14/11/2012
A partire dal secondo dopoguerra numerosi sono stati gli appelli in favore dell'internazionalizzazione della scuola giunti dalla politica e dalla cultura per migliorare la comprensione internazionale. La tecnologia ha difatti reso più piccolo il mondo, facilitando i viaggi e le comunicazioni. Le attività economiche e politiche sono arrivate ad avere un respiro che abbraccia l'intero pianeta e il timore di uno "scontro di civiltà" potrebbe portare per reazione ad erigere nuove barriere tra gruppi etnici, regionali, socio-culturali e religiosi.
Ma la scuola italiana è pronta ad affrontare questa sfida? Secondo le quattro ricerche dell'Osservatorio nazionale sull'internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca, inaugurato nel 2009, sembra proprio di no. La nostra scuola è ancora ferma a un terzo di questo percorso, bloccata tra le maglie dei pochi finanziamenti e dalla scarsa propensione di molti docenti imbrigliati nell'attuazione dei programmi ministeriali e nel poco tempo a disposizione compresso tra centinaia di attività. L'apertura internazionale degli studenti è però un processo inarrestabile: piuttosto, partono da soli - lo fanno 5.000 ragazzi ogni anno - ben consapevoli che il loro futuro sarà possibile solo se la carta d'identità della propria formazione personale e professionale sarà autenticata dal bollino virtuale che li riconosca come "cittadini del mondo".
Fonte: Franco Angeli
A confermarlo, alcuni intellettuali, manager e imprenditori accumunati dalla stessa esperienza all'estero vissuta da adolescenti, che è risultata un vero vantaggio competitivo nel loro percorso di successo professionale. In questo libro, sotto forma di interviste e racconti, è riproposta la loro testimonianza. Tra questi: il manager Franco Bernabè, la scrittrice Dacia Maraini, l'astronauta dell'Esa Luca Parmitano, il creatore delle cerimonie di apertura dei maggiori eventi sportivi internazionali Marco Balich, i giornalisti Maria Concetta Mattei del Tg2 e Massimo Razzi di Repubblica, il pubblicitario Gianni Giugnini.