08/06/2022
Andrea Ciucci, Scusi, ma perché lei è qui? Storie di intelligenze umane e artificiali, Terre di Mezzo, Milano, 2022, pp.128, € 14,00
Come possiamo vivere in modo autenticamente umano questa era tecnologica? E’ la domanda di fondo che troviamo nel libro di Andrea Ciucci, e che regge l’appassionata indagine di queste pagine.
“Perché lei è qui?”, si è sentito domandare in più occasioni l’autore che, in quanto sacerdote, coordinatore dell’ufficio centrale della Pontificia accademia per la vita, ha incontrato (e incontra regolarmente) matematici, illustri scienziati, geni dell’informatica e premi Nobel. In questi incontri don Ciucci si è fatto portatore di una riflessione universalmente legittima, fondamentale: è necessario riflettere sull’impatto che le nuove tecnologie hanno sulla vita. La Pontificia Accademia per la Vita se ne occupa da anni, ha riunito i migliori scienziati perché la questione tecnologica possa incontrare, possa confrontarsi con quella irrinunciabile della custodia della vita umana.
E questo volume - accompagnato dalla prefazione di Maria Chiara Carrozza, e primo titolo della nuova collana Umanità Digitali - è un diario (anche molto divertente), un viaggio in tante parti del mondo, una straordinaria carrellata di personalità che stanno cambiando il destino dell’umanità direttamente dalla scheda-madre, creando nuovi sistemi di vita, nuove soluzioni ai problemi, nuovi tipi di relazioni tra gli esseri umani (a proposito: davvero utile la pubblicazione del QR Code che rimanda il lettore ad approfondire ogni singolo progetto citato). Tra chi guarda all’innovazione tecnologica con sospetto, a volte come una minaccia di violazione delle nostre esistenze, delle nostre libertà e persino dei nostri corpi, e chi abbraccia entusiasticamente il nuovo senza troppo preoccuparsi delle conseguenze che potrebbe avere sul piano della realtà, l’autore indica l’approccio della responsabilità nell’uso della tecnologia, che rappresenta uno strumento nelle nostre mani. Di qui la necessità di una roboetica e di un algoretica (due neologismi nati tra gli addetti ai lavori), ovvero di un’etica non dei robot o delle macchine, ma degli uomini e delle donne che li progettano e li utilizzano.
(Benedetta Verrini)