22/02/2014
Mentre - secondo la Costituzione - tutti i cittadini sono eguali senza
distinzione di sesso, in talune situazioni la legge tratta ancora
diversamente uomo e donna, mantenendo o introducendo diseguaglianze. La
donna non può trasmettere il proprio cognome ai figli e non può
risposarsi subito se resta vedova; l'uomo non può impedire l'aborto o
chiedere di essere messo agli arresti domiciliari per potere fare il
padre.
Anche i congedi di maternità e paternità, le mutilazioni genitali, la
prostituzione e altri aspetti della vita familiare e lavorativa sono
oggetto di differenti discipline.
E poi ci sono le quote rosa. Il problema però non è solo di leggi.
Fonte: Franco Angeli
"Soprattutto è rimasto fortissimo, in certi casi fino a oggi, lo scarto
fra i diritti ufficialmente riconosciuti dalla legge (alle donne) e
l'abitudine di aggirarli nella prassi...
La diseguaglianza sancita per legge, insomma, è solo una delle forme in
cui si materializza una asimmetria più profonda a cui tutte le società
conosciute, prima della nostra, hanno creduto in modo pressoché
automatico. Ce n'è abbastanza per ricordarci che intervenire sulla
lettera della legge è importantissimo, sì, ma non interamente
sufficiente per produrre e garantire l'eguaglianza. Ma soprattutto ce
n'è abbastanza per farci riflettere, con stupore, ammirazione e anche
trepidazione, all'incredibile audacia che la nostra società ha
manifestato nel tardo Ventesimo secolo, decidendo di rimuovere
totalmente qualunque relitto giuridico di quella disuguaglianza che
tutti i nostri antenati per millenni hanno considerato naturale." (Dalla
Prefazione di Alessandro Barbero)
Questo libro ripercorre il lungo cammino verso la parità fra i sessi
dall'unità d'Italia in poi e fa il punto sulle disparità residue, nelle
leggi e nella vita quotidiana. Alcune sono giustificate, altre devono
ancora essere superate.