta Verrini)