24/10/2023
La manovra economica presentata dal Governo per il 2024 ha inevitabilmente suscitato un intenso confronto/scontro, sia tra le parti politiche che nell’intero Paese: è stato stanziato circa un miliardo di euro (cifra ancora insufficiente ma non proprio marginale) per rafforzare l’assegno unico, sostenere la frequenza agli asili nido, supportare la madre lavoratrice.
"La condizione di difficoltà delle famiglie e l’emergenza natalità nel nostro Paese non possono essere contrastate con piccoli interventi di aggiustamento, ma solo con una radicale e tenace scelta strategica di innovazione strutturale di lungo periodo dell’intero sistema delle politiche", scrive Francesco Belletti su Famiglia Cristiana [qui l’articolo] ricordando che manca ad esempio qualunque impegno in merito alla riforma fiscale e al suo essere più o meno “a misura di famiglia”.
Una direzione giusta, ma diversi punti in chiaroscuro, che sono stati ulteriormente approfonditi sempre da Belletti in un intervento su IlSussidiario e in un'intervista su Tempi. A questo quadro si aggiunge il recente allarme di Eurostat, secondo cui l'Italia è l'unico fra i grandi Paesi europei (Francia, Germania e Spagna) in cui la quota di famiglie che riporta almeno qualche difficoltà a far quadrare i conti nel 2022 è sopra il 63% [qui l’approfondimento di Avvenire].
Certamente, “per provare a cambiare passo sono necessari provvedimenti strutturali, generosi e universali", ha commentato Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari. "A fianco di questi poi è necessario cominciare a “indossare gli occhiali della famiglia” considerandola una dimensione strategica per il Paese e non un settore residuale, come troppo spesso si è fatto in Italia” [qui il link].