07/05/2010
L'applicazione della psicoanalisi al sintomo dell'iperattività nasce dal desiderio di confrontarsi con questa forma dilagante del disagio infantile contemporaneo che altera profondamente l'ingresso del bambino nel legame sociale.
(Fonte: FrancoAngeli)
Contro il sintomo, che sovverte l'azione educativa della famiglia e della scuola, si tenta di opporre strategie di controllo del comportamento e del pensiero e una farmacoterapia prolungata nei casi più gravi.
La prospettiva teorica e clinica degli autori di questo libro propone invece una lettura dell'iperattività, in cui l'impulso irrefrenabile al movimento del corpo, l'aggressività manifesta, la mancanza del senso del limite e del rispetto dell'autorità, le difficoltà di concentrazione, comprensione e uso del linguaggio scritto e parlato, sono fenomeni con cui si manifesta un eccesso pulsionale che, per ogni bambino, è relativo a qualcosa che riguarda il suo legame con l'Altro.
Senza dimenticare che ogni essere umano nasce e cresce in una cultura i cui valori toccano direttamente l'insieme del campo sociale e le menti delle persone che vi fanno parte. Iperattività e cultura dell'eccesso sono, in effetti, i tratti essenziali del discorso sociale contemporaneo. Se la mente è un organo sociale, anche la sua cura può passare dal sociale; la sfida è proprio quella di costruire uno spazio e un legame per il bambino in cui l'uso della parola, l'ascolto, la funzione dell'inconscio, la fiducia in chi si occupa di lui, permettano una socializzazione senza imposizioni.