23/11/2012
Che cosa spinge una persona a conservare ogni singolo biglietto del
treno, le ricevute dei ristoranti, gli scontrini dei negozi o i
biglietti di auguri di una vita? Che cosa scatta nella mente di Irene,
una donna all’apparenza normalissima, ma che per la mania di accumulare
qualsiasi cosa ha praticamente mandato all’aria il suo matrimonio? E che
dire di Ralph, che per colpa della montagna di oggetti recuperati dalle
discariche («possono sempre servire!») ha quasi perso la casa?
In
questo libro, due clinici tra i massimi
esperti di disposofobia (accumulo compulsivo), presentano i casi più
curiosi e bizzarri che hanno incontrato nella loro esperienza
professionale e rispondono a una domanda che, nell’epoca del
consumismo sfrenato, tocca ciascuno di noi: quand’è che smettiamo di
possedere gli oggetti e iniziamo ad esserne posseduti? Fino a che punto
possiamo parlare di «stranezza», e quando invece un’originale abitudine
si trasforma in un’ossessione e diventa un disturbo vero e proprio?
Indagando
la linea sottile dove normalità e patologia si confondono, i due autori
hanno cercato di capire cosa spinge queste persone a circondarsi di
oggetti inutili fino a compromettere seriamente la qualità di vita
propria e di chi le circonda e hanno aperto così la strada alla ricerca
di nuove terapie e trattamenti realmente efficaci.