19/11/2012
Tesi di Laura Boati e Francesca Longhi
Corso di laurea: Master universitario di secondo livello: Il lavoro clinico e sociale con le famiglie accoglienti: affido e adozione
Anno Accademico 2010- 2011
Università: Uiversità Cattolica del Sacro Cuore
Premessa
L'adozione internazionale è inestricabilmente connessa alla questione interculturale: il processo di costruzione dell’ identità etnica da parte dei bambini provenienti da altri contesti culturali ed adottati da una coppia di nazionalità e cultura italiana, è un processo assai delicato e complesso e risulta essere ad oggi scarsamente indagato.
La sfida è quella di se e come integrare due diverse appartenenze: la sua cultura di origine e la cultura di appartenenza dopo l’adozione, che possono essere vissute sia sul piano cognitivo sia emotivo come lontane, scollegate e alle volte incompatibili.
Molte ricerche hanno evidenziato come i bambini e ragazzi stranieri adottati che riescono a costruire nel tempo un’identità biculturale mostrano nel tempo livelli superiore di benessere psicosociale (Rosnati, 2010; Rosnati, Ferrari, Re, in press; Rosnati, Ferrari, Manzi, 2010; Greco, Rosnati, 2008 ).
In questo complesso lavoro, il contesto sociale di riferimento, ma soprattutto i genitori adottivi, svolgono un ruolo cruciale nell'accompagnare e sostenere i figli nel loro percorso.
L'atteggiamento di accoglienza dei genitori adottivi nei confronti della diversità e la loro capacità di riconoscere e valorizzare il patrimonio culturale che porta con sé il proprio figlio, all'interno di un contesto familiare caratterizzato da disponibilità emotiva, relazioni di affetto e reciproca appartenenza, diventa uno dei principali fattori di facilitazione di una costruzione positiva dell’identità biculturale (Palacios, 2011; Brodzinsky, 2011).
Da ciò consegue l’importanza e la necessità di offrire alle coppie momenti di confronto sullo specifico tema dell'appartenenza etnica del figlio adottivo.
Gli operatori psico-sociali che lavorano nel campo delle adozioni possono diventare una valida risorsa di sensibilizzazione interculturale, in quanto agenti di cambiamento e co-costruttori, insieme alle famiglie adottive, di uno spazio e di un tempo entro cui creare i presupposti per l'accoglienza e l’integrazione del bambino, per la valorizzazione delle diversità e l'acquisizione delle abilità necessarie a gestirne la relativa complessità, sia nelle interazioni tra i membri della famiglia, sia nelle molteplici interazioni con il tessuto sociale.
Progetto
All’interno di questa cornice delineata nasce l’idea di realizzare il progetto di intervento formativo e di sostegno a famiglie adottive multietniche, “Il mondo IN casa…il mondo DI casa”. Tale proposta è centrata sui temi dell'identità biculturale nei bambini e sulle strategie di socializzazione culturale dei genitori, in un'ottica di "enrichment" per facilitare lo sviluppo e l’incremento di nuove risorse familiari e sociali e favorire così un’appartenenza reciproca più salda.
Per la stesura del progetto l’incontro di due diverse professionalità, psicologa ed assistente sociale, e quindi di due diversi approcci al tema, è stato la base di un lavoro di riflessione e di integrazione di pensiero non solo sugli aspetti di analisi del contesto e delle finalità del progetto ma anche sulla metodologia utilizzata e sulle attività previste.
Alcuni obiettivi tra quelli prefissati sono: sostenere nei genitori la valorizzazione della cultura di provenienza dei propri figli, nel processo di costruzione dell'appartenenza familiare; focalizzare l'importanza di adeguate strategie familiari di socializzazione culturale, aumentando nei genitori la consapevolezza delle loro risorse; offrire ai bambini l'opportunità di potersi confrontare, all'interno di un contesto di gruppo di pari, con le proprie origini etniche; favorire sia nei genitori che nei bambini l'emergere di
competenze adatte a fronteggiare possibili episodi di discriminazione.
Il progetto si rivolge a gruppi di famiglie adottive multietniche con figli di età compresa tra i 6 e i 10 anni, inseriti da almeno un anno nel nucleo familiare.
Per quanto riguarda l’origine etnica, la provenienza dei bambini può essere differente: una maggiore pluralità di aree geografiche può favorire una più ampia rappresentanza di vissuti ed esperienze rispetto alle culture di origine.
Il progetto prevede tre incontri, predisponendo la conduzione contemporanea di due gruppi paralleli, uno con i genitori e uno con i figli.
Ai primi tale modalità può consentire di sentirsi sostenuti, nel dialogo con i propri figli sul tema delle origini etniche, dal confronto di gruppo e la facilitazione dei conduttori; ai bambini di percepire l'esistenza di uno spazio, non solo fisico, ma anche mentale ed affettivo per poter dialogare sul tema; ad entrambi di sentirsi contemporaneamente coinvolti in un progetto di formazione e di sostegno.
Gli incontri si articolano nel modo seguente:
1) Il mondo in casa
Accoglienza delle famiglie, ambientamento e divisione nei due gruppi.
Obiettivi :
- Presentazione della tematica
- Costruzione dei due gruppi attraverso attività e stimoli che aiutino genitori e figli a
ripercorre il viaggio che li ha portati a conoscersi
GENITORI |
FIGLI |
- Presentazione dei conduttori e dei partecipanti. Spiegazione del percorso formativo e delle modalità di conduzione degli incontri.
- Esplicitazione delle aspettative dei partecipanti.
- Presentazione della tematica con l'utilizzo di slide esplicative.
- Racconto di ogni coppia del viaggio che li ha portati a conoscere il proprio figlio (possibilità di esprimere emozioni e sensazioni che hanno provato durante la permanenza nel Paese d'origine del figlio).
- Gioco: "Il viaggio nei 5 sensi" (riattivazione di ricordi in un' ottica di valorizzazione della cultura di provenienza del bambino).
- Richiesta finale di scegliere, insieme al figlio uno o più ricordi del viaggio e del Paese d'origine del figlio e un oggetto che possa rappresentare ad oggi la loro famiglia ("compito a casa" che mantiene vivo il pensiero sul tema proposto; sorta di ponte con gli incontri successivi).
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- Presentazione dei conduttori e dei partecipanti attraverso il "gioco del Pallamondo".
- Spiegazione del percorso ed esplicitazione della proposta di lavoro.
- Racconto di sé, del proprio Paese d'origine e del viaggio che li ha portati in Italia attraverso l'impiego di un planisfero (sollecitare i bambini su eventuali ricordi diretti o racconti riferiti dai genitori riguardo il viaggio).
- Richiesta finale di scegliere, insieme ai genitori, uno o più oggetti che possano rappresentare il viaggio e che quindi possano richiamare il suo Paese d'origine e un oggetto che possa rappresentare ad oggi la sua famiglia ("compito a casa" che mantiene vivo il pensiero sul tema proposto; sorta di ponte con gli incontri successivi).
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2) Una storia
Accoglienza delle famiglie e divisione nei due gruppi.
Obiettivi :
- Riflettere più approfonditamente sulla tematica
- Focalizzarsi sull'importanza di adeguate strategie familiari di socializzazione
culturale, aumentando la consapevolezza e l'impiego delle risorse familiari
GENITORI |
FIGLI |
- Visione di spezzoni del film “L’Indio” (Ineka Houtman, Olanda, 2009).
- Riflessione di gruppo, facilitata dai conduttori, sul tema dell’appartenenza etnica e delle strategie di socializzazione culturale (partendo dai punti di forza e di debolezza del modello genitoriale presentato nel film).
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- Lettura della favola “Pane e Cioccolato” (Cima e Carabelli, 2009), utilizzando ingrandimenti delle illustrazioni.
- Riflessione di gruppo, guidata dai conduttori, sui temi emersi dalla fiaba (si stimoleranno i bambini al confronto attraverso domande e immagini).
- Disegno libero (momento finale di svago).
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Il film è uno tra gli strumenti più potenti per
facilitare la riflessione e il potenziamento di risorse: emoziona, appassiona, incuriosisce, esplora e vivifica.
Il film ha una storia da raccontare ed, essendo verosimile, consente un confronto
con la propria storia personale; inoltre a
pre all'universale, permettendo così allo spettatore, di riscoprire sé stesso attraverso liberi movimenti di identificazione e di distanziamento.
Il film “L'indio” parla di una storia di adozione internazionale, di un bambino di origine peruviana adottato da una coppia di genitori olandesi.
Si tratta di un film caratterizzato da una grande
ricchezza metaforica e simbolica, all'interno del quale vengono affrontati molteplici questioni legate all'esperienza adottiva.
È stata scelto come strumento da utilizzare con i bambini la lettura di una storia per aiutare a parlare di una tematica complessa,
per mandare il messaggio che insieme, genitori e bambini possono vivere e affrontare le cose difficili.
La favola “Pane e Cioccolato” contiene alcuni ingredienti utili alla riflessione:
gli episodi di discriminazione che i bambini adottati possono incontrare nella loro vita, il loro
desiderio di avere il colore della pelle uguale a quello dei propri genitori, l’apertura, da parte dei genitori, al dialogo e alla ricerca di strategie che possano aiutare i figli ad affrontare i pregiudizi razziali e culturali.
3) Il mondo di casa
Accoglienza delle famiglie.
Obiettivi :
- Favorire in ogni famiglia il potenziamento e la creazione delle proprie strategie di
socializzazione culturale
- Offrire
ai bambini uno spazio di gioco condiviso per poter costruire con i
propri
genitori un luogo dove agire sensazioni ed emozioni
Genitori e figli
1. Presentazione da parte di ciascuna famiglia degli oggetti scelti dopo l’indicazione data alla fine del primo incontro.
2. Costruzione
di una scatola “Il mondo di casa” ( con materiale vario fornito dai
conduttori) quale contenitore familiare che conserva materialmente e
simbolicamente riferimenti alla doppia appartenenza etnica del bambino e
di tutta la sua famiglia (oggetto che potrà essere arricchito in ogni
momento in cui i genitori e i bambini avranno desiderio di fermare la
memoria su specifiche esperienze lungo il corso della vita).
3. Questionario
di gradimento del percorso per i genitori e scelta smiles da parte dei
bambini per indicare la loro valutazione degli incontri.
4. Saluti:
“Ciao e grazie” in tutte le lingue dei Paesi d’origine dei bambini
partecipanti ( questo gesto finale vuole indicare che anche i conduttori
desiderano valorizzare la cultura d’appartenenza dei bambini,
conservando inoltre un ricordo del percorso fatto insieme).
Il progetto verrà promosso ad Enti Autorizzati per le Adozioni
Internazionali e ad Associazioni di Famiglie Adottive, nonché ad altre
realtà che si occupano di sostegno alla genitorialità e di promozione
del benessere dei bambini e delle loro famiglie.
Conclusioni
Questo contributo ha messo in evidenza l’importanza di prendere in considerazione una tematica delicata e complessa quale l’identità etnica nei minori in adozione internazionale, per il ruolo fondamentale che gioca rispetto al benessere non solo del bambino ma dell’intero nucleo familiare.
Inoltre ha voluto presentare una proposta concreta, con la costruzione di un progetto di formazione per le famiglie adottive multietniche in risposta all’esigenza, non solo di dare spazio di riflessione su questo tema, ma anche di offrire supporto alla valorizzazione delle strategie familiari di socializzazione culturale.
In questo progetto gli operatori psicosociali hanno un ruolo attivo nel sostenere le relazioni all'interno della famiglia contribuendo al suo ben-essere, in un'ottica formativa e preventiva (Iafrate, Rosnati, 2007).
Infine l’aver potuto collaborare tra diverse figure professionale è stato un aspetto positivo che ha permesso di mantenere sempre attivo un altro punto di vista sull’argomento, arricchendo così il lavoro.
Bibliografia
Brodzinsky, D.M., (2011) "Ethnicity issues in intercountry adoption: preparation & support for adoptive families", Relazione presentata al seminario internazionale Diventare genitori adottivi sufficientemente buoni, Firenze, giugno 2011.
Greco, O., Rosnati, R., (2008), “Quale identità etnica? Appartenenze, implicazioni e significati”, in G. Macario (a cura di), Il post-adozione fra progettazione e azione - Formazione nelle adozioni internazionali e globalità del percorso adottivo, Collana Studi e Ricerche della Commissione per le adozioni internazionali, n. 7, pp. 171-193, Istituto degli Innocenti, Firenze.
Iafrate, R., Rosnati R., (2007), Riconoscersi genitori. I percorsi di promozione e arricchimento del Legame Genitoriale, Erickson, Trento.
Palacios, J., (2011) “Promuovere le competenze genitoriali dalla valutazione iniziale al sostegno post-adozione”, Relazione presentata al seminario internazionale Promuovere il legame adottivo: dalla ricerca all'intervento, 10 giugno 2011, Milano.
Rosnati R. (a cura di) (2010), Il legame adottivo. Contributi internazionali per la ricerca e l’intervento, Unicopli, Milano.
Rosnati, R., Ferrari, L., Manzi, C., (2010) “Family relationship and ethnic identity of young intercountry adoptees: A family perspective”, Relazione presentata al simposio: Family Variables in the Life-Long Process of Adoption, V Convegno Internazionale della European Society on Family Relations. Università Cattolica di Milano, 1 ottobre 2010.
Rosnati R., Ferrari L., Re E. (in press), L’in-contro tra culture nell’adozione internazionale: identità etnica degli adolescenti e strategie familiari di socializzazione culturale, Interazioni.