06/04/2010
Il conflitto tra famiglia e lavoro sta alla base di moltissimi problemi sociali. La mancanza di lavoro per i giovani significa rimandare, o addirittura rinunciare a fare famiglia. La donna che lavora deve spesso rinunciare alla maternità, se non vuole perdere il lavoro. Gli orari e i ritmi di lavoro rendono sempre più difficile trovare il tempo per stare con i figli. Essere buoni lavoratori e genitori assieme diventa un compito impossibile. Spesso assistere una persona debole in famiglia vuol dire rinunciare al lavoro. In breve, per un numero crescente di persone, lavoro e famiglia fanno a pugni. Le società più modernizzate sembrano adesso voler correre ai ripari, rendendo la vita familiare più agevole per chi lavora. Si parla di conciliazione tra famiglia e lavoro. Ma cosa significa "conciliazione" e come viene perseguita?
Il presente Rapporto analizza la situazione in Italia e propone una nuova lettura dei fenomeni. Vengono distinti due scenari che definiscono a grandi linee le principali modalità alternative di intendere e praticare la conciliazione.
Il primo scenario è detto "lavoristico" perché pensa la conciliazione come un insieme di misure – negoziate fra stato e mercato – volte a rendere più facile e diffuso l’accesso al lavoro. La conciliazione diventa uno strumento necessario per raggiungere l’obiettivo di realizzare una società in cui il 70% della forza lavoro totale sia occupata (strategia di Lisbona). La famiglia figura come un insieme di vincoli che impediscono una più fluida e flessibile partecipazione degli individui al mercato del lavoro e deve pertanto essere ‘conciliata’ con le esigenze lavorative.
Il secondo scenario è detto "sussidiario" perché pensa la conciliazione come un insieme di misure concrete che devono rendere soddisfacente la relazione fra i due ambiti di vita, in modo da armonizzare le loro specifiche esigenze, senza strumentalizzazioni alienanti. Si sottolinea che la conciliazione non può essere solo un mezzo per incrementare i tassi di partecipazione al mercato del lavoro, né solo una questione di accordo fra attori politici e attori economici. Deve essere un obiettivo che coinvolge tutti gli attori di una comunità, alla quale spetta il compito di creare una rete di sostegno alle relazioni tra famiglia e occupazione professionale. La conciliazione deve essere intesa e praticata come un modo per rigenerare e valorizzare il capitale sociale della famiglia e della comunità intorno.
Il presente Rapporto analizza le tendenze in atto, i loro effetti, le linee legislative e infine le "buone pratiche" volte a realizzare nuove sinergie tra famiglia e lavoro. Si tratta di creare le condizioni societarie affinché lo spazio per la relazionalità familiare possa essere riconosciuto come necessario e per questo salvaguardato come bene essenziale.
INDICE
FAMIGLIA E LAVORO:
DAL CONFLITTO A NUOVE SINERGIE
Nono Rapporto CISF sulla famiglia
Presentazione: Lavoro e famiglia: perché e come bisogna conciliarli?
Pierpaolo Donati
Quale conciliazione tra famiglia e lavoro? La prospettiva relazionale
Pierpaolo Donati
Fecondità e lavoro: la faticosa ricerca di nuovi strumenti per nuovi equilibri
Giancarlo Blangiardo
Lavoro e famiglia: tra ideali e realtà. Gli orientamenti degli uomini e delle donne in Italia
Giovanna Rossi
I servizi all’infanzia di "terza generazione" in Italia e in Europa. Dall’accoglienza alla conciliazione fino alle politiche per la qualità dei tempi: esempi di buone pratiche in un’ottica relazionale
Riccardo Prandini
La legislazione del mercato del lavoro a sostegno della famiglia dopo la riforma Biagi
Michele Tiraboschi
I problemi di conciliazione famiglia/lavoro nell’ottica delle dimensioni economiche
Gabriella Berloffa
Tutela e valorizzazione del lavoro familiare: aspetti civilistici
Mauro Paladini
Nuove culture di impresa per la conciliazione tra lavoro e famiglia: buone pratiche, modelli possibili
Francesco Belletti, Lorenza Rebuzzini
Conclusioni: Workfare o sussidiarietà ? Rendere più vivibile il lavoro per rendere più vivibile la famiglia
Pierpaolo Donati