Genitorialità tipica e atipica: la doppia luna

Genitorialità tipica e atipica: analisi simbolica del test La doppia luna. Tesi in breve di Annabell Sarpato

27/09/2012

Tesi di Annabell Sarpato

Relatore: Vittorio Cigoli
Anno accademico 2010/2011

Facoltà di Psicologia, Coso di Laurea Magistrale in Psicologia Clinica: salute, relazioni familiari e interventi di comunità

Università cattolica del Sacro Cuore, Milano

Annabell Sarpato

Introduzione

La complessità delle forme familiari (Scabini & Iafrate, 2003) è una caratteristica principe del panorama sociale odierno: separazioni, affidi, adozioni, emigrazione, fecondazione assistita e famiglie ricostituite stanno diventando una realtà sempre più pregnante nel nostro Paese.
Accanto ai mutamenti che sta vivendo la società odierna, la famiglia è chiamata a rispondere a nuove sfide, trovandosi ad affrontare nuove forme di genitorialità, che possiamo definire atipiche, le quali implicano problematiche di ordine affettivo e, soprattutto, etico.
In tutte, l’aspetto più delicato riguarda l’accettazione e il rispetto del figlio in quanto altro da sé, delle sue origini e della sua storia familiare e, dall’altra parte, la sua legittimazione.
Il compito genitoriale fondamentale, in queste situazioni, sembra potersi individuare nella costruzione dell’appartenenza familiare e nella legittimazione delle origini del figlio, della sua storia e delle sue radici, anche quando sono diverse dalle proprie.
Ne discende, dunque, che un tema che accomuna le situazioni familiari complesse è quello di ridefinizione dei confini familiari, la quale provoca una ristrutturazione del campo relazionale, etico e affettivo (Greco, 2006): nelle situazioni familiari complesse assistiamo a trasformazioni strutturali del nucleo originario, attraverso la perdita o l’acquisizione di uno o più membri, che comporta la ridefinizione della mappa cognitiva della propria famiglia; si parla, a proposito, del compito di ridisegnare i confini, decidendo chi sta dentro e chi sta fuori dal sistema familiare (Boss, 1988) evocando il tema dell’appartenenza, aspetto chiave dell’identità individuale.
I confini familiari, oltre ad una connotazione cognitiva ne hanno anche una affettiva, in quanto l’ambiguità dei confini comporta, emotivamente, sentirsi confusi e insicuri sulla posizione da prendere nelle relazioni familiari che tendono a diventare terreno fragile e malfermo (Rosemberg e Guttmann, 2001). Il secondo aspetto che accomuna le famiglie complesse è la presenza di dinamiche legate all’esperienza della mancanza e della perdita, cioè il venir meno di una presenza simbolicamente significativa: per poter affrontare il nuovo che la transizione comporta occorre lasciare il vecchio, la sicurezza di una condizione nota e ciò implica una quota di dolore. Lo stesso evento è definito critico in quanto implica sempre una perdita di una modalità di legame precedente, di un ruolo, di una rappresentazione di sé o dell’altro (Gilli & Rosnati, 1995).

La ricerca: il metodo e strumento

Uno degli strumenti atti ad indagare le rappresentazioni che i figli hanno delle relazioni familiari è il disegno che, grazie alle sue caratteristiche, permette al bambino di esprimere ciò che sente e percepisce dentro di sé, come una vera e propria proiezione (Boutonier, 1937).
Il disegno diventa quindi rivelatore di atteggiamenti affettivi o di tratti specifici del carattere, nonché di stati d’animo, sentimenti e modi di sentire peculiari del bambino.
L’obiettivo del contributo proposto è quello di analizzare le rappresentazioni che i bambini figli di situazioni familiari complesse costruiscono e le modalità attraverso cui si auto-percepiscono come membri della famiglia stessa; in questo modo è possibile compiere un’analisi qualitativa che possa far emergere gli aspetti di peculiarità ed eventuali caratteristiche trasversali che accomunano i bambini figli si situazioni familiari atipiche.
I soggetti considerati sono diciotto: sette femmine e undici maschi, appartenenti a famiglie immigrate, separate, ricostituite, adottive e affidatarie; l’età media dei soggetti è di 8.44 anni.
Lo strumento adottato per indagare le rappresentazioni che i figli hanno delle relazioni familiari è La doppia luna (Greco, 2006), un test grafico simbolico che consente di mettere in luce gli elementi distintivi e peculiari di ciascuna configurazione familiare.
Dopo un’accurata analisi della letteratura esistente sul disegno, al fine di approfondire i contenuti de La doppia luna, è stata ideata una griglia di codifica ad hoc, composta da sette categorie e nove indicatori, che permette di estrapolare informazioni utili per approfondire i vissuti del bambino in relazione alle proprie rappresentazioni familiari. Di seguito ne vengono definite le categorie:
Personaggi Raffigurati: concentra l’attenzione sulle persone importanti che il bambino sceglie di rappresentare (Indicatori: Numero totale dei personaggi raffigurati; Priorità);
Posizione Personaggi: fa riferimento a dove vengono localizzati i personaggi rispetto allo spazio a disposizione (Indicatori: Localizzazione rispetto al rettangolo; Posizione dei genitori);
Distribuzione dello Spazio: la modalità con cui viene organizzato il foglio a disposizione per eseguire il disegno;
Colore: rimanda alle diverse sfumature cromatiche scelte dal bambino per disegnare;
Tipi di rappresentazioni: la tipologia di disegni che il bambino utilizza per rappresentare le persone per lui importanti (figure geometriche, pittografiche, simboli o il nome della persona);
Cerchio: percezione dei confini familiari;
5° consegna: espressione del desiderio esplicitata al termine del test (“bacchetta magica”).

Discussione

L’analisi qualitativa delle griglie prodotte da ciascun soggetto è stata in una seconda fase oggetto di confronto trasversale, da cui è stato possibile rilevare alcune caratteristiche che accomunano i bambini figli di situazioni familiari complesse.
In particolare, è emerso come, nel campione in esame, i soggetti che vivono queste particolari situazioni familiari non tendano a omettere i genitori nemmeno in assenza di un rapporto diretto con loro; al contrario, essi solitamente non li rappresentano nelle prime posizioni, posticipando la loro raffigurazione in un secondo momento, oppure localizzarli lontano dalla rappresentazione di se stessi.
Nel momento in cui si chiede ai bambini di disegnare simbolicamente il confine della propria famiglia, si è potuto notare che essi prediligono l’inserimento di loro stessi nel confine della famiglia nucleare o allargata, dimostrando, quindi, come giochino un ruolo fondamentale non solo la presenza dei genitori, ma anche di nonni, zii, cugini e altri membri della famiglia estesa come supporto per affrontare la crescita personale.
Concentrando l’attenzione sulla variabile età è possibile rilevare delle tendenze ricorrenti con l’aumento dell’età dei bambini.
È evidente, ad esempio, come il numero di personaggi raffigurati tenda ad aumentare con lo sviluppo del bambino, soprattutto a partire dalla terza elementare: ciò a conferma dell’importanza che il gruppo dei pari acquisisce con l’aumentare dell’età del soggetto e, soprattutto, con l’avvento della preadolescenza.

Emerge, inoltre, che sono i bambini più piccoli, soprattutto prima della terza elementare, ad omettere uno o entrambi i genitori nelle prime posizioni, a testimonianza di una diversa modalità di esprimere i propri sentimenti e gestire i complessi rapporti intrafamiliari. Infine, con l’età aumenta anche l’uso del rettangolo esterno, in quanto i bambini imparano a rappresentarsi uno spazio altro diverso da quello destinato alle persone che considerano appartenenti al proprio mondo.

In conclusione, è possibile evidenziare come lo strumento simbolico-grafico de La doppia luna consenta al bambino di esprimere il proprio mondo interno, facendo emergere quei sentimenti e quelle emozioni che altrimenti sarebbe difficile esporre a parole.
In particolare, la griglia proposta per analizzare i prodotti del test si configura come un utile strumento al fine di approfondire alcuni aspetti delle relazioni familiari, rappresentando un punto di partenza per l’individuazione di indicatori che possano ulteriormente approfondire quanto emerge dal test.

Bibliografia sintetica

Boutonier, J. (1937), Les dessins des enfants (Ed. Du Scarabée: Paris, 1937).
Boss, P. (1988), Family stress Management, Sage Publications, Beverly Hills.
Gilli G. & Rosnati R. (1995), Evento critico e sviluppo familiare, in Scabini E. e Donati P. (a cura di), Nuovo lessico familiare, Studi interdisciplinari sulla famiglia, n. 14, Vita e pensiero, Milano, pp.137-150.
Greco O. (2006), Il lavoro clinico con le famiglie complesse. Il test “La Doppia luna” nella ricerca e nella terapia, Franco Angeli.
Rosemberg M. & Guttmann J. (2001) “Structural Boundaries of Single-Parent Families and Children’s Adjustment”, Journal of Divorce and Remarriage, 36, pp. 83-98.
Scabini E. & Iafrate R. (2003), Psicologia dei legami familiari, Il Mulino, Bologna.

 

 

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